Heartsland ♥ [Anime, Manga, Translations, Games & More nerd things]

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  1. .
    Lui parlava.
    Parlava e parlava…

    "Oddio, non si era ancora capito che più parole diceva, meno attenzione prestavo?
    Chiaro e coinciso, no?"


    Lo lasciai parlare, sta volta però feci attenzione a quello che mi diceva.
    Ero curiosa.
    Lo guardavo dall'alto, cercando di studiarne l'espressione, le movenze.

    "Mi starà dicendo la verità?"


    Non ne ero sicura, ma per adesso avrebbe goduto del beneficio del dubbio.
    Quando, però fini con l'ultima frase sorrisi.

    "Noioso era un eufemismo!
    Non si riusciva proprio a seguirlo a volte.
    Era davvero un chiacchierone."


    Mi piegai sulle ginocchia accovacciandomi accanto a lui e poggiai le braccia sulle ginocchia.
    Non smisi mai di mostrargli quel sorriso furbo e beffardo.
    Poteva anche avermi battuto, ma…
    Niente era più forte di me, quell'espressione non avrebbe mai lasciato il mio volto!

    Un semplice non lo so, sarebbe bastato.


    Ancora in quella posizione con l'indice gli sfiorai la punta del naso.
    Era un gesto fatto con il puro intento di distrarlo.

    E per tutte le cose che hai detto…


    Lasciai ricadere la mano sul mio ginocchio.

    Non vorrei deluderti ma non mi interessa sapere perché non ci hai provato e nemmeno spronarti a indagare.
    Sono affari tuoi, non miei.


    "Che si pensava?
    Che davanti aveva una ragazzina solo in apparenza fredda?
    Che mi sarei preoccupata per lui?
    Che lo avrei spronato in qualche modo a trovare se stesso?
    Sciocchezze!
    Non mi interessava il mio di passato, figuriamoci se mi interessava quello di un altro.
    In ogni caso…"



    Però…


    Cercai i suoi occhi, volevo guardarli mentre gli facevo la mia richiesta.
    C'era una cosa che aveva davvero attirato la mia attenzione in tutto il suo discorso.
    Aveva detto che non voleva cedere all'altra sua parte…
    Quindi significava che anche se non sapeva cosa fosse, poteva mostrarmela.
    Si sa… la curiosità è donna e io non sono da meno.
    Volevo vedere!

    Hai detto che qualcuno ti ha visto…


    Incurvai ancora di più le labbra da un lato soltanto.
    Credo che l'eccitazione per quella richiesta, poteva leggersi benissimo nei miei occhi.
    Mi sporsi su di lui in modo da poter avvicinare i nostri visi e poggiai la mia mano a terra, accanto al suo fianco.
    Lo chiusi letteralmente fra le mie braccia, senza però toccarlo.
    Per quanto possibile, mi avvicinai con fare lento e provocante.
    Volevo ottenere qualcosa, sapevo che anche involontariamente, avrei agito così.
    Non appena i nostri visi furono talmente vicini da far sentire perfino il mio respiro a Kazel continuai la frase.

    Mostrami ciò che quella persona ha visto.


    La mia richiesta fu detta con toni calmi e dolci, sembrò quasi una richiesta velata da altre mille promesse.
    Cosa che ovviamente non era.
    Ma era sempre così quando desideravo avere qualcosa.
    I miei movimenti si facevano più lenti, più femminili e la mia voce si modulava abbassandosi dolcemente.
  2. .
    Mi alzai e lui mi seguì.

    "Stupido Kazel!"


    Lo guardai con sospetto quando iniziò a parlare.
    Alzai le sopracciglia scettica e rinfoderai i pugnali.
    Non aveva importanza se lo scontro era finito, o meno…
    Li avevo già usati abbastanza e sopratutto senza una vera necessità.
    Lo avevo fatto solo spinta dal nervosismo.

    Professorino, lei è consapevole che con me la morale non funziona, vero?


    Non ce la feci proprio più a trattenermi.
    Lui parlava, parlava!
    Accidenti a lui!
    Diventava noioso, perdeva ogni fascino e tutto il mio interesse per lui svaniva.

    E poi detto fra noi, sei più carino quando stai zitto.


    Gli sorrisi furba, non volevo dirlo davvero, era giusto per fargli capire che con me era fiato sprecato.
    Poteva provocarmi quanto voleva, ma non avrei smesso di comportarmi come al mio solito.
    Se sapevo che questo comportamento, un giorno, o l'altro mi avrebbe cacciato nei guai?
    Mi sembra ovvio! Non sono stupida e a dirla tutta nei guai ci ero già finita un paio di volte, ma ne ero sempre uscita.
    Mi disse che l'imbarazzavo e che ero una delle poche a fargli questo effetto.

    Oh non ti preoccupare non sei l'unico a cui faccio questo effetto…

    Ero troppo acida, ne ero consapevole, ma il fatto che lui mi avesse preso in giro e battuto mi rodeva parecchio.
    Mi parlò della magia e forse fu allora che lo ascoltai con più attenzione.

    Cosa sei?


    "Aveva detto non del tutto umano…
    Allora cos'era?
    Ormai ha fatto trenta, poteva anche fare trentuno, no?
    Cosa sei?
    Adesso volevo saperlo.
    Non ero stupida e non volevo avere niente a che fare con magia, o roba varia.
    Non era qualcosa che faceva per me…"
  3. .
    Mi chiese se minacciassi e mi limitai a rispondergli con il suo stesso sorriso di sfida.

    "Non saprei tu che dici?!"


    Dire che mi stavo letteralmente mangiando lo stomaco, era poco.
    Mi irritava, mi irritava parecchio.

