L'inaspettato ristoro

[5 Dicembre 2E5 - 9 Dicembre 2E5]

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  1. Aerith˜
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    Ero immersa nella sorgente quando Sara era ancora titubante sul da farsi. Nonna con un sguardo la incitò a proseguire, forse aveva paura della sua magia? Oppure aveva paura di svestirsi? Forse per gli altri popoli non è così normale mostrare le proprie nudità pensai starò più attenta in futuro allora.
    Finalmente Sara si decise ad entrare nella sorgente, veloce come un lampo si era svestita e con la stessa velocità si era immersa. Guardandola non riuscivo a capire perchè fosse così imbarazzata. Non capivo se ero io o se non le piaceva il proprio corpo. Guardai Mulieth e con uno sguardo ci intendemmo. Dovevo far tranquillizzare Sara. Mi avvicinai a lei, che si teneva strette le braccia intorno al seno e aveva un'espressione molto rigida. Allungai le mie braccia verso di lei e le presi le mani.
    Devi rilassarti. Se ti stai vergognando del tuo corpo sbagli nel farlo. Madre natura ci ha donato ogni piccolo dettaglio del nostro corpo, e noi lo riempiamo con la nostra anima. Non disprezzare ciò che sei, sarebbe come disprezzare ciò che ti ha dato la vita. Ogni singola creatura è bellissima così com'è solo per il semplice fatto di essere nata. Poi ovviamente il discorso si espande in altri punti. Ma so per certo che non sei una forma demoniaca quindi dovresti essere felice di ciò che sei. Era inusuale per me parlare così tanto ma doveva fidarsi di me, alle mie parole le sorridevo per infonderle coraggio, doveva rilassarsi così da rinascere totalmente in quella sorgente, se restava aggrappata a delle paure l'effetto sarebbe stato molto più limitato. Doveva lasciarsi baciare dall'acqua con tutta se stessa.


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    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




    Abilità:
    Danza delle ombre: ?2/2 cariche?
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.


    Arco arcano: ?3/3 cariche?
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.

    Equipaggiamento:
    -Arco
    -Pugnale
    -Faretra con 42/50 frecce
    -Borsellino

    Note Giocatore:

    Quando entra in stato alterato nessuno può comunicare con lei.
    Solo con l'arco può lanciare magie.
    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
    Sta cercando anche suo padre Owdreth.




     
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    Le parole di Aedelwen erano bellissime, e Sara non aveva mai sentito qualcuno pronunciarne di migliori. Era chiaro che gli elfi fossero molto riconoscenti per tutti i doni che la natura gli aveva dato, e questo non è esattamente quello che ti insegnano a Lithoscaelia.
    La città volante ha sempre dovuto combattere contro l'ambiente impervio del deserto, trovando nuovi modi per sopraffarlo e avere la meglio. La natura è vista come un qualcosa che puo' al massimo essere usato come abbellimento per le opere dell'uomo, e Sara non ha mai pensato a lei come a una madre amorevole o qualcosa di simile.
    Dopo un primo attimo di imbarazzo decise di fidarsi di Aedelwen, lasciando che le prendesse le mani e lasciandosi cullare dall'acqua.
    'Forse gli elfi sono così belli perchè per loro la bellezza è ovunque..?' si chiese guardando lo sguardo sincero dell'amica, cercando di rilassarsi e allo stesso tempo sperando che non ci volesse troppo tempo. SI vergognava ancora un po', in fondo le vecchie abitudini sono dure a morire.

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    Nome: Sara Quil | Sesso: F | Età: 21 | Provenienza: Lithoscaelia | Razza: Umano | Des;Int;Cos;For |




    Abilità:
    Riparazione Immediata: 「4/4 cariche」
    Gli abitanti di Lithoscaelia possiedono una preparazione perfetta riguardo cosa ci sia da fare in caso di guasti al loro equipaggiamento. Possono riparare qualunque cosa praticamente all'istante, ma l'integrità dell'oggetto ne risente, permettendogli di essere rimesso in funzione velocemente aumentando però la sua usura. Grazie a questa speciale capacità sono molto bravi nel creare oggetti improvvisati partendo dai singoli materiali, e a comprendere il funzionamento di un meccanismo a prima vista.

    Deflagrazione Acida: 「2/2 cariche」
    Inserendo il contenuto di un sacchettino di polvere da sparo in uno scomparto a scomparsa, è possibile girare al contrario l'Escova e usare lo stesso meccanismo usato per espellere le cartucce vuote per sparare fuori la cartuccia in uso in modo che deflagri e faccia danni da acido a spargimento. Ovviamente ha effetti diversi a seconda della quantità di acido presente nella cartuccia.

    Mina Solforica: 「3/3 cariche」
    Questa mina in legno della grandezza di un piattino, puo' contenere una dose di acido solforico e una di acqua. Se rotta in qualche modo, fa entrare in contatto l'acqua con l'acido, provocando pericolosi schizzi di questa sostanza estremamente corrosiva. Gli schizzi arriverebbero dai piedi alle ginocchia di chiunque nel raggio di 3 metri dalla mina, provocando importanti e dolorose ustioni. Inoltre inizierebbe a disperdere un aereosol di acido solforico, che inalato in quantità eccessive puo' avere conseguenze negative sull'organismo. Per essere usato, prima di tutto deve essere assemblata la mina, che Sara porta con sè in parti separate (contenitori vuoti di legno, fialette di acido e acqua).

    Equipaggiamento:
    - Escova
    - Pugnale
    - Cartucce per l'Escova (30 ml) 3/5
    - Polvere da sparo 1/2
    - Materiali grezzi per la polvere da sparo
    - Pomata lenitiva 2/5 usi
    - Sacca
    - Blocco da disegno e matita
    - Kit di riparazione per l'Escova
    - Sfera trasmittente di Xotiko

    Note Giocatore:
    La finitura dei suoi abiliti lascia a intendere che siano molto costosi. Non ha l'aria di una combattente.
    Oltre ai normali attacchi, l'Escova puo', ruotando la ghiera in senso orario o antiorario, espellere tutto l'acido della cartuccia inserita sotto forma di nube o come un getto di liquido.
    Le proprietà corrosive dell'acido non sono molto pericolose, non puo' provocare ustioni gravi nè sciogliere qualunque materiale.
    Sara sa creare l'acido che usa per l'Escova da sola, è brava quando si tratta di usare la chimica per creare alcune sostanze, ma essendo autodidatta ha ancora molto da imparare.


     
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  3. Aerith˜
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    Le mie parole aveva innescato qualcosa in Sara al punto che si lasciò allontanare le mani e vedevo un progressivo rilassamento. Ora ci avrebbe pensato Mulieth a fare il resto.

    Allora possiamo inziare, non pensate a nulla e lasciatevi trasportare dalle mie parole.. disse nonna alzandosi le maniche del vestito ed immergendo le mani nella sorgente.
    Incominciò ad intonare un canto elfico che sembrava provenisse dal vento. Una leggera brezza si insediò tra di noi cullandoci la mente. Questo era l'inizio del rituale curativo.
    La mia mente era totalmente vuota mi lasciavo trasportare le sue parole, se la si ascoltava con orecchio analizzatore non avrebbero avuto nessun senso ma se lasciate udire così per come erano ti lasciavano qualcosa di inspiegabile dentro, come se una luce spenta si riaccendesse.
    Passarono 10 minuti in cui si sentiva solo il suo canto.

    All'undicesimo minuto unì le mani in preghiera e invocò la sua magia più potente, il fascio curativo.
    Lievemente dalle sue mani una luce incominciò progressivamente ad espandersi, come se un esplosione si fosse generata tra i suoi palmi. Piano piano aprendoli questa luce si irradiò in tutta la sorgente e fasci di luce verde acqua cominciarono a risalire dalla sorgente, circondandoci.
    Un senso di leggerezza mi prese e una sensazione di libertà si impossessò del mio cuore.
    Il dolore provato fino a quel momento, il rancore, la tristezza.. era tutto scomparso, ora sentivo solo pace.
    Le ferite riportate negli ultimi tempi scomparvero come smaterializzati.
    Tutto il processo durò un'ora alla fine della quale nonna finì di cantare e ritrasse le mani dall'acqua.
    E' concluso. disse infine guardandoci con aria seria ancora dentro al rito per poi lasciarsi a un sorriso e uno sguardo dolce.


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    Sara quasi non si accorse dello scorrere del tempo, la magia di Mulieth l'aveva fatta letteralmente rinascere, eliminando la stanchezza del lungo viaggio, le ferite, e anche la tristezza e la delusione.
    Sara era rilassata al punto, che al termine dell'ora di trattamento, si rese conto di essersi tanto preoccupata delle sue nudità, ma non delle sue mani. Si era tolta i guanti senza pensarci, aveva porto le mani ad Aedelwen, e aveva lasciato che le prendesse. Da quando si era procurata le ustioni sui palmi a causa dell'acido, le era successo raramente di togliersi i guanti in presenza di altre persone. Si sentiva così bene.
    'Magari..' si guardò la spalla, notando come la pelle era stata riparata ed era tornata liscia e rosea. Con il cuore pieno di speranza voltò le mani con i palmi verso l'alto, ma le cicatrici erano ancora lì. Sorrise, non era un grande problema. Non le facevano male, e non le importava che fossero brutte da vedere, era solo un po' scomodo disegnare portando sempre i guanti.
    Si riscosse dai suoi pensieri, guardò Aedelwen, sul cui viso erano scomparsi i segni della stanchezza, e che ora sembrava più serena e tranquilla. Poi volse lo sguardo verso Mulieth, si aspettava di trovarla stanca dopo la portentosa magia che aveva appena fatto, eppure sembrava fresca come una rosa, come se anche lei si fosse immersa con le due ragazze alla sorgente. Il suo canto era stato un piacere da ascoltare, oltre che efficace, e Sara ancora una volta si stupì del suo aspetto giovanile. Onestamente, guardando lei e sua nipote non riusciva a trovare delle differenze di età.
    "E' stato incredibile, io..mi sento benissimo.." disse all'amica e a sua nonna con un sorriso radioso. Credeva che non avrebbe più avuto il coraggio di sorridere a quel modo dopo gli avvenimenti del giorno prima, eppure la magia di Muileth e la gentilezza di Aedelwen avevano fatto un miracolo.

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    Nome: Sara Quil | Sesso: F | Età: 21 | Provenienza: Lithoscaelia | Razza: Umano | Des;Int;Cos;For |




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    Vado a prendervi delle vesti pulite, attendetemi un attimo disse Mulieth mentre si dirigeva in casa.
    Mi girai verso Sara, mi sembrava molto rilassata e ne ero molto contenta. Poi mi resi conto che l'avevo sempre vista con i guanti indosso e che ora era senza.
    Perchè indossi i guanti? le chiesi guardandola un po' stupita. Era una disegnatrice e i guanti li trovavo un po' scomodi per le cose così delicate come il disegno.

    Intanto la mia stanchezza era scomparsa e iniziavo a pensare all'itinerario che avremmo fatto per poterle far osservare il più possibile.
    Nonna intanto era tornata con degli asciugamani e delle vesti, erano dei lunghi vestiti, uno un po' più corto per Sara e uno abbastanza lungo per me.
    Per il momento dovrai usare questa veste. Ho controllato il tuo abbigliamento con cui sei giunta ed è molto rovinato, desideri che incarichi una mia fidata per realizzartene uno uguale o anche diverso come più ti aggrada? chiese dolcemente rivolgendosi a Sara.
    Intanto uscii dalla sorgente e mi asciugai, avrei lasciato asciugare il capelli al vento. Presi la mia veste, non la indossavo da molto tempo, era quella color rosso con sfumature nere, lunghe maniche e uno scollo profondo. Mi ricordava molto mia madre.
    La indossai, era strano non avere la mia armatura ma per il momento potevo rimanere senza.
    Era ormai mezzo pomeriggio, non sapevo bene quanto sarebbe voluta restare Sara quindi mi affrettai e entrando in casa senza dirle nulla raccimolai qualche foglio e una matita per disegnare. Ci piaceva molto l'arte e in ogni casa era facile trovare il materiale da disegno. Ritornai e glielo porsi.
    Ecco, visto che il tuo materiale lo ha Bios spero tu possa accettare questo le dissi sorridendole.
    Quando vuoi possiamo cominciare conclusi poi.


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    Aedelwen chiese a Sara dei guanti, e questa rimase un attimo stupita, era come se le avesse letto nel pensiero.
    Le mostrò i palmi, erano totalmente rovinati, pieni di grinze, con parti più chiare e parti più scure.
    "Me le sono fatte la prima volta che ho provato a maneggiare il mio Escova. Era solo un protoripo e non resse bene all'acido, così si ruppe e io rimasi ferita." disse con semplicità guardando i palmi e ripensando alla paura che aveva avuto in quel momento. Era la prima volta che si feriva seriamente.
    "Un'erborista di passaggio mi curò con un unguento dall'odore dolciastro, me lo ricordo ancora..alla fine mi rimasero questi segni, ma non fanno male e non mi impediscono di muovere le dita. Uso i guanti perchè spesso alle persone non piace vedere le mie mani, si sentono a disagio o in dovere di dirmi qualche parola di conforto, ma non è che ne abbia bisogno." disse con un sorriso. "In un certo senso sono fiera delle mie ferite. Me le sono procurate mentre stavo facendo quello che amo davvero, con un oggetto costruito interamente da me, usando una sostanza che ho sintetizzato io stessa..quando le guardo penso al dolore che ho provato, ma anche a tutto l'impegno che ho messo nel mio viaggio."
    Si fermò quasi perplessa dalle sue stesse parole.
    "Io..scusa, a volte parlo tanto, e ho notato che tu invece preferisci discorsi brevi. E' che a volte non me ne rendo proprio conto." dice all'amica sorridendo imbarazzata.
    Nel frattempo Muileth, che era andata a prendere dei vestiti per entrambe, era tornata porgendo loro delle bellissime vesti. Erano stupende, e anche se Sara era abituata ai vestiti eleganti e sfarzosi, queste erano belle in modo diverso.
    'Semplicemente belle..' ecco, quello era il modo giusto di definirle.
    Dopo essersi asciugate, Aedelwen indossò la sua, era rossa e nera e metteva in risalto le sue forme in un modo tutt'altro che volgare. L'elfa ancora più bella del solito.
    Quella di Sara era più chiara e più corta, sui toni dell'azzurro, arrivava al ginocchio e aveva delle adorabili maniche corte. Fortunatamente la sua non aveva una scollatura profonda come quella dell'amica, avrebbe senza dubbio sfigurato a confronto. Si chiudeva a girocollo con dei piccoli bottoncini che sembravano perle. Ammirò affascinata il tessuto, così leggero da sembrare una seconda pelle.
    Muileth chiese se voleva che i suoi vestiti fossero sistemati o magari sostituiti da una sua fidata.
    "State già facendo tanto per me..se ci fosse un modo per aggiustarli sarebbe fantastico ma non voglio che sia un disturbo, quindi..ecco..beh. Grazie." disse infine abbassando lo sguardo imbarazzata.
    Aedelwen era entrata in casa un momento, e quando tornò dalla ragazza aveva tra le mani dei fogli e una matita per disegnare.
    "Ecco, visto che il tuo materiale lo ha Bios spero tu possa accettare questo" disse con la sua solita gentilezza.
    Sara era quasi commossa, prese il materiale da disegno come se fosse uno scrigno pieno di ricchezze e guardando Aedelwen con gli occhi un po' lucidi la ringraziò con un sorriso.
    Si commuoveva sempre quando trovava persone gentili che non avevano paura di prendersi cura degli altri, non erano comuni come si poteva pensare.
    "Sono pronta, non vedo l'ora di visitare Telaurëlhin!" esclama pensando a tutte le cose che potrà vedere e immortalare.

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    Nome: Sara Quil | Sesso: F | Età: 21 | Provenienza: Lithoscaelia | Razza: Umano | Des;Int;Cos;For |




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    Non preoccuparti, ora andate disse Mulieth prima rivolgendosi a Sara e poi verso entrambe.
    Bene Sara, allora seguimi dissi a Sara sorridendole incominciando a camminare.
    Telaurëlhin è caratterizzata da alti alberi con folte chiome, la luce solare che filtra non è moltissima. Nella ore di sole alto ne filtra molta di più ed ora quell'ora era passata, eravamo nel bel mezzo del pomeriggio quindi le luci solari cominciavano a spegnersi per dar spazio a quelle della sera. Le fiaccole disposte in modo continuo sugli arbusti emettevano una dolce luce, alcune di color giallo ed altre emettevano una luce azzurra.
    Vista l'ora decisi di passare prima di tutto dall'Albero della Vita, dovevo salutarlo e dedicargli un po' di tempo.
    Camminammo lungo un sentiero che costeggiava un fiumiciattolo e ci ritrovammo sotto l'albero della vita.
    C'erano molti elfi in contemplazione dell'albero. Non era mai solo, c'era sempre un via vai e di sottofondo si poteva sempre udire un canto, quasi silenzioso.
    Era una preghiera infinita alla quale l'albero ogni tanto rispondeva con piccoli bagliori di luce che scorrevano nella ninfa del suo essere.
    Eravamo arrivate nel momento in cui guardando il suo immenso tronco fili di ninfa si illuminavano di verde chiaro fino a raggiungere le sommità delle foglie e risplendere anche'esse. Era questione di un minuto e poi si spegneva.
    Ripensare che una volta risplendeva sempre mi colpiva il cuore.
    La gente rispettava molto mia nonna e nessuno ci guardo male.
    Ci inginocchiammo anche noi sotto l'albero.
    Ora pregherò un po', tu disegna pure le dissi sorridendole per poi posare le mia mani su una radice dell'Albero e iniziare a intonare il mio canto di preghiera.


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    Sara e Aedelwen si avviarono verso il grande albero che avevano visto quando erano entrate in città. Mentre camminavano, la ragazza era stupefatta dal bellissimo paesaggio che le si parava davanti. Iniziò a fare mille domande all'amica, una più ingenua e sincera dell'altra, le chiese come facevano le fiaccole a non bruciare le foglie degli alberi, o che tipo di lavori di potessero fare a Telaurëlhin, e se ci fossero animali come cani e gatti. Non voleva infastidirla, era solo estremamente curiosa.
    Quando arrivarono all'Albero dell Vita, poterono assistere al fantastico spettacolo nelle linee di linfa che venivano percorse da strani fasci di luce, dalle radici fino alla punta delle foglie. Sara era affascinatissima da quella visione, quell'albero era favoloso come tutto quello che si trovava in città. Aedelwen si avvicinò a una radice, e proprio come stavano facendo altri elfi si mise a intonare una preghiera sotto forma di canto. La sua voce era melodiosa ed estremamente piacevole da ascoltare.
    La ragazza cercò un buon punto di appoggio, trovandolo in un masso poco vicino, e dopo essersi accomodata prese i materiali da disegno che le aveva dato l'amica, e iniziò a raffigurare l'albero, cercando di dare enfasi a ogni foglia. Ma dopo poco ci ripensò, e insieme al bellissimo albero decise di ritrarre anche l'amica impegnata nel canto, provando a immortalare tutta la sua bellezza e la solennità di quel momento.
    'Mi piacerebbe tornare qui anche domani..' si disse sovrappensiero, pensando a cosa avrebbe fatto in seguito.

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    Nome: Sara Quil | Sesso: F | Età: 21 | Provenienza: Lithoscaelia | Razza: Umano | Des;Int;Cos;For |




    Abilità:
    Riparazione Immediata: 「4/4 cariche」
    Gli abitanti di Lithoscaelia possiedono una preparazione perfetta riguardo cosa ci sia da fare in caso di guasti al loro equipaggiamento. Possono riparare qualunque cosa praticamente all'istante, ma l'integrità dell'oggetto ne risente, permettendogli di essere rimesso in funzione velocemente aumentando però la sua usura. Grazie a questa speciale capacità sono molto bravi nel creare oggetti improvvisati partendo dai singoli materiali, e a comprendere il funzionamento di un meccanismo a prima vista.

    Deflagrazione Acida: 「2/2 cariche」
    Inserendo il contenuto di un sacchettino di polvere da sparo in uno scomparto a scomparsa, è possibile girare al contrario l'Escova e usare lo stesso meccanismo usato per espellere le cartucce vuote per sparare fuori la cartuccia in uso in modo che deflagri e faccia danni da acido a spargimento. Ovviamente ha effetti diversi a seconda della quantità di acido presente nella cartuccia.

    Mina Solforica: 「3/3 cariche」
    Questa mina in legno della grandezza di un piattino, puo' contenere una dose di acido solforico e una di acqua. Se rotta in qualche modo, fa entrare in contatto l'acqua con l'acido, provocando pericolosi schizzi di questa sostanza estremamente corrosiva. Gli schizzi arriverebbero dai piedi alle ginocchia di chiunque nel raggio di 3 metri dalla mina, provocando importanti e dolorose ustioni. Inoltre inizierebbe a disperdere un aereosol di acido solforico, che inalato in quantità eccessive puo' avere conseguenze negative sull'organismo. Per essere usato, prima di tutto deve essere assemblata la mina, che Sara porta con sè in parti separate (contenitori vuoti di legno, fialette di acido e acqua).

    Equipaggiamento:
    - Escova
    - Pugnale
    - Cartucce per l'Escova (30 ml) 3/5
    - Polvere da sparo 1/2
    - Materiali grezzi per la polvere da sparo
    - Pomata lenitiva 2/5 usi
    - Sacca
    - Blocco da disegno e matita
    - Kit di riparazione per l'Escova
    - Sfera trasmittente di Xotiko

    Note Giocatore:
    La finitura dei suoi abiliti lascia a intendere che siano molto costosi. Non ha l'aria di una combattente.
    Oltre ai normali attacchi, l'Escova puo', ruotando la ghiera in senso orario o antiorario, espellere tutto l'acido della cartuccia inserita sotto forma di nube o come un getto di liquido.
    Le proprietà corrosive dell'acido non sono molto pericolose, non puo' provocare ustioni gravi nè sciogliere qualunque materiale.
    Sara sa creare l'acido che usa per l'Escova da sola, è brava quando si tratta di usare la chimica per creare alcune sostanze, ma essendo autodidatta ha ancora molto da imparare.


     
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  9. Aerith˜
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    Il tempo passò velocemente in quel canto melodioso per l'Albero della vita e la sera si inoltrò molto repentina. Ora tutte le luci erano accese creando un'atmosfera molto intima e rilassante che racchiudeva tutte le anime riunite in quel luogo.
    Mi voltai verso Sara ritraendo le mani dalla radice e poggiandole sulle gambe e la guardai. Era immersa nella sua creatività e quasi mi dispiaceva destarla dalla sua opera che non riuscivo a vedere.
    Vuoi che andiamo? Domani possiamo tornare qui.. le dissi sorridendole.
    Alle mie parole due elfi si avvicinarono a noi. Una donna con un bambino. Erano amici e la donna mi ha sempre trattato bene. Non la vedevo da circa un anno, poichè i miei ritorni in città erano sempre molto veloci. Parlammo un po' sul dove fossi stata e di quello che avevo vissuto mentre il bambino si avvicinò a Sara.
    Stupito da qualcosa di così diverso da lui e incuriosito dalla sua naturalezza si sedette vicino a lei chiedendole in elfico: Mani naa essa en lle?Manke naa lle tuulo’? (Qual è il tuo nome? Da dove vieni tu?) le chiese inclinando un po' la testa e guardandola sorridendole.
    Era un giovane elfo di circa 10 anni, molto giovane e inesperto per conoscere la lingua comune e molto curioso nel cercare contatto. Aveva capