Una bella katana.

[20 Ottobre 2E5]

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    Che città decadente, questa Tereldan.
    Un commento secco e cinico fuoriesce dalla bocca del guerriero in armatura scarlatta, dopo giorni di viaggio ininterrotto alla ricerca della fantomatica capitale di Seyfert, ridotta ormai ad una rovina priva di gloria.
    Arrivato finalmente alle porte della città, Gilgamesh comincia a trovare particolarmente fastidioso e scomodo addentrarsi in quella città, già saltando alle conclusioni che non ci sarebbe stato nessun lavoro sporco interessante per lui e per il suo animo da mercenario.
    Inoltre, è sorprendente vedere il via vai di persone che entrano ed escono dai confini della città, sia in carovana in viaggio verso qualche altra città o villaggio che a piedi, alla ricerca di ingredienti o per svolgere commissioni di poco conto.
    Le persone lo fissano, con un'espressione sia incuriosita che intimorita da quell'armatura, ma in particolare è l'arma ad allontanare le persone.
    Sekhmet, i suoi sussurri tormentano quel guerriero maledetto in continuazione, mentre le ferite sul suo corpo, per oggi, non hanno ancora dato segnali di dolore.

    Per oggi ci fermiamo qui, Enkidu.
    Dice con un tono basso e svogliato, dando l'impressione di parlare da solo, o con un fantasma.
    E invece, il suo interlocutore, o meglio uditore, è un piccolo pennuto che svolazza felice attorno al guerriero, pigolando entusiasta come per dare una risposta positiva.
    Il volto del guerriero viene solcato da un sorriso, una smorfia facciale che probabilmente non fa molto spesso, se non in direzione di quel piccolo compagno che rimane al suo fianco, e continuerà a rimanerci.
    Mentre il guerriero si sposta dalla via principale per sedersi sulla base di una colonna distrutta un po' più lontano dalla via, Enkidu non sembra aver ancora esaurito le energie, svolazzando con il volto rivolto verso l'interno della città.
    Quella canaglia è come un libro aperto per Gilgamesh, e viceversa.

    Ho capito...non metterci troppo però, ok?
    Gli raccomanda il guerriero, come una madre farebbe con il proprio figlio, lasciandolo volare libero in direzione del centro città, senza però seguirlo.
    Ripone davvero tanta fiducia in quel pennuto, si sente davvero sicuro della sua incolumità o è solo la città decadente a dargli senso di sicurezza?
    Sarebbe da stupidi abbassare la guardia in questo modo, si fida davvero delle capacità del suo amico, della sua velocità e intelligenza.
    Seduto su quella colonna, il suo sguardo torvo si abbassa, cerando di riposarsi dal viaggio che ha passato begli ultimi giorni.



    Nome: Gilgamesh | Sesso: M | Età: 33 | Provenienza: Grisolyum | Razza: Umano | Cos;For;Int;Des |




    Abilità:
    Sfregio Eolico: 「3/3 cariche」
    Gilgamesh impugna l'arma a due mani per poi eseguire una potente e veloce battuta in avanti, in una maniera simile ad una battuta di baseball.
    Il colpo è abbastanza violento e veloce da generare una raffica di vento con una potenza pari a quella di un piccolo uragano, che può provocare delle gravi lesioni o lanciare violentemente a terra un nemico non abbastanza robusto.

    Ultimatum: 「1/1 carica」
    Gilgamesh incita un ruggito animalesco, mentre Sekhmet comincia a brillare di una luce cremisi.
    In quel momento, Gilgamesh e Sekhmet entrano in risonanza, il peso dell'arma diventa nullo per qualche secondo permettendo al guerriero di sferrare colpi molto rapidi, concatenati e forti il doppio del normale.
    Questa abilità è denominata "Ultimatum" non tanto per l'avversario quanto per Gilgamesh: Al termine di questo stato, le ferite sul suo corpo cominciano a sanguinare ininterrottamente, obbligandolo ad interrompere lo scontro esaurendo le sue forze.

    Equipaggiamento:
    - Sekhmet, la spada maledetta.
    Note Giocatore:
    Il volto di Gilgamesh è molto pallido e solcato da cicatrici lungo le guance.
    Il piccolo Enkidu è spesso appollaiato sulla spalla destra del guerriero.
    Gilgamesh è spesso silenzioso e riservato, i suoi modi di fare sono molto violenti, mentre Enkidu spesso svolazza tra le persone lasciandosi avvicinare senza problemi.
    è un appassionato di armi e non esiterebbe ad ingaggiare scontro mortale con uno sconosciuto per potergli sottrarre l'arma.






    Edited by Pappo il Barbone - 3/2/2016, 17:38
     
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  2. Gatsu³
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    Hishimura stava camminando per le vie del centro. Le grandi bancarelle multicolore portavano allegria nel suo cuore, e vedendo la gente felice si sentiva bene.
    Era tornato da una missione a sud, e la sua attuale ricerca non aveva dato risultati.
    Stava cercando altri samurai come lui per entrare a far parte di un nuovo gruppo. Dal momento che era stanco di continuare ad accettare lavori sotto pagamento e soprattutto da solo. Non si era mai abituato alla solitudine e spesso ripensava ai suoi compagni. Con il passare degli anni gli mancava sempre di più il gioco di squadra e la compagnia di guerrieri come lui.

    Una donna ad un tratto cadde per via del peso che stava trasportando. Una cesta straripante di patate che la fece barcollare e le gambe le cedero, facendole rovesciare sulla strada.
    Vedendo ciò si precipitò verso di lei e si offrìì di aiutarla.
    La ringrazio, signore.. disse la donna sorridendo.
    L'aiutò a rialzarsi e raccolse le patate sparse ai loro piedi.
    Dopodichè se ne andarono ognuno per la loro strada.
    Quando si voltò dall'altra parte la sua attenzione ricadde su uno strano pennuto.
    Stava svolazzando in solitaria tra le baracche.
    Non aveva mai visto un'esemplare così bello. Incuriositò tentò di chiamarlo imitando il fischiettio degli uccellini.


    Gv8Fk5r
    Nome: Hishimura Nakano| Sesso: M | Età: 32 | Provenienza: Tereldan | Razza: Umano | Des; For; Cos; Int; |




    Abilità:

    Turbine tagliente : 「2 cariche」
    Al massimo della concentrazione, invocando gli spiriti del vento richiama nelle sue lame un fendente che se ben assestato può tagliare in due qualsiasi cosa che intralci il suo percorso.

    Lama velenosa : 「4 cariche」
    Cosparge la lama di veleno della vedova nera e colpisce il nemico con un attacco velenoso.


    Equipaggiamento:
    -Una Katana corta
    -Una katana lunga, demoniaca
    -Borraccia con veleno di vedova nera

    Note Giocatore:
    Silenzioso osservatore. Un samurai. Spirito di sacrificio.



     
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    E così il piccolo Enkidu svolazza felice sulle teste dei passanti della città, curioso di esplorare quel posto così devastato ma comunque così pregno di vita e bellezza.
    La cosa che più incuriosisce il piccolo è incontrare ogni volta gente nuova, gente particolare o gente dal animo buono, qualità che salta subito all'occhio del pennuto.
    Ad una prima occhiata, la gente di Tereldan sembra essere molto povera dal punto di vista materiale, abituata a vivere con lo stretto indispensabile e abituata soprattutto alla visione dei guerrieri più disparati, in cerca di opportunità di lavoro che con un po' di fortuna si presentano nella vecchia capitale.
    Una creatura come Enkidu salta subito all'occhio della maggior parte della folla, esso infatti è un uccello davvero raro caratteristico delle parti attorno Aurinko, quasi totalmente estinto dopo l'avvento del Cataclisma.
    Un guerriero, uno dei pochissimi presenti quest'oggi a Tereldan, vede subito la piccola canaglia che si diverte a fare piccoli slalom tra la folla, strappando di tanto in tanto anche qualche sorriso.
    Nonostante abbia già di suo adocchiato quell'uomo, già di prim'acchito una bella persona, esso tenta di richiamare il piccoletto con un suono d richiamo tipico dei passerotti, o comunque degli uccelli di piccole dimensioni.
    Avvicinatosi all'uomo, Enkidu comincia a volare in cerchio attorno alla zona delle sue spalle, divertito e felice di aver incontrato stavolta una persona buona, in quanto è davvero raro entrarne a contatto quando Gilgamesh è nei paraggi.
    Gironzolando attorno al guerriero, Enkidu nota il suo armamento, composto da ben due katane, una più classica e l'altra un po' più sottile, fermando il volo per osservarle entrambe con curiosità.



    Nome: Gilgamesh | Sesso: M | Età: 33 | Provenienza: Grisolyum | Razza: Umano | Cos;For;Int;Des |




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    Gilgamesh impugna l'arma a due mani per poi eseguire una potente e veloce battuta in avanti, in una maniera simile ad una battuta di baseball.
    Il colpo è abbastanza violento e veloce da generare una raffica di vento con una potenza pari a quella di un piccolo uragano, che può provocare delle gravi lesioni o lanciare violentemente a terra un nemico non abbastanza robusto.

    Ultimatum: 「1/1 carica」
    Gilgamesh incita un ruggito animalesco, mentre Sekhmet comincia a brillare di una luce cremisi.
    In quel momento, Gilgamesh e Sekhmet entrano in risonanza, il peso dell'arma diventa nullo per qualche secondo permettendo al guerriero di sferrare colpi molto rapidi, concatenati e forti il doppio del normale.
    Questa abilità è denominata "Ultimatum" non tanto per l'avversario quanto per Gilgamesh: Al termine di questo stato, le ferite sul suo corpo cominciano a sanguinare ininterrottamente, obbligandolo ad interrompere lo scontro esaurendo le sue forze.

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    Il volto di Gilgamesh è molto pallido e solcato da cicatrici lungo le guance.
    Il piccolo Enkidu è spesso appollaiato sulla spalla destra del guerriero.
    Gilgamesh è spesso silenzioso e riservato, i suoi modi di fare sono molto violenti, mentre Enkidu spesso svolazza tra le persone lasciandosi avvicinare senza problemi.
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  4. Gatsu³
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    Il fischiettio emanato da Hishimura aveva attirato l'attenzione del pennuto. Infatti quest'ultimo viró verso la fonte del suono ed inizio a svolazzargli attorno con un atteggiamento amichevole ed incuriosito. La suaattenzione era rivolta al suo equippaggiamento in particolar modo le due katane. Hishimura distolse la sguardo verso le katane guardando il pennuto e gli rivolse la parola dicendo con tono amichevole Ah! Ti interessano queste? alzandole verso l'animale. Sei un buon intenditore aggiunse sorridendo.


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    Nome: Hishimura Nakano| Sesso: M | Età: 32 | Provenienza: Tereldan | Razza: Umano | Des; For; Cos; Int; |




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    Edited by Pappo il Barbone - 5/2/2016, 21:37
     
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    L'uomo nota al volo l'interesse di Enkidu nelle due armi, mostrandogliele in maniera più chiara alzandole verso di lui.
    Il pennuto è molto intelligente e conosce in maniera impeccabile il suo compagno, sa benissimo quanto l'incontro con questo guerriero potrebbe spezzare la noia che attualmente lo sta attanagliando, è in grado di riconoscere la fattura di un'arma e se questa potrebbe attirare l'attenzione di Gilgamesh.
    Davanti a quel guerriero, Enkidu si mostra ancora una volta sinceramente entusiasta e contento, voltando il corpo verso l'uscita dalla quale il pennuto era arrivato, a pochi metri dal guerriero.
    L'intento del piccoletto è quello di far capire al suo interlocutore di seguirlo verso quella direzione, pigolando diverse volte con il volto rivolto ancora verso l'uomo, per poi svolazzare verso l'uscita in maniera non troppo veloce, in modo da rimanere visibile anche in mezzo al via vai di gente.
    Per quanto Enkidu sia davvero un'animale acuto e intelligente, è un peccato che non possa esprimersi in maniera chiara, almeno così si riuscirebbe a capire come faccia una tale bellezza a rimanere fedele e affezionata ad una persona così oscura e cupa come Gilgamesh.
    E nel frattempo, il guerriero scarlatto sembra essersi appisolato, ancora seduto su quella colonna distrutta e accerchiato da un paio di persone incuriosite dal guerriero.



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  6. Gatsu³
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    Hishimura notò che il pennuto era molto contento che gli avesse mostrato meglio le sue armi. A quel gesto piano piano l'uccello incominciò ad allontanarsi ma con movenze che richiamavano Hishimura a seguirlo.
    Stupito e incuriosito dal suo richiamo lo seguì e nel frattempo pensava tra sé a tante domande Dove mi stà portando? Avrà un padrone? Qual è il suo scopo? E se fosse una trappola per rubarmi le armi?.
    Camminava tra la folla guardando verso l'alto per non perderlo di vista, si stavano dirigendo fuori dalla città.
    E così incominciò ad esser più cauto e attento, rallentando il passo e osservando non solo il cielo ma anche le persone se avevano un passo affrettato o prudente.
    Insomma, un situazione che gli faceva intendere che poteva essere una trappola o imboscata.
    Ad un tratto sul lato della strada c'era una folla riunita, da cui si scrutava una alta colonna.
    Per un momento Hishimura pensò stessero attuando un qualche rito o cerimonia, vista l'affluenza verso quella colonna.
    Ma il vociare sottovoce della gente lo mise in guardia.
    Hai visto com'è conciato?
    Mi sembra pericoloso?
    Secondo me è un mercenario!
    Sta zittò che ti sente!

    Distratto dalla folla aveva perso di vista l'uccello e alzò lo sguardo per capirne l'attuale posizione.


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    Il brusio della gente in sottofondo ha sempre infastidito Gilgamesh, soprattutto quando tenta di riposare dopo un viaggio parecchio lungo ed estenuante.
    In poco tempo, davanti alla colonna si forma un nugolo di gente incuriosita e inquietata dalla presenza del mercenario, il quale tenta invano di chiudere gli occhi per poter dormire un po'.

    "Che seccatura...mi viene quasi voglia di uccidere questa gente, ma poi Enkidu comincerebbe a tenermi il broncio e ad arrabbiarsi..."
    Pensa Gilgamesh, aprendo gli occhi per poi colpire violentemente la colonna sulla quale è seduto, provocando un fragore non indifferente e crepando ancora di più quella colonna.
    Nel frattempo, Enkidu è tornato, accucciandosi sulla spalla destra del suo fidato compagno, pigolando felice.

    Mh...ci hai messo meno tempo del previsto, è strano da parte tua.
    Beh, sei soddisfatto ora, Enkidu?

    Enkidu compie un cenno col capo, facendo intendere che non ha più bisogno di girare per la città, e dopo quel movimento, gira lo sguardo pigolando, lanciando una tenera occhiata al samurai, che nel frattempo ha raggiunto il luogo dove si è riunita la folla, la quale pian piano comincia a diradarsi intimorita dopo quel colpo fragoroso di Gilgamesh.
    Gli sguardi dei due combattenti, alla fine, s'incrociano e gli occhi di Gilgamesh cadono inesorabilmente sulle due lame possedute dal samurai.

    L'hai trovato tu?...Che bel pensiero, anche questo è strano da parte tua.
    Enkidu assume uno sguardo deluso, pensando che Gilgamesh avrebbe apprezzato di più l'aver trovato un'arma di così bella fattura e probabilmente unica o comunque rara.
    Il pennuto sale sull'elmo del suo amico e comincia a dargli qualche beccata dispettosa che, nonostante la durezza dell'indumento, Gilgamesh sente abbastanza bene.
    Quel becco dev'essere davvero duro e forzuto.

    Ehi, piantala...ho capito, ho capito, hai fatto un bel lavoro!
    Esclama Gilgamesh con uno sguardo di resa, mentre Enkidu smette di punzecchiarlo divertito e soddisfatto.

    Alla fine, dopo aver visto quelle spade, la stanchezza di Gilgamesh sembra come svanita, mentre si alza in piedi sulla colonna, portando una mano sull'elsa del suo spadone portato dietro la schiena.
    Compie un balzo furioso in direzione dell'altro guerriero, nel mentre è a mezz'aria estrae completamente la sua arma e la porta in avanti, in maniera tale da farla schiantare violentemente contro il samurai.
    Il colpo risulta facilmente schivabile, anzi sembra quasi che nemmeno Gilgamesh voglia colpire il suo avversario con quel colpo.

    Ehi... Bella quella katana.
    Dice Gilgamesh una volta arrivato al suolo, indipendentemente dall'esito del suo colpo.


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  8. Gatsu³
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    Hishumura scrutando il cielo e girandosi attorno in cerca del pennuto ad un tratto alle sue spalle rieccheggiò un fragoroso frastuono. Cos'è stato? si chiese fra sè e sè. Si girò di scatto vide le persone diradarsi impaurite. Con il loro spostamento rivelarono una persona, un guerriero seduto accanto alla colonna. Si accorse che sulla sua spalla destra si era appoggiato il pennuto di prima e con il cenno del capo lo aveva indicato. Gli sguardi di entrambi i guerrieri si incrociarono sotto la luce abbagliante del sole.

    Il guerriero e il pennuto sembrano scambiarsi qualche parola quando poi l'uccello iniziò a beccargli l'elmo.
    Hishimura vide la compatibiltà tra le due creature e capì che quell'uomo era il padrone dell'uccellino.
    Il suo stato di allerta si accese e lo mise in guardia e con la mano sinistra si appoggiò sui due manici delle katane.

    All'improvviso ma non inaspettatamente, il guerriero dall'armatura rossa e lucente si alzò e all'improvviso con uno scatto poderoso balzò verso Hishimura e a mezz'aria estrasse completamente il suo spadone.

    Era abbastanza prevedibile il suo attaccò, e dall'addestramento di Hishimura risultò molto semplice evitare quel colpo. Sospetto anche che lo avesse fatto di proposito. Quando si ritrovò al suolo gli disse
    Ehi... Bella quella katana..

    A quell'affermazione Hishimura avvicinò la mano destra alla katana di suo padre, quella con la custodia con gli inserti oro e di colore nero, e impugnandola ne estrasse 5 cm, come pronto per il contrattacco.
    Come tutti i samurai non attaccò subito ma si limitò a rispondere:
    Altrettanto posso dire della tua armatura.


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    Il samurai schiva quel rozzo attacco con estrema facilità, mentre intanto Gilgamesh raggiunge la terraferma causando un solco non indifferente nel punto dove il suo spadone ha colpito, facendo intuire piuttosto bene le potenzialità distruttive di quell'arma.
    Buona parte delle persone cominciano a correre verso le mura della città, alcune nel panico più totale correndo con foga, mentre altre si allontanano abbastanza da stare la sicuro ma interessate a vedere l'evolversi della situazione, forse sperando in uno scontro abbastanza violento.
    Gilgamesh alza la sua arma, il movimento è piuttosto lento e goffo ma esso sta brandendo quell'arma massiccia ad una mano sola senza dare segni evidenti di sforzo, portandola in alto e appoggiandosela su una spalla in posizione verticale, mostrando in maniera molto chiara quell'arma al suo avversario, in particolar modo le venature nere presenti si di essa saltano subito all'occhio.

    "E' agile l'ometto..."
    Pensa tra sé e sé, studiando la sua posizione di guardia.
    Ehi, così mi fai arrossire...
    Commenta con tono provocatorio e ironico al complimento del samurai sulla sua armatura.
    Il piccolo Enkidu, nel frattempo, si è messo in una posizione di volo statico sopra le teste dei due uomini, con un volto preoccupato non tanto per il suo padrone quanto per la vicinanza dei due alla città, nella foga dello scontro potrebbero saltare fuori dei feriti... o dei morti.

    Sarebbe un peccato non aggiungere quelle belle lame che porti alla mia collezioni...
    Aggiunge divertito con un sorrisetto malizioso stampato in volto, cominciando a correre in direzione del suo avversario abbassando lo spadone fino a far sfiorare il terreno con la punta della lama, raschiando la terra e alzando un po' di polvere.
    Una volta abbastanza vicino al nemico, avrebbe fatto partire un pesante fendente verticale dal basso verso l'alto, con una forza tale da poter tranquillamente alzare da terra qualsiasi cosa avrebbe colpito.
    Se il colpo, tuttavia, non sarebbe andato a buon fine, l'energia accumulata si sarebbe dispersa, sbilanciando inesorabilmente il corpo di Gilgamesh per qualche istante.



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    Gilgamesh impugna l'arma a due mani per poi eseguire una potente e veloce battuta in avanti, in una maniera simile ad una battuta di baseball.
    Il colpo è abbastanza violento e veloce da generare una raffica di vento con una potenza pari a quella di un piccolo uragano, che può provocare delle gravi lesioni o lanciare violentemente a terra un nemico non abbastanza robusto.

    Ultimatum: 「1/1 carica」
    Gilgamesh incita un ruggito animalesco, mentre Sekhmet comincia a brillare di una luce cremisi.
    In quel momento, Gilgamesh e Sekhmet entrano in risonanza, il peso dell'arma diventa nullo per qualche secondo permettendo al guerriero di sferrare colpi molto rapidi, concatenati e forti il doppio del normale.
    Questa abilità è denominata "Ultimatum" non tanto per l'avversario quanto per Gilgamesh: Al termine di questo stato, le ferite sul suo corpo cominciano a sanguinare ininterrottamente, obbligandolo ad interrompere lo scontro esaurendo le sue forze.

    Equipaggiamento:
    - Sekhmet, la spada maledetta.
    Note Giocatore:
    Il volto di Gilgamesh è molto pallido e solcato da cicatrici lungo le guance.
    Il piccolo Enkidu è spesso appollaiato sulla spalla destra del guerriero.
    Gilgamesh è spesso silenzioso e riservato, i suoi modi di fare sono molto violenti, mentre Enkidu spesso svolazza tra le persone lasciandosi avvicinare senza problemi.
    è un appassionato di armi e non esiterebbe ad ingaggiare scontro mortale con uno sconosciuto per potergli sottrarre l'arma.




     
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  10. Gatsu³
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    A quella risposta Hishimura comprese che il guerriero davanti a lui non aveva brutte intenzioni ma in un secondo momento quest'ultimo gli rispose: "Sarebbe un peccato non aggiungere quelle belle lame che porti alla mia collezioni...", iniziando a correre.
    L'aria diventò pesante infatti i cittadini si allontanarono correndo via, altri rimasero, dal possibile scontro tra i due guerrieri.
    Hishimura sentì un brivido lungo la schiena quando il suo avversario si lanciò verso di lui portando la sua possente spada verso il basso disegnando una linea retta lasciata dalla scia di polvere e capì che questo attacco non sarebbe stato come quello precedente, azni sarebbe stato violento.
    In quegli istanti pensò le possibili azioni che poteva fare pur di evitare l'attacco e difendersi. Si stava preoccupando anche della posizione del suo compagno, il pennuto. Con occhio da scrutatore vide che il pennuto era lì sopra di loro, subito pensò tra sè: "Chissà perchè sta proprio sopra di noi, magari potrebbe attaccarmi prima del suo compagno per farmi abbassare la guardia, dando una maggior possibilità di successo dell'attacco di quest'ultimo".
    Ormai c'era poco da pensare, l'avversario era lì a pochi metri da lui! Di sicuro se si sarebbe parato con una delle sue katane, l'impatto sarebbe stato violento; mentre se si fosse scansato, quel colpo potrebbe colpire le persone su quella linea di vista, mettendo in pericolo le persone stesse. Pertanto estrasse velocemente la katana demoniaca, che poteva attutire ed assorbire gran parte dell' energia di quell'attacco poderoso.
    Le due lame si scontrarono emanando un'onda d'urto attorno ai due guerrieri.
    Quel colpo parato mosse di qualche centimetro indietro Hishimura, il quale sentì che quel spadone aveva dei particolari poteri o abilità infatti, dal momento che i due guerrieri erano attaccati, notò delle strane venature nere che correvano e si spargevano lungo la possente lama. E gli disse: "Sei abile, e la tua arma è unica come la mia. Ma non l'avrai mai."
    Detto ciò irradiò nella sua katana una forza originata dal ricordo dei suoi compagni periti per mezzo di essa, roteò il polso per svincolarsi dall'arma dell'avversario, cercando di sbilanciarlo per poi spostarsi di lato e contrattaccare. Fece un attaccò laterale mirando al fianco destro del nemico.


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    Nome: Hishimura Nakano| Sesso: M | Età: 32 | Provenienza: Tereldan | Razza: Umano | Des; For; Cos; Int; |




    Abilità:

    Turbine tagliente : 「2 cariche」
    Al massimo della concentrazione, invocando gli spiriti del vento richiama nelle sue lame un fendente che se ben assestato può tagliare in due qualsiasi cosa che intralci il suo percorso.

    Lama velenosa : 「4 cariche」
    Cosparge la lama di veleno della vedova nera e colpisce il nemico con un attacco velenoso.


    Equipaggiamento:
    -Una Katana corta
    -Una katana lunga, demoniaca
    -Borraccia con veleno di vedova nera

    Note Giocatore:
    Silenzioso osservatore. Un samurai. Spirito di sacrificio.



     
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    L'arma di Gilgamesh si scontra in maniera molto violenta contro quella del samurai, una katana apparentemente molto sottile e fragile, ma la quale riesce a bloccare con successo il colpo del guerriero scarlatto.
    Lo sguardo di quest'ultimo lascia trasparire molto stupore.

    "Come ha fatto a fermare Sekhmet con quello stuzzicadenti? Wow, la sua arma dev'essere magica o qualcosa di simile...fantastico!"
    L'azione successiva del samurai consiste nel respingere la spada di Gilgamesh per liberarsi da quella posizione per poi contrattaccare con un fendente laterale piuttosto rapido.
    Gilgamesh agisce d'istinto, senza però muoversi dalla sua posizione, venendo così colpito dal quel colpo, però piegandosi leggermente verso il fianco colpito per compattare l'armatura e attutendo così il colpo, il quale però, non riuscendo a penetrare l'armatura del guerriero, riesce comunque a danneggiare il corpo di Gilgamesh, seppur non in modo grave, come se l'arma fosse stata infusa di una qualche strana energia magica.

    Tsk...questo è giocare sporco.
    Dice in tono ironico, indietreggiando leggermente dalla posizione del samurai, pronto a preparare un altro attacco.
    impugnando la sua arma a due mani, sembra simulare una posizione piuttosto singolare, tenendo la spada dritta in verticale, come se fosse una mazza.

    Dì un po'...la tua lama come si comporta in una giornata molto ventosa?
    Esordisce pochi istanti prima di eseguire una battuta in avanti, verso l'avversario.
    Ad un occhio attento, sarebbe saltato all'occhio un brevissimo luccichio rosso delle venature nere sulla lama.
    Con quella battuta, una poderosa raffica di vento avanza con prepotenza in direzione del samurai, tagliente ed in grado di scagliare a terra i corpi più fragili.
    Il piccolo Enkidu intuisce al volo le intenzioni del suo compagno, allontanandosi in direzione di un albero alle spalle di Gilgamesh, lontano dall'area d'attacco d quello sfregio eolico.



    Nome: Gilgamesh | Sesso: M | Età: 33 | Provenienza: Grisolyum | Razza: Umano | Cos;For;Int;Des |




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    Sfregio Eolico: 「2/3 cariche」
    Gilgamesh impugna l'arma a due mani per poi eseguire una potente e veloce battuta in avanti, in una maniera simile ad una battuta di baseball.
    Il colpo è abbastanza violento e veloce da generare una raffica di vento con una potenza pari a quella di un piccolo uragano, che può provocare delle gravi lesioni o lanciare violentemente a terra un nemico non abbastanza robusto.

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    Gilgamesh incita un ruggito animalesco, mentre Sekhmet comincia a brillare di una luce cremisi.
    In quel momento, Gilgamesh e Sekhmet entrano in risonanza, il peso dell'arma diventa nullo per qualche secondo permettendo al guerriero di sferrare colpi molto rapidi, concatenati e forti il doppio del normale.
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  12. Gatsu³
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    L'avversario viene colpito ma lievemente, questo grazie alla sua armatura scarlata, particolarmente compatta, che ha attutito gran parte del colpo sferrato. Hishimura si rese conto che quella corrazza era fatta di un materiale o minerale prezioso (forse) perchè era riuscito a ferirlo leggermente nonostante che avesse attaccato con la sua katana demoniaca. La quale poteva causare danni maggiori perchè emana un'aura magica. Dopo aver sferrato il colpo, il suo avversario gli disse ironicamente: "Tsk...questo è giocare sporco.".
    Successivamente, quest'ultimo indietreggiò come se volesse caricare il prossimo suo attacco, Hishimura lo capì guardando la presa delle due mani sulla sua spada possente, assumendo una posizione piuttosto bizzarra, ossia quello di un boscaiolo, pronto a colpire orizzontalmente per abbattere l'albero in uno solo colpo o il più forte possibile.
    Nel frattempo si accorse che il pennuto si allontanò dal campo di battaglia, dirigendosi verso gli alberi dietro al suo padrone.
    L'attenzione di Hishimura fu interrotta dalle parole del nemico: "Dì un po'...la tua lama come si comporta in una giornata molto ventosa?".
    Mentre pronunciò quelle parole, notò che mentre stava sferrando il colpo, le venature nere della sua lama diventarono di un rosso brillante e sferrando il colpo provocò una poderosa raffica di vento.
    In un primo istante Hishimura fu investito da una tale forza che per poco non lo fece cadere all'indietro ma lo forza di quel vortice di vento si faceva sempre più forte a tal punto che HIshimura dovette, con un gesto chino, piantare la sua katana nel suolo fungendo da presa. Ma neppure quello gli bastò perchè la lama non affondò a sufficienza nel terreno per garantire un buon fissaggio.
    Hishimura volò indietro e venne avvolto dal vortice tagliente cadendo violentemente a terra provocando qualche livido al fianco destro.
    Hishimura d'istinto alzò il braccio sinistro per proteggere la parte alta del corpo e si procurò delle ferite per colpa di quel vento che tagliava come delle piccole lame.
    Una volta cessata la raffica di vento Hishimura si alzò da terra con la parte sinistra ammaccata.
    Diede uno sguardo di sfida al suo nemico e gli disse: "Se vuoi giocare col fuoco...ehm...col vento ti accontento subito!"

    Hishimura ispirò profondamente portando la sua concentrazione al massimo, assumendo una posizione eretta e impugnando la sua katana con la mano destra la portò verso il basso.
    Un'aria attorno a sè si alzò e pian piano si espanse verso l'esterno, dalla sua lama apparve una fiamma di color azzurro come se degli spiriti si fossero svegliati dal sonno.
    "Ora vediamo come te la caverai" disse Hishimura con voce da sfida e scagliò un fendente di vento verso il suo bersaglio.



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    La brezza evocata da Gilgamesh sortisce l'effetto speravo, con il samurai che non riesce a rimanere in piedi di fronte a quell'ondata di vento, venendo ferito in maniera discreta.
    "Eheheh...prendi questo."
    Le sorti dello scontro sembrano essere dalla parte di Gilgamesh, anche se è molto presto per pensarla in questo modo, del resto il suo avversario si rialza in fretta già pronto a contrattaccare.
    Concentrando uno strano potere magico attorno alla stessa lama demoniaca di prima, la porta verso il basso imbevendola di una fiamma rossa per poi farla vibrare in avanti, generando un fendente di vento ad altissima concentrazione.
    Di fronte a quella cosa, Gilgamesh quasi si lascia andare in una risata, non vedendo nessuna minaccia in quel colpo.

    "Che delusione..."
    Posiziona davanti a se la sua enorme spada, la lama è larga abbastanza da poter coprire buona parte del petto del guerriero, e attende l'arrivo di quel colpo, fulmineo e puntuale.
    Il fendente colpisce in pieno la lama di Gilgamesh, ma con una velocità e potenza molto elevata, tanto da provocare un forte fischio a contatto con l'arma.

    C-Cos..!?
    L'arma attutisce a fatica il colpo, tanto da far sbalzare all'indietro Gilgamesh di diversi passi, ritrovandosi a terra molto in fretta, è già un miracolo se quel colpo non abbia fatto sbalzare via Sekhmet dalla presa di Gilgamesh.
    L'arroganza del guerriero quasi gli è costata cara, è simbolo che lo scontro è ancora lontano dal dirsi finito.

    T-Tsk...non è nulla in confronto al mio attacco...!
    Esclama convinto, rialzandosi subito da terra.
    Considerando l'attuale distanza tra i combattenti, qualsiasi azione compiuta da Gilgamesh sarebbe stata letta e intesa con molta facilità, del resto non è molto rapido.
    Tuttavia, non può fare altro, per cui si lancia nella stessa carica eseguita prima, facendo strisciare di nuovo la lama di Sekhmet sul terreno, tentando di far credere all'uomo che avrebbe eseguito lo stesso attacco di prima, un fendente verticale dal basso verso l'alto.
    Tuttavia, una volta arrivato vicino alla posizione del guerriero, avrebbe rivelato le sue vere intenzioni, sferrando un potente gancio sinistro.



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  14. Gatsu³
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    L'avversario vedendo la concentrazione spirituale che Hishimura stava emanando, pose la sua enorme spada davanti a sè nel lato più largo. Infatti, la sponda del suo spadone era talmente grande che poteva coprire buona parte del corpo.
    Il fendente colpì l'avversario ma grazie al suo spadone l'attacco risultò un fiasco, il contatto tra lo spadone e la lama di vento creò un forte suono acuto come il suono prodotto del martello quando impatta con l'incudine. Ad ogni modo l'impatto violento ha costretto l'avversario ad indietreggiare per un paio di metri finendo a terra.
    Hishimura rimase stupito che il suo attacco non abbia procurato alcun danno ma soprattutto di quell'arma! Quest'ultima si sta rilevando una vera spina nei fianchi.
    Da una parte, Hishimura, si sentì rassicurato che anche l'avversario avesse le stesse difficoltà udendo quell'affermazione di stupore: "C-Cos..!?".
    "Questo scontro che si sta rilevando sempre più arduo ma allo stesso tempo interessante perchè era da tanto tempo che non avevo davanti a me un'avversario così esperto e tenace". pensava tra sè Hishimura.
    Come se gli avesse letto nel pensiero l'avversario gli disse rialzandosi da terra con voce di una persona che ha in mano la situazione: T-Tsk...non è nulla in confronto al mio attacco...!
    Ora i due guerrieri si trovavano distanti da una decina di metri l'uno dall'altro come all'inizio, come se lo scontro dovesse ancora cominciare ma ben due attacchi sono stati portati a termine.
    L'avversario si lanciò di nuovo come nel primo attacco ossia correndo facendo strisciare a terra la sua spada ed attaccare Hishimura con un fendente verticale dal basso verso l'alto.
    Capendo l'attacco del nemico che si stava avvicinando a lui, rinfilò la sua spada demoniaca nella sua custodia ed estrasse l'altra. Sapendo che il suo avversario ha un netto svantaggio a suo sfavore: è più pesante e lento nel muoversi e nell'attaccare, dal monento che la sua arma non è assai leggera, al contrario invece. Questo permettava ad Hishimura di capire in anticipo le intenzioni dell'avversario ma allo stesso tempo sapeva che gli attacchi risultavano violenti.
    Pertanto Hishimura comprese che gli attacchi da lontano non hanno alcun senso perchè poteva dar tempo al suo nemico di potersi difendere e prepararsi.
    Dedusse che era meglio attaccare in modo agile e rimanere sempre a contatto con la figura nemica.
    L'avversario ormai stava per sferrare il suo colpo e Hishimura era pronto a diffendersi e contrattaccare immediatamente con colpi di katana veloci, ma in realtà il fendente previsto del suo avversario risultò invece un gancio sinistro perchè la mano sinistra di quest'ultimo, nell'andare dal basso verso l'alto, si staccò dalla presa dello spadone. Questo gancio era ben carico perchè proiettava la stessa forza accumalata dal movimento della spada.
    Il samurai gli disse sorridendo sotto i baffi: Quale sciocco guerriero attacca per la seconda volta con lo stesso attacco!! Ti sei fregato con le tue stesse mani, o dovrei dire come se mi avessi sottovalutato!.
    L'addestramento da samurai permise ad Hishimura di sopraffare quel gancio sinistro e di prendere in pugno la situazione: anticipò il gancio prendendo l'avambraccio sinistro del nemico e con una mossa di judo lo mise a terra in brusco modo, portando il braccio sinistro del nemico dietro la sua schiena immobilizzandolo.
    Come avrai capito, noi samurai abbiamo altre doti; tra queste, una è quella delle arti marziali!
    gli disse Hishimura con tono sarcastico.


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    Edited by Gatsu³ - 21/2/2016, 15:40
     
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    Gilgamesh è davvero convinto di prendere di sorpresa il suo avversario, tuttavia le cose non vanno come sperato.
    Il samurai parte alla carica a sua volta, con in mente le stesse identiche intenzioni di Gilgamesh, ipotizzando senza troppi problemi il finto attacco del guerriero.
    Una volta abbastanza vicini, il samurai intercetta il gancio di Gilgamesh, bloccandolo senza problemi e imprigionandolo in una stretta, rigirandogli il braccio dietro la schiena con destrezza.

    E-Ehi...!
    Esclama realizzando la sua situazione di bloccaggio e impedimento, la stretta del samurai è davvero forte, si vede quanto comunque sia una persona forzuta, tanto da bloccare un fisico imponente come quello di Gilgamesh.
    Stai mettendo a dura prova la mia pazienza...aspetta solo che mi liberi...!
    Esclama Gilgamesh furibondo, cercando di dimenarsi con violenza, non riuscendo a fuoriuscire da quella morsa.
    "Tsk...l'avrò anche sottovalutato, ma ora è lui a sottovalutare me...crede che io sia uno stupido?"
    Pensa Gilgamesh, tentando di dare una testata da dietro al samurai per fargli disperdere l'attenzione e facendogli allentare la presa.

    Nel frattempo, a poche decine di metri dallo scontro, a sud di Tereldan, comincia ad udirsi una voce femminile, disperata.
    All'inizio è difficile da percepire, ma Enkidu la nota subito, avvicinandosi in fretta al suo padrone e al samurai per avvertire entrambi che qualcosa si sta avvicinando.
    Pochi minuti più tardi, si può notare una ragazza di giovanissima età, forse intorno ai 17 anni vestita con un'armatura in piastre d'acciaio.
    I movimenti della sua corsa sono disperati, così come la sua faccia e la sua voce nel mentre urla, cercando di attirare l'attenzione su di sé.

    A...Aiuto...AIUTO...!!
    Urla con foga, singhiozzando ad intervalli regolari e piangendo a dirotto.
    Una volta avvicinatasi abbastanza, è possibile notare diverse ferite sul corpo, non troppo profonde o gravi ma numerose.
    Arrivata di fronte ai due guerrieri, le sue gambe crollano e la costringono a piegarsi a terra.

    Aiu...tatemi...io e...amici siamo...andati e...loro...BWUAAAAAAHHHHH!
    Piangendo e singhiozzando di continuo, risulta essere davvero difficile comprendere ciò che sembra voler dire e, alla fine, si lascia andare in un pianto sonoro e irrefrenabile.
    Enkidu le si avvicina, tentando di risollevarle il morale pigolando e svolazzandole attorno, ma la ragazza non sembra nemmeno averlo notato.
    Tutto ciò che riesce a fare è piangere.



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