    "Insomma!
    Non eri il professorino timido?
    Cos'è?
    Sta mattina ti hanno dato una razione di pane e coraggio?"


    Quando iniziò nuovamente a parlare, portai gli occhi al cielo.

    "Dio!
    Non si stancava mai?!"


    Quando pronunciò l'ultima parte del discorso mi bloccai guardandolo scettica.
    Avrei riso, giuro.

    Però…
    Siamo pure spiritosi.
    Sta mattina siamo di buonumore prof?!


    Lo vidi girarsi e quando notai che si chinava a raccogliere il mio pugnale, fu automatico, mi spinsi un passo avanti.

    "Non lo toccare!!"


    Mi bloccai, non dovevo fargli vedere che era qualcosa a cui tenevo.
    Avrebbe potuto utilizzarlo contro di me.
    Fortunatamente, quando avevo fatto il passo in avanti, lui era girato di spalle.
    Lo vidi con la mia arma in mano e sentì una rabbia irrazionale fluirmi nelle vene e arrivare al cervello.
    Quasi impazzivo nel vederlo in mano a lui.
    Niente, io…
    Non aveva importanza quanto fosse passato, che lui fosse morto.
    Io scattavo sempre, erano sentimenti irrazionali, forti e feroci e mi avvolgevano in un attimo rendendomi completamente pazza, vulnerabile e la cosa mi faceva infuriare ancora di più!
    Tanto fui presa da quella rabbia irragionevole che non mi accorsi nemmeno di quello che fece kazel, o meglio me ne accorsi troppo tardi.
    Mi trascinò con se buttandomi a terra.
    Nel momento stesso in cui il mio corpo si scontrò con il pavimento chiusi gli occhi assestando il colpo con un leggero lamento soffocato.
    Li riaprì subito per trovarmelo di sopra.
    Sorrisi presuntuosamente sentendo la lama, la mia lama sfiorarmi il collo.
    Lo stirai portando indietro la testa, senza mai allontanare i miei occhi da quelli di kazel.
    Gli offri letteralmente il mio collo.
    Sapevo che non mi avrebbe ferito, ma anche qualora non fosse stato così, lo avrei fatto comunque.
    Erano tipici come gesti per me.
    Prima o poi, mi avrebbero ucciso per questa mia presunzione, o per la mia boccaccia, dipende…

    Vorresti ferirmi con una delle mie lame?


    Quello che più mi diede fastidio e mi punse nell'orgoglio però fu la sua frase successiva.

    "Piacermi cosa?!
    Amico… sei fuori strada!!
    Uno non sei il mio tipo e due…"


    Lo sentì scendere dal mio corpo e posare il coltello sul mio petto.
    Non appena lo lasciò andare lo presi e mi portai velocemente su di lui.
    Affondai il pugnale nel terreno con un colpo secco vicino all'orecchio di lui mentre con la mano libera, velocemente estraevo il suo gemello dalla cinghia, per puntarglielo di traverso vicino al collo.
    Mi chinai su di lui in modo tale che i nostri nasi si sfiorassero.

    Per la cronaca preferisco questa di posizione!
    Ma non è qualcosa di cui tu debba preoccuparti.
    I cucciolotti non fanno per me…


    In malo modo tolsi il pugnale dal terreno e facendo peso appositamente con le ginocchia sullo stomaco di Kazel mi alzai.
    Avevo i nervi a fior di pelle e lui…

    "Aaaaaah!
    Mi prudevano le mani!
    Dannazione!!"
  4. .
    Ero lì pronta, ormai sicura che lo avrei colpito, quando..
    Ci mancò davvero poco che non mi ritrovassi con la faccia a terra.
    Non capì esattamente cosa era successo.
    Non subito.
    Solo... la forza e l'irruenza del colpo a vuoto quasi mi fecero cadere, fortunatamente per me i miei riflessi erano buoni e portando immediatamente il mio baricentro nella posizione corretta, evitai di cadere.
    Sentì la voce di Kazel e sollevai lo sguardo.

    "Lui…
    Lui come…"


    Fu forse una frazione di secondo e ci arrivai.
    Sgranai gli occhi.

    "Lui sapeva…
    Oh accidenti e io l'ho provocato fino a questo momento?!"


    Lui era capace di usarla, il che lo rendeva più pericoloso e temibile ai miei occhi.
    Fosse stato solo un semplice essere umano che contava sulla sua prestanza fisica se ne poteva anche parlare, ma così..

    "Maledetta me!
    Non potevo starmi zitta quel giorno e farmi gli affari miei!!"


    Le sue parole.
    Dovetti ringraziare quelle parole di sfottò e quel suo sguardo arrogante.
    Già senza quelle credo che sarei quasi entrata nel pallone.
    Alla fine era più forte di me, non aveva importanza quanto temessi qualcosa, c'era sempre un motivo valido per far cadere la lingua e abbassare la cresta a uno come lui.

    "è troppo sicuro di se…
    Vediamo che succede se gli tolgo la terra sotto i piedi…"


    Inclinai leggermente la testa di lato e gli sorrisi.
    Misi una sorta di broncio incrociando le braccia al petto.

    Quindi frusta e illusioni… Sei proprio scorretto Kazel.


    "Già fatti bello così…
    Con una ragazza carina e indifesa come me…"


    Questa frase non la pronunciai nemmeno, tanto era chiaro che ormai la parte della piccola ragazzina indifesa non se la beveva.

    A questo punto…


    Abbassai le mani sull'orlo della casacca bianca e la sfilai rapidamente.
    Era corta ma non troppo, riuscivo a coprire la cinghia che portavo stretta all'altezza del ventre con i miei due e pugnali.
    Quelli che non lasciavo mai da nessuna parte, quelli che mi aveva regalato quell'uomo.
    Altrettanto rapidamente ne estrassi uno, fu una frazione di secondo e lo lanciai contro di lui, prima che lui avesse il tempo anche solo di capire che cosa stesse succedendo.
    Il mio intento non era colpirlo, ero infallibile nella mira, almeno questo concedetemelo!
    Ma lo lanciai in modo che potesse passargli accanto e potesse sentirne lo spostamento d'aria.
    Il pugnale si sarebbe conficcato a terra e il mio cuore credo, avrebbe pianto.
    Odiavo usarli così.
    E non li tiravo mai fuori, ma li avevo la consapevolezza che lo avrei potuto recuperare.

    Oh che peccato, oggi non deve essere la mia giornata fortunata…
    Ho sbagliato mira…


    Ovviamente il mio tono era ironico.
    Non avevo sbagliato assolutamente mira, lo avevo fatto di proposito, non volevo fargli del male.
    Era ovvio, ma tutta quella sua sicurezza sul fatto che avrei esitato a ferirlo sul serio, mi dava sui nervi.
    Il mio voleva essere un avvertimento.
    Del tipo: sarai anche più forte, saprai usare anche la magia, ma sta attento a non darmi per scontata e sopratutto a non sottovalutarmi.
    Ah!
    Dimenticavo, ovviamente sotto la casacca non ero mica nuda.
    So che al professorino non sarebbe dispiaciuto, ma…
    Ma portavo sotto una maglia aderente che mi copriva perfettamente, forse metteva in risalto il mio fisico, ma ero comunque coperta.
    Quando si dice vestire a strati...
  5. .
    Ok, io ero semplicemente una ladra.
    Non era il mio corpo, né la mia forza, la mia arma migliore.
    Ero solo agile e furba.
    Evitavo se potevo lo scontro e se era inevitabile attaccavo sempre quando l'avversario meno se lo aspettava, così tutto diventava complicato.
    Gli scontri diretti erano la mia pecca.
    Sopratutto se il mio avversario era un tipo come Kazel.
    Sarà anche imbranato con le donne, ma qui siamo nel suo campo, no?
    In più…
    L'uso della magia...
    Avevo questo terribile sentore.
    Lui…
    Non dovevo pensarci altrimenti mi sarei distratta e adesso non potevo proprio permetterlo.
    Mentre mi avvicinavo cercavo di mostrarmi tranquilla, serena, come se non stessi cercando un modo di attaccarlo.
    Non esitai a chiamarlo professorino, non volevo distrarlo, solo ero fatta così, non aveva importanza in che situazione mi trovassi, ne chi avessi davanti, l' ho già detto mille volte la mia faccia da schiaffi non mi abbandonava mai.

    Mmh?
    E perché mai questo dovrebbe essere un valido motivo per smettere?


    Non lo erano le situazioni di vita o di morte, secondo lui poteva mai essere un motivo sufficiente il fatto che mi stesse valutando?
    Non ero tipo da lasciare che la paura, o le situazioni complicate prendessero il sopravvento, ero molto razionale e mi piaceva vedere il mio avversario dannarsi non per la mia compostezza, ma perché anche quando sapevo di non farcela, poco importava, avevo sempre l'ultima parola.
    Quello che mi sorprese però fu il fatto che alla mia seconda provocazione lui rispose a tono.
    Fu automatico mi bloccai un attimo e gli sorrisi.

    "Però… anche il professorino sa giocare…"


    Abbassai la testa a guardare il terreno e poi lui.

    Mi sa che per questa volta passo. Non vorrei sporcarmi i vestiti.


    "Già, dì la verità prof, ti piacerebbe, vero?
    Dietro quella faccia da santerellino che ti ritrovi e l'imbarazzo che ti ha colorato il viso più di una volta si nasconde una parte di te che non mi hai ancora mostrato, non è vero?
    Secondo me sei troppo concentrato nel tuo ruolo per lasciarti andare di tanto in tanto…
    Chissà come saresti se riuscissi a far sciogliere il composto e professionale Kazel."


    Pensieri su pensieri, andavano dalla ricerca per una soluzione su come attaccarlo a questi pensieri, mi sorprendevo sempre quanto fossi in grado di elaborare nella mia testa, in quanto?
    In una manciata di secondi.
    Già, era una cosa che mi stupiva sempre, pochi secondi e la mia mente aveva elaborato più pensieri di non so chi.
    Ormai ero arrivata davanti a lui ed era arrivato il momento di agire.
    Feci l'unica cosa che mi sembrava possibile fare e…
    Sentì lo schiocco della sua frusta e tutto avvenne rapidamente, lui che si girava io che cercai di fare un passo indietro e…

    "Come diavolo ci sono finita così?!


    Sentì le sue mani afferrarmi dai fianchi e quando lo sentì parlare in quel modo…
    Giuro avrei voluto uscire uno dei miei pugnali!
    Però...
    Fu un attimo.
    Aveva commesso un errore, non si lascia mai quel punto scoperto!
    Lui me lo ripeteva sempre.
    E io li conoscevo tutti.
    Contro un uomo non avevo possibilità in quanto a prestanza fisica, ma questo non significava che non potevo batterlo.
    Dovevo solo essere più furba e più veloce di lui.
    Torcendo leggermente il corpo portai velocemente e con un colpo rapido e ben assestato il mio gomito fra le sue costole nel punto in cui con quella pressione così veloce e pesante lui avrebbe perso per un attimo il respiro.
    Quel tanto che mi serviva per spostarmi da lui.
  6. .
    Rimasi perplessa dalla sua risposta.

    "Combatteva spesso eppure la sua frusta…
    Era così…
    Così integra!

    Mi sporsi un po' di più verso di lui, o meglio verso la sua frusta.
    Volevo capire.
    C'era qualcosa che non andava.
    Qualcosa che non riuscivo a capire.

    è troppo nuova!


    Kazel…


    Lo chiamai portandomi con lo sguardo verso di lui.
    Avevo un brutto presentimento.
    Se era come immaginavo, l'unica cosa che sperai ardentemente era che non fosse stato lui.

    Posso farti una domanda?


    Non gli diedi realmente tempo di rispondere alla prima e gli e la posi ugualmente, dopo aver fatto scorrere lo sguardo più volte dal suo viso alla sua mano, quella che reggeva la frusta.

    Come mai non ci sono segni sulla tua frusta?
    Una qualsiasi arma si rovinerebbe dopo così tanti scontri.


    "E rispondimi sinceramente.
    So capire alla perfezione chi mente.
    Ho avuto a che fare con menzogne, intrighi e brutti affari per una vita.
    Non ci provare nemmeno a prendermi in giro!"


    Mi spiegò dove stavamo andando e lo seguì in attesa di quella dannata risposta.

    "Se c'era una cosa di cui avevo il terrore era…"

    Dei brividi mi percorsero la schiena.
    Al solo pensiero sentì il cuore battere più forte, pompare sangue in maniera veloce.
    Sentì l'adrenalina in circolo e il respiro si fece impercettibilmente irregolare.

    "Leila, concentrati!
    Anche se fosse…
    Anche se fosse non c'è bisogno di farsi avvolgere dalla paura."


    Chiusi un secondo gli occhi seguendo Kazel.
    Avevo bisogno di regolarizzare il mio organismo.
    Di tranquillizzarmi.
    Li riaprì subito dopo e misi da parte quei pensieri.
    Non mi accorsi nemmeno esattamente della strada, solo delle scale a chiocciola e infine di una porta.
    Gentilmente mi fece passare e con la mente vuota da qualunque pensiero uscì fuori.
    Dovevo evitare di pensarci.
    Mi ritrovai in una specie di giardino.
    Non c'era nulla di particolare.
    Mi guardai attorno girandomi, con lo sguardo controllai l'intero perimetro.

    "Eravamo soli e indisturbati...
    Qui c'eravamo solo io e Kazel."


    Mi voltai verso di lui quando mi disse che mi aspettava e mi bloccai davanti alla sua vista.

    "Che fa si mette in posa?"


    Inclinai la testa curiosa di capire cosa si aspettasse da me.
    Voleva che lo attaccassi?
    Era stupido, o sciocco se pensava che lo avrei attaccato io per prima, o in ogni caso…
    Io non avrei mai fatto un attacco frontale.
    Mi avrebbe fregato alla prima mossa.
    Ero piccola e carina.
    Ma non ero mica stupida.
    Grande e grosso com'è, per me un attacco frontale è fuori discussione.

    Sei carino in quella posa…


    Ridacchiai provocandolo leggermente.
    In ogni caso era poco carino da parte sua non chiedermi nemmeno se avessi bisogno di un arma.
    Insomma lui aveva la sua frusta e io?
    Io per lui avevo solo le mie manine delicate, no?

    Che ti aspetti che faccia?
    Vuoi che ti attacchi?


    Gli chiesi avvicinandomi a passi sicuri.
    Per lui ero disarmata, quindi non aveva di che preoccuparsi.
    Piuttosto ero io a dover stare attenta, no?
    I miei sensi erano allerta.
    I miei occhi erano apparentemente fissi sul suo viso.
    In realtà tenevano d'occhio i tendini della spalla in cui la mano reggeva la frusta.
    Al minino accenno, anche impercettibile di movimento sarei scattata.
    Non era un problema per me evitare un colpo di frusta.
    Ero sicura: qualora avesse provato a muoversi mi sarei scansata e mi avrebbe mancata.
    Il problema non era evitare i colpi di frusta, ma colpirlo io stessa.
    Insomma fare un punto a mio favore.
    Ero brava con i coltelli da lancio, ma…

    "Dannazione non li avevo con me!!"


    Avevo nascosto solo i miei due pugnali, ma in ogni caso non volevo mica fargli male!
    E se lo avessi ferito?

    "Aspetta, Aspetta!!
    Frena!!
    Anche qualora a te che te ne frega?
    Se si fosse ferito, cavoli suoi!
    è lui che ha voluto tutto questo, no?
    Adesso ti fai problemi anche per lui?!
    Stai fuori!!
    Torna in te Leila!"


    Adesso ci mancavano solo i miei monologhi interiori.
    Dovevo concentrarmi, dovevo capire come muovermi.
  7. .
    Nuovo set >.<
    Della serie non ho perso la testa per quest'anime!
    Nono proprio per nulla u.u

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  8. .
    Smettila di rassicurarmiiiiiiiiiiiiii!!
    Odiavo la gente che faceva così
    Non dirmi che ti dispiace!!
    Indicami la porta per andarmene piuttosto!!
    Ma per quale motivo invece di mandarmi a quel paese, mi rispondeva gentilmente?!
    Questa sua cosa mi faceva impazzire!!
    Insomma io lo tratto male, lo provoco e lui che fa?!
    Mi dice che gli dispiacerebbe se me ne andassi?!
    No, non era normale!"


    Fortunatamente per lui cambiò discorso.
    Non la sopportavo proprio la gente troppo buona.

    "Dio!
    Lui era così…
    Così…
    Così disponibile nonostante tutto.
    Aaaaaah!
    La gente come lui mi mandava al manicomio!!"


    Non appena iniziammo a parlare però della sua frusta ebbe tutta la mia attenzione e misi da parte qualunque pensiero.
    Insomma era parecchio strana come cosa.
    Non avevo mai visto nessuno combattere con una frusta.

    "E credetemi…
    Gente strana ne avevo vista e pure parecchia direi!"


    Mi chiese la causa della sua sorpresa e mi strinsi nelle spalle.

    è strano, è la prima volta che incontro qualcuno che usa un arma come questa. Tutto qui.

    Lo lasciai parlare, era parecchio strano il fatto che l'avesse con se da tanto tempo e non sembrava portare i segni del tempo.

    Quindi non sei uno che combatte spesso?


    Indicai la sua frusta.
    Per essere così integra doveva per forza non aver combattuto quasi mai.
    Insomma dieci anni erano parecchi, doveva essere un minimo rovinata, no?
    Portai gli occhi al cielo quando mi disse che era la prima volta che faceva credere a qualcuno che la frusta la usava per altro e quando lo sentì ridacchiare, tutto il nervosismo e l'odio nei suoi confronti venne nuovamente fuori!

    "Io lo ammazzo!!
    Giuro che te la faccio pagare."


    Alla sua successiva proposta rimasi un attimo incerta.
    Insomma adesso o accettavo e continuavo a giocare con lui, o facevo la ragazzina che in realtà non sapeva neanche da dove iniziare e me ne tornavo a girovagare senza meta fuori di qua.

    "Forse era meglio togliere le tende, questo non era posto per me!
    Si, adesso mi invento qualcosa e declino l'offerta."


    Ok, ti seguo!

    "niente alla fine non ce l'avevo fatta.
    La voglia di prendermi la rivincita, di giocare un atro po' con questo strano tipo mi stuzzicava troppo per lasciar perdere adesso!"


    Aggiunse che non voleva essere lui a valutarmi e mi strinsi nelle spalle.

    Come vuoi tu, anche se non mi dispiacerebbe vedere come usi quella…


    Indicai la frusta e ad essere onesta ero davvero e sinceramente curiosa di vederlo all'opera.
    Se dovevo davvero sottostare a questa inutile cosa, almeno mi sarei divertita un po' e avrei visto qualcosa d'interessante.
  9. .
    "Le parole di lui mi innervosivano ancora di più!
    Dannazione!
    Sono stata una stupida!
    E tutta colpa di quel tocco.
    Non lo sopportavo!"


    Non potevo farci nulla era quasi un gesto incondizionato.
    Qualcuno mi sfiorava nel modo sbagliato e scattavo come una molla.
    Mi sentivo quasi come un esperimento di Pavlov.
    Era più forte di me!
    Si scatenavano in me reazioni che non riuscivo a sopprimere, non del tutto almeno.
    Il tono...
    I modi…
    Tutto di lui mi diceva che stava letteralmente gongolando per quella sua vittoria.
    Era soddisfatto, era riuscito a farmi scattare, mentre io, anche se cercavo di non darlo a vedere, rodevo per essere scattata così!
    Quando però mi disse che non potevo fare quello che volevo, accennai un sorriso divertita.

    "Professorino, hai sbagliato persona.
    Se non mi dai un buon motivo per non infrangere le regole, quando vorrò non esiterò a farlo.
    Non sono una che bada alle conseguenze, non so se ci hai fatto caso…"


    Ad un tratto lo vidi avvicinarsi e quella sensazione di fastidio che provavo nel fatto di essermi fatta scoprire così, si trasformò in qualcosa altro.
    Indietreggiai automaticamente di un passo.
    Adesso ero io ad essere sospettosa e…
    E poi aveva uno sguardo diverso, non era quello tranquillo di sempre, né quello soddisfatto di poco prima, aveva qualcosa di diverso.
    Quando concluse la sua frase sulla gelosia, lo guardai per poi essere io a tranquillizzarlo.
    Già, anche se si era avvicinato in quel modo che mi aveva fatto temere chissà che cosa, alla fine il suo intento era quello di rassicurarmi. (?)

    Sta volta tocca a me tranquillizzarti.
    Con me sei fuori pericolo, non sono una che si ferma troppo a lungo nello stesso posto, se non ce n'è motivo.
    Ci sono buone probabilità, per tua fortuna…
    Che non mi riveda mai più.


    Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno.
    Del resto mettere le cose in chiaro ormai poteva portarmi solo vantaggi.
    Non avevo ancora trovato un motivo per rimanere qui e io non ero fatta per vivere rinchiusa fra quattro mura, per quanto grandi e belle come queste dell'accademia.
    Quello che mi sorpresero però furono le sue parole finali.
    Inclinai la testa leggermente di lato, quasi come se non capissi.

    "Si stava scusando davvero?
    Con me?!"

    Direi che sei pieno di sorprese.
    In fondo così stuzzichi solo di più la mia curiosità.
    Se mi sai tenere testa il gioco potrebbe piacermi anche di più


    Avevo ri-assunto la mia solita faccia da schiaffi.
    In fondo adesso non si aspettava sul serio che avrei fatto la brava, no?
    Non penso proprio, anzi…
    Il fatto che mi avesse fatto cadere come una ragazzina, mi invogliava di più a farlo cedere nuovamente.
    Mi ero sentita presa in giro e ferita nell'orgoglio.
    Chiamatemi capricciosa o bambina, ma dovevo fargliela scontare in un modo o nell'altro!
    Aggiunse poi anche il fatto che la frusta era sua arma e lo guardai sorpresa.

    "Arma?
    Davvero?"

    Aveva attirato la mia curiosità.
    In un attimo con quell'ultima parola mi aveva fatto mettere da parte qualsiasi cosa avessi pensato fino a quel momento.

    La tua arma principale?


    Chiesi ripetendo la sua frase.
    Adesso ero davvero curiosa di vederlo in azione.
    Una frusta come arma principale... Era parecchio strano.
  10. .
    Aggiungo un'altro set con due personaggi che mi piacciono tanto tanto x3

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  11. .
    Mi irrigidì un attimo quando lo vidi avanzare e mi misi pronta.
    Non ero certo tipo da farmi prendere in contro piede.

    "Insomma…
    Ok, mi era sembrato timido e impacciato, ma nella vita non si sa mai."


    Iniziò a parlare e lo ascoltai, quando poi chiuse la porta mi voltai verso di lui indietreggiando di un passo.

    "Non so cosa tu abbia in mente Kazel, ma porta aperta, o chiusa.
    Avvicinati e ti faccio cadere le mani!"


    Lo ascoltai parlare attentamente e non capì le sue parole.

    "Giocare solo con lui?
    Geloso?
    Uno dei tanti?
    Hey, hey amico frena!!
    Mi sa che hai preso una bella svista"


    Mi bloccai totalmente quando sentì la sua mano sui mie capelli e fu istintivo.
    Sollevai il braccio e con un gesto rapido della mano allontanai la sua.

    "Non.devi.toccarmi."


    Lo so può sembrare strano ma non potevo farci nulla, certe abitudini erano difficili da mettere da parte e io sapevo bene quali erano le uniche mani che potevano farlo.
    Non aveva importanza che fosse morto, che non c'era più.
    Non sopportavo il tocco di nessuno, sopratutto se gentile come quello che mi aveva rivolto Kazel.
    Mi spostai in modo che non potesse raggiungermi con le mani e dovetti usare tutto il mio autocontrollo per non rivolgermi male.
    Già il fatto che lo avessi scacciato in quel modo mi dava fastidio.
    Era come dire che anche io potevo provare fastidio per qualcosa, che avevo un punto debole e questa cosa mi innervosiva.

    "Non capivo!
    Non capivo davvero perché nonostante lui non ci fosse più, ancora sentissi il bisogno di sottostare alle sue regole."


    Presi il posto che prima occupava Kazel e mi poggiai sulla scrivania.
    Anche se per un attimo potevo essere sembrata frastornata per quel gesto mi ricomposi subito e con tutto il mio autocontrollo, riassunsi la mia espressione tranquilla.

    Credo che tu abbia frainteso prof..


    E sue questo puoi starne sicuro.

    Io.faccio.quello.che.voglio.


    Lo guardai con aria di sfida e indisponente.
    Avevo già avuto un padrone, adesso ero libera, ero libera di poter infrangere qualunque regola, qualunque divieto!
  12. .
    "Ed eccolo lì!
    Bla… Bla… Bla…
    Oddio parlava davvero troppo a volte!!
    Kurtis così…
    Kurtis colà…
    Non posso rivelarti la motivazione~
    Ma allora perché parli?!"

    Scossi la testa.
    Niente era davvero ingenuo!
    Non lo sa che è meglio tenere la bocca chiusa in certe situazioni?!
    Così non fa altro che aumentare la mia curiosità.
    Alla mia domanda si voltò di spalle.

    "mmh?
    Che gli prende adesso?"


    Storsi le labbra aggrottando leggermente la fronte, non capendo la sua reazione.
    Tutto mi aspettavo tranne che si voltasse così.

    "Mi sa che ho tirato troppo la corda, vero?
    Aaaah!
    E io che pensavo potessi divertirmi di più!"


    Quando iniziò a parlare spiegando l'utilizzo della stanza mi insospettì.
    Prima, era diventato rosso e impacciato quando mi aveva proposto di venire qui, e aveva tenuto a specificarmi che non saremmo entrati dentro, facendomi dare adito che questa fosse esattamente la sua stanza personale.
    Quindi….

    "Qui c'è qualcosa che non mi torna"


    Lo vidi voltarsi sembrò quasi cambiare atteggiamento.
    I miei sensi si acuirono.
    Ero terribilmente sospettosa e quando non sapevo che aspettarmi mi tenevo pronta alla qualunque, anche al peggio.
    Lo lasciai spostarmi con la mano leggermente confusa da quel suo cambio d'atteggiamento.
    Rimasi sulla soglia anche dopo che lui mi invitò ad entrare.
    Io non sapevo benissimo che aspettarmi e non ero proprio sicura di riuscire a scappare da Kazel se la situazione si fosse fatta poco carina per me.
    Mi decisi ad entrare dopo una manciata di secondi ma mi bloccai sullo stipite osservando la scena che mi si parò davanti.
    Sollevai le sopracciglia e gli rivolsi un sorriso leggermente sghembo e furbo.
    cercando di non ridere.

    "Ok, lo so…
    Lo so..
    Non era il caso di fare la spavalda, ma che volete farci la mia faccia di bronzo non mi abbandona mai."


    Sa professorino. Credo che ci sia un equivoco….


    Mi appoggiai con la spalla allo stipite della porta e mi portai la ciocca del lato pià lungo dei miei capelli dietro l'orecchio.

    Non la facevo tipo da questi giochini…


    Il mio tono e la mia espressione davano adito ai riferimenti non proprio candidi, ma era lui a istigarmi certe battute.

    E davvero mi spiace terribilmente deluderla ma…. Ma preferisco essere io quella a comandare.


    Ok, avrei dovuto smetterla ma io ero ancora convinta, nonostante questo cambio d'atteggiamento che in fondo fosse un tipo impacciato in certe cose e che adesso il suo intento fosse tutt'altro che propormi qualche sua strana tendenza, quindi… Non avevo resistito a continuare con il mio sarcasmo.
    Detto questo se si fosse rivelato tutto il contrario sapevo come fargli tenere le mani a posto.
  13. .
    Quella specie di gelatina, sbarra pollo gigante mi aveva ignorata!
    Parlava solo con Kazel!

    "Ma tu guarda che maleducato!"


    Ascoltai la loro conversazione e quando la caramella gommosa gli fece notare che mi aveva portato qui perché era interessato a me, cercai appositamente lo sguardo di Kazel, sorridendo furba.

    "Chissà se si sentiva ancora più a disagio con me che lo guardavo?"

    Lui sviò il discorso e io ridacchiai portandomi una mano vicino alla bocca scuotendo la testa.

    "Davvero ti imnteresso?
    Uuuuh!
    Ma così mi rendi le cose più facili e i giochi più divertenti, lo sai?"

    Finalmente poi Kurtis si rivolse a me e mi degnò di un attimo d'attenzione.
    Mi disse di fare la brava, minacciandomi fra virgolette che se non avessi fatto la brava mi avrebbe cacciato via.

    "Oh sai che grande minaccia…
    Comincio a non avere più un motivo per stare qui…
    Se non ne trovo uno, me ne andrò via io stessa!"


    la cosa che mi sorprese, fu che mi fece perfino un apprezzamento!

    "Wow|
    Non pensavo di riscuotere successo perfino fra i pennuti!



    Mi chiamo Leila…


    Non aggiunsi altro.

    "Che dovevo fare?
    Promettergli che avrei fatto la brava?"


    Sorrisi divertita.
    Non ero mai stata quella che si dice una persona mansueta.
    O almeno, dovevi essere una persona ben precisa e avere un nome ben preciso per avere la mia più totale obbedienza e devozione.
    All'infuori di lui…
    Bhè all'infuori di lui, non contavi assolutamente nulla per me.
    Il pinguino se ne andò e rimasi sorpresa.
    Avevo intuito che fosse un famiglio, ne avevo già visti altri, ma non pensavo fosse del professorino.
    Mi rimisi dritta e lo ascoltai parlare.
    Insomma, era davvero così forte come diceva?

    Sarà…
    Ma a me sembra una specie di caramella!


    Mai toccare il famiglio di qualcuno, vero?
    Non è mai consigliabile, eppure era divertente, insomma, provocare Kazel, giocare con lui…
    Non potevo farci nulla, era stimolante e un ottimo modo per ammazzare il tempo.
    Rimasi piacevolmente colpita quando mi chiese se mi divertissi con lui.
    Accentuai ancora di più il sorriso e mi stiracchiai leggermente portando le mani in alto.

    "Ma sentitelo, allora lo sa che mi prendo gioco di lui?!
    E io che lo facevo una sorta di sprovveduto!"


    Riabbassai le mani e mi strinsi nelle spalle.

    Solo un po' ...
    Più che altro qui non c'è nulla da fare e sei l'unico che mi da abbastanza soddisfazione, per cui…


    Ridacchiai e mi poggiai con le spalle alla porta che c'era dietro di me.

    Allora che volevi fare qui?
    A parte presentarmi il tuo famiglio, che non è sembrato per nulla interessato….

    Il mio sguardo si accese di una strana luce.

    "Ora lo mettiamo in serio imbarazzo!!"


    Kazel non mi dire che alla fine il tuo intento era farmi vedere la tua camera?


    Avrei voluto ridere.
    Ormai lo avevo inquadrato come un tipo impacciato e timido, vederlo in qualunque altro modo era fuori discussione.
    Il solo pensiero che avesse davvero potuto farlo per una cosa del genere era ridicolo.

    "Però…
    Mmmh..
    Però nella vita non si sa mai…
    Meglio evitarle certe situazioni."


    Che ne dici se invece mi metti alla prova?
    Insomma, non vorrai che si venga davvero a sapere che ti porti dietro le ragazze solo perché sono carine, giusto?
  14. .
    Reagiva in maniera adorabile.
    Lui arrossiva, balbettava e cercava perfino di assumere un atteggiamento serio.
    Mi spiegò perché non andava bene che mi comportassi così, ma…

    Professorino a me non interessa nulla.
    Nè di te, né della tua reputazione…
    Guarda ad essere sinceri non mi interessa neanche della mia.
    Figuriamoci poi se mi possa mai interessare quella di qualcunaltro!!
    Sei fuori strada se pensi che possa desistere solo per questo!


    Va bene Kazel Farò la brava…


    Nel dirlo sottolineai il suo nome, come a volergli fare capire che sarei stata al mio posto.
    Anche se nello spostarmi per mettermi al suo fianco arricciai nuovamente il naso.

    Già, avrei fatto la brava solo per una manciata di secondi…
    Poi avrei fatto di testa mia!!


    Ci incamminammo per i corridori dell'accademia e non persi occasione per memorizzarne ogni tratto.
    Ogni caratteristica, ogni aspetto.
    Qualche luogo lo avevo già visto.
    Nel girare notai una porta socchiusa e una strana ragazza che buttava all'aria dei vestiti, mentre si domandasse dove fosse qualcosa...
    Per osservare quella scena avevo inavvertitamente rallentato il passo.
    Quando me ne resi conto lo allungai nuovamente per raggiungere Kazel e prenderlo sottobraccio.

    Dobbiamo camminare ancora a lungo?


    Chiesi con l'aria divertita.
    No, non perché lo avevo preso nuovamente sottobraccio, ma perché quella che avevamo appena superato era la camera da dove avevo preso in prestito i miei abiti!

    Povera cara…
    Mi sa che non troverai i vestiti tanto facilmente…


    Prima che però il professorino mi guardasse male, lo lasciai andare portando le mani in alto, come se stessi facendo un segno di resa.

    Ah mi scusi!
    Vero.
    Non la posso toccare!
    Almeno a tre passi di distanza, giusto?
    Ma se la incrocio per strada devo anche mettermi sull'attenti e gridare signor sì signore?


    Ridacchiai prendendolo in giro e continuai a seguirlo.
    Certo però che era un tipo strano, insomma…
    Non mi era mai capitato qualcuno che si sentisse così obbligato alle apparenze che il suo ruolo comportava, né qualcuno che arrossisse solo per essere stato preso sotto braccio.

    Chissà cosa succederebbe se…
    Naaaaaa!


    Scossi la testa scacciando quei pensieri.
    un conto era divertirsi, ma ancora non lo avevo inquadrato sul serio per bene.
    Meglio non rischiare.
    Se dovesse rivelarsi diverso da come è stato finora, sarei finita nei guai.
    Qualcosa mi diceva che era nettamente più forte di me e anche con la mai bravura nelle fughe veloci dell'ultimo minuto, avrei avuto qualche difficoltà.
    Ad un tratto i miei pensieri furono interrotti dalla voce di Kazel.
    Ci eravamo fermati davanti a una camera e chiamò un certo Kurtis…

    Mmh?


    Guardai il professorino senza capire davvero fino a quando una specie di gelatina gigante verde non ci raggiunse.

    Oddio!
    Parla pure!!
    Ma che è?!

    Lo scrutai con attenzione.
    Sembrava una specie di pollo…
    Anzi no!
    Sembrava una di quelle caramelle gommose!!

    Chissà se era buono da mangiare…


    Mi portai una mano sul ventre.

    Era un po' che non facevo un pasto come si deve.

    Ci presentò, ma prestai poco attenzione a quello che disse Kazel e mi avvicinai a lui guardandolo come se stessi cercando di capire chissà quale mistero.
    Mi piegai sulle ginocchia in modo da essere alla stessa altezza e avvicinai il viso come a volerlo annusare.

    Secondo me è commestibile!


    Lo toccai con l'indice, come a premerlo leggermente all'altezza di dove credevo si trovasse lo stomaco.

    Era pure morbido!


    Ciao!


    Gli rivolsi un sorriso salutandolo e mi voltai verso Kazel per poi guardare nuovamente Kurtis.

    Secondo me devi essere davvero buono…


    Lasciai cadere la frase lì rialzandomi mentre lo guardavo con gli occhi furbi.

    Si insomma, per poter sopportare uno come lui!


    Indicai con il pollice Kazel e lasciai che non capissero a cosa mi riferissi con "buono".

    Secondo me però...
    Davvero poteva essere un ottimo piatto da mangiare!
  15. .
    Scesi dalla ringhiera elegantemente e alla sua frase dovetti davvero mordermi le guance per non ridere.

    "Non potevo crederci!
    Prof. se fa così però mi rende il gioco più facile!"


    E in effetti se mi diceva direttamente cosa fare per metterlo a disagio, o in difficoltà, mi serviva tutto su un piatto d'argento.
    Mi avvicinai al lui e poggiai le mie mani sulle sue spalle.

    "Però…
    Hai capito il timido professorino…
    Sentti qui che roba!"


    Mi alzai in punta di piedi e mi avvicinai in modo da potergli parlare vicino all'orecchio.

    Prof. è uno che da peso ai pettegolezzi?

    Chiesi con naturalezza, non perché mi interessasse davvero saperlo, era giusto per fargli capire che non avrei promesso nulla.
    Non mi sarei certamente privata dell'opportunità di vederlo in difficoltà.
    Con lentezza estenuante feci scivolare le mie mani dalle sue spalle alla sua schiena, mentre ri-appoggiavo l'intera pianta del piede a terra.
    Stavo per passargli avanti quando sentendo la sua ultima frase pronunciata così timidamente, ci ripensai.

    "Ora ci divertiamo un pochino.
    Vediamo come reagisce..
    Già solo per una frase così innocua è tutto rosso!!"


    In automatico mi morsi il labbro arricciando leggermente il naso.
    Era una cosa che non facevo di proposito, mi veniva automatico farlo quando stavo per combinare qualcosa che sapevo di non poter fare.
    Una mano riprese il suo posto sulla spalla di lui e con l'altra iniziai a premere delicatamente nei punti più duri della sua schiena.

    Dovrebbe rilassarsi un po' di più…

    E come se stessi facendo la cosa più naturale di questo mondo feci muovere le mie mani lungo la sua schiena aumentando, laddove sapevo si sarebbe sentita di più, la mia pressione.
    Sagomai attraverso i suoi vestiti l'intera sua figura per quelli che poterono essere due minuti scarsi ,poi con una leggera pacca finale sulla schiena mi spostai in avanti.

    Andiamo su!
    Faccia strada, la seguo!


    Mi portai accanto senza toccarlo e mi apprestai a seguirlo, come se nulla fosse, come se non avessi fatto assolutamente nulla.

    "Kazel è ironico come sia tu a preoccuparti che io possa fraintendere…
    Qui se c'è qualcuno che deve aver paura di essere "mangiato" non sono certamente io.
    E sta tranquillo…
    In fondo neanche tu.
    Io lo faccio solo per prenderti un po' in giro…
    Chissà cosa succederebbe se ti dicessi che il rosso ti dona…
    Aaaah!
    Sembra una di quelle ragazzine che arrossiscono per un non nulla.
    Però lo ammetto è adorabile per certi versi e poi...
    E poi così posso divertirmi di più."
51 replies since 14/8/2009
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