Gilgamesh Sabre

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    Nome: Gilgamesh Sabre
    Sesso: Maschio
    Età (età apparente): 33
    Data di Nascita: 4 Novembre 1E1862
    Luogo di Nascita: Grisolyum
    Razza: Umana


    Carnagione: Pallida
    Peso: 87 kg
    Altezza: 195 cm
    Occhi: Castani
    Capelli: Pelato
    Corporatura: Molto robusta
    Particolarità: Il suo corpo è disseminato di profonde cicatrici che riprendono a sanguinare ogni volta che Gilgamesh spinge il proprio corpo a battaglie impegnative e prolungate, la pesante armatura serve a tenere a bada queste cicatrici maledette in condizioni normali.

    Comportamento: è una persona molto riservata e "professionale", ma in combattimento risulta essere molto leale.
    Un perfetto mercenario che non si farebbe problemi ad uccidere un proprio caro, ma con il capriccio di voler combattere solo avversari potenti.
    è anche un appassionato di armi, spesso depreda le armi delle proprie vittime utilizzandole come trofeo di battaglia.

    Abbigliamento: Armatura scarlatta che copre tutto il corpo di Gilgamesh, esso è costretto ad indossarla in maniera permanente a causa delle cicatrici che porta.
    L'armatura possiede un vasto mantello grigio attaccato alle spalle.
    Essa sembra quasi costruita in maniera tale da non essere più rimuovibile in quanto le varie parti dell'armatura (guanti torso, gambali ecc...) sono praticamente un unico pezzo fatto apposta delle dimensioni precise del guerriero.
    Equipaggiamento: - Una spada dalla lama enorme e piatta, non affilata, fatta apposta per schiacciare e rompere qualsiasi cosa, essa si chiama Sekhmet che in una lingua antica significa "colei che è potente".
    Questa spada si dice che sia posseduta dallo spirito di una divinità ormai dimenticata e che chiunque riesca a maneggiarla può entrare in sincronia con tale divinità attingendo così ad un potere disumano, al costo però di una terribile maledizione che prosciuga il sangue e la lucidità mentale dell'utilizzatore.
    Essa viene portata da Gilgamesh alle spalle in posizione verticale, al di sotto del mantello.
    L'arma andrebbe utilizzata a due mani dato il suo esorbitante peso, ma la forza fisica di Gilgamesh è abbastanza colossale da permettergli un uso maneggevole anche ad una mano sola.


    Background:

    Di colui che vide ogni cosa, voglio narrare al mondo;

    di colui che apprese e che fu saggio in tutte le cose.



    Una storia che ha inizio con una nascita, come ogni altra, di un bimbo ordinario, destinato come tanti ad essere un patetico contorno, una mera comparsa all'interno della grande storia dell'umanità.
    Ma nessuno vuole mai intraprendere questa strada, si sa.
    C'è chi riesce ad elevarsi, chi riesce a smuovere qualcosa, chi invece fallisce.
    Questa storia non è nulla di tutto questo.
    Questa è la storia di una caduta rovinosa, di una perdita, di una maledizione e di una determinazione incrollabile.
    Gilgamesh, un ragazzo povero, privato di una madre e di un padre in così poco tempo, comincia a prendere in mano le armi in nome dell'odio, della collera, in nome di un dono: una forza innata, che piega anche le volontà più ferree.
    a 18 anni, uno spietato predone, la sua nomea eccheggia nelle provincie della città dei paladini: "Il Demone del Grande Ponte", colui che si apposta davanti al grande ponte di Grisolyum, che collega la città al mondo esterno, e obbliga i passanti armati a duellare fino alla morte.
    Un assassino con dei principi d'onore, ma pur sempre un assassino ingiustificabile.
    Può esistere redenzione per una tale bestia?
    La redenzione porta un ragazzo, dopo 2 anni di scontri, davanti al Demone del Grande Ponte, un paladino convocato a Grisolyum apposta per sterminare la minaccia.
    Per Gilgamesh è l'ennesima feccia, l'ennesima vittima, l'ennesima spada depredata.
    Lo scontro più impegnativo e soddisfacente della vita di entrambi.
    Quello scontro segna l'inizio della sua redenzione, la morte del Demone.

    'Non ti stai nemmeno impegnando, feccia paladina.'


    'Solo perché il nostro grande Demone qui sta facendo altrettanto.'
    Avanti, dov'è il tuo istinto omicida?'


    'Ehehe...non ti starai mica divertendo, feccia paladina?'


    '...Come mai prima d'ora.'


    'AHAHAHAHA...
    Ironico, è la stessa cosa che sto provando io, per la prima volta nella mia vita
    Ehi, feccia...posso sapere il tuo nome? Sarà qualcosa di complesso e orrendo, immagino.'


    'Puoi chiamarmi... Enkidu.'


    '...!'


    'Fa davvero così schifo il mio nome?'


    'No, no...è solo...un bel nome.'



    I due crollano, esausti.
    Per Gilgamesh sarebbe finita, la condanna è la morte.
    Eppure...le cose non vanno come pianificato, quell'uomo, Enkidu, è la sua ancora di salvezza.
    Perché ha liberato il Demone? Per un motivo molto semplice: nel suo sguardo, non ha visto occhi di Demone, ha visto occhi tristi e soli.
    Quel giorno, 20 Gennaio 1E1882, il Demone del Grande Ponte cessa di esistere, e finalmente nasce Gilgamesh.
    Per i due guerrieri, tuttavia, il destino ha ben altre sorprese.

    I due fuggitivi, vincolati ormai da un profondo legame di amicizia e rivalità, diventano cani randagi, nomadi, privi di un posto considerabile casa.
    Di villaggio in villaggio, si guadagnano da vivere cacciando mostri e belve feroci o scortando mercanti.
    Per Gilgamesh, tutto questo approccio è totalmente diverso, lui non era altro che una macchina da guerra a piede libero, ed ora, al fianco di Enkidu, sembra riuscire a guardare il mondo da un'altra prospettiva.
    Il loro viaggio, però, termina, 5 anni dopo.
    Enkidu e Gilgamesh arrivano ad Aurinko, ormai forgiati da diverse esperienze e viaggi interminabili, tutti affrontati fianco a fianco, diventando una coppia affiatata ed inseparabile.
    Aurinko è il villaggio natio di Enkidu, il quale ormai è stanco di viaggiare e desidera solo tornare ad una vita pacifica, lontano dal pericolo.
    In realtà è stato colpito da una tremenda malattia, probabilmente mortale e incurabile, ed è quindi ad Aurinko che spera di godersi i suoi ultimi anni di vita.
    Gilgamesh è furibondo, non ha intenzione di perdere il suo fidato compagno così in fretta, sarebbe disposto a tutto pur di salvarlo, ed è così che sente il richiamo di Sekhmet.

    "La Crepa"...è così che viene chiamata la caverna abbandonata a nord di Aurinko, per la sua iconica entrata a forma di grande crepa.
    La voce di Sekhmet proviene da lì, il cuore disperato e corrotto di Gilgamesh riesce a sentire il suo richiamo, non riuscendo a resisterle, esso entra seguendo la provenienza della voce.

    "Io sono Esso, Esso è Me"

    "Dall'abisso della sua anima, Esso è convocato al mio cospetto."

    "Liberami dalle catene opprimenti del fato, e il mio dono esaudirà i suoi desideri più oscuri."



    La voce risulta ipnotica per il disperato Gilgamesh, con quel dono potrà davvero salvare il suo amico Enkidu?
    La prigionia di Sekhmet si mostra agli occhi del giovane uomo.

    "Humbaba, il guardiano bestiale."

    "Esso deve ucciderlo con la sua stessa arma."



    Humbaba, così si chiama la belva mannara davanti agli occhi di Gilgamesh.
    La creatura, tuttavia, sembra completamente scarnificata e sanguinante da ogni punto del proprio corpo, mentre il volto sembra quasi un grumo di sangue unico, con denti aguzzi perennemente impregnati di sangue.
    Nonostante Gilgamesh non sia ancora stato visto, Humbaba continua a muoversi in maniera frenetica accompagnando ogni movimento con un ringhio di dolore e rabbia.
    La spada che la belva tiene in mano sembra essere grande almeno quando Gilgamesh stesso, una lama che pulsa di tonalità scarlatte, creata per spaccare e triturare le ossa: Sekhmet.
    La belva è enorme, ma Gilgamesh è determinato a ottenere quella spada.
    Nonostante la forza innata del ragazzo, la furia cieca di Humbaba è troppo soverchiante per un avversario solo.
    La creatura agita quella spada massiccia come se fosse una piuma, una cosa impossibile per chiunque, eppure le tonalità scarlatte della spada non cessano di spegnersi, per Gilgamesh sembra ormai la fine, finchè...
    Un fulmine a ciel sereno, un fendente luminoso, l'intervento provvidenziale di Enkidu che colpisce il braccio sanguinante di Humbaba privandolo della sua arma.
    La furia dolorante della belva, però, è incontrastabile...
    Il corpo fragile di Enkidu finisce alla mercè dei pugni di Humbaba, spezzando le sue ossa come burro e facendolo crollare a terra inerme e immobile.
    Alla vista di quella scena, il cuore di Gilgamesh sussulta e si dispera, per poi ardere di vendetta e oscurità.
    Sekhmet entra in suo possesso e le tonalità scarlatte riprendono.
    Gilgamesh danza, sotto una melodia di morte mentre i colpi di quella spada disintegrano le gambe, per poi spappolare le braccia, e infine macellano il torso e il volto della belva guardiana.
    è vittoria per Gilgamesh, ma il prezzo della vittoria viene pagato con una perdita e con una maledizione.
    Il corpo del sopravvissuto comincia a sanguinare in diversi punti del corpo, cominciano ad aprirsi ferite destinate a non rimarginarsi mai più, e fanno male, maledettamente male.
    La ferita più profonda, però, è quella aperta nel cuore, dalla perdita di un caro amico, mentore e rivale.
    Enkidu è morto.
    Gilgamesh è di nuovo solo.
    Il ciclo si ripete.
    Un nuovo Demone è apparso su questa terra.

    Anno 0, Seconda Era.
    Seyfert entra a sua volta in un nuovo ciclo, dove tutto si resetta, proprio come lui.

    Anno 5, Seconda Era
    Ora è diventato un fantasma spietato in armatura scarlatta, la stessa tonalità che quel giorno ha danzato.
    Esso è rinato dalle ceneri, tornando alle origini ma con un cuore ben più oscuro.
    Al suo fianco, però, qualcosa riesce ad impedirgli di diventare un Demone.
    Un piccolo Quetzal, rinchiuso all'interno della Crepa quello stesso giorno, tratto in salvo da Gilgamesh.
    Da allora, entrambi vegliano l'uno sull'altro, alleviando i dolori della maledizione che grava sul guerriero.
    Esso è un nuovo compagno...o forse...
    Ammettilo, non riesci a dividerti da lui.
    Vero, Enkidu?



    Caratteristiche:

    : Costituzione
    : Forza
    : Intelligenza
    : Destrezza


    Abilità: Punti Abilità 6 「0 in riserva」

    Sfregio Eolico: 「3 cariche」
    Gilgamesh impugna l'arma a due mani per poi eseguire una potente e veloce battuta in avanti, in una maniera simile ad una battuta di baseball.
    Il colpo è abbastanza violento e veloce da generare una raffica di vento con una potenza pari a quella di un piccolo uragano, che può provocare delle gravi lesioni o lanciare violentemente a terra un nemico non abbastanza robusto.

    Ultimatum: 「1 carica」
    Gilgamesh incita un ruggito animalesco, mentre Sekhmet comincia a brillare di una luce cremisi.
    In quel momento, Gilgamesh e Sekhmet entrano in risonanza, il peso dell'arma diventa nullo per qualche secondo permettendo al guerriero di sferrare colpi molto rapidi, concatenati e forti il doppio del normale.
    Questa abilità è denominata "Ultimatum" non tanto per l'avversario quanto per Gilgamesh: Al termine di questo stato, le ferite sul suo corpo cominciano a sanguinare ininterrottamente, obbligandolo ad interrompere lo scontro esaurendo le sue forze.

    Smeraldo di Enkidu: 「2 cariche」 6/25
    Enkidu lascia cadere sul corpo di Gilgamesh una piuma verde, la quale rinvigora il corpo del guerriero e cura le sue ferite.


    Famiglio:



    Nome famiglio: Enkidu
    Un Quetzal grande poco meno di un corvo, un uccello piuttosto raro e addirittura quasi leggendario.
    Dominato da un bellissimo colore verde acceso, mentre il petto è di colore rosso cremisi.
    Le tre code risaltano ulteriormente la maestosità dell'animale.
    Il rapporto tra Enkidu e il suo padrone Gilgamesh è molto profondo, Gilgamesh è molto protettivo nei confronti di Enkidu, mentre Enkidu riesce sempre a rischiarare il cuore corrotto del suo compagno.
    Il piumaggio di Enkidu ha forti proprietà curative, indispensabili per il proprio padrone, in quanto leniscono il dolore costante della maledizione.


    Cronologia Quest:






    Nome: Gilgamesh | Sesso: M | Età: 33 | Provenienza: Grisolyum | Razza: Umano | Cos;For;Int;Des |




    Abilità:
    Sfregio Eolico: 「3/3 cariche」
    Gilgamesh impugna l'arma a due mani per poi eseguire una potente e veloce battuta in avanti, in una maniera simile ad una battuta di baseball.
    Il colpo è abbastanza violento e veloce da generare una raffica di vento con una potenza pari a quella di un piccolo uragano, che può provocare delle gravi lesioni o lanciare violentemente a terra un nemico non abbastanza robusto.

    Ultimatum: 「1/1 carica」
    Gilgamesh incita un ruggito animalesco, mentre Sekhmet comincia a brillare di una luce cremisi.
    In quel momento, Gilgamesh e Sekhmet entrano in risonanza, il peso dell'arma diventa nullo per qualche secondo permettendo al guerriero di sferrare colpi molto rapidi, concatenati e forti il doppio del normale.
    Questa abilità è denominata "Ultimatum" non tanto per l'avversario quanto per Gilgamesh: Al termine di questo stato, le ferite sul suo corpo cominciano a sanguinare ininterrottamente, obbligandolo ad interrompere lo scontro esaurendo le sue forze.

    Equipaggiamento:
    - Sekhmet, la spada maledetta.
    Note Giocatore:
    Il volto di Gilgamesh è molto pallido e solcato da cicatrici lungo le guance.
    Il piccolo Enkidu è spesso appollaiato sulla spalla destra del guerriero.
    Gilgamesh è spesso silenzioso e riservato, i suoi modi di fare sono molto violenti, mentre Enkidu spesso svolazza tra le persone lasciandosi avvicinare senza problemi.
    è un appassionato di armi e non esiterebbe ad ingaggiare scontro mortale con uno sconosciuto per potergli sottrarre l'arma.






    Edited by Key.Sabine - 1/6/2018, 03:52
     
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    Davvero un pg stupendo, complimenti! :mki:

    Sfregio Eolico 3 cariche
    Ultimatum 1 carica

    Smeraldo di Enkidu 2 cariche, 25 PA

    Scheda accettata!
     
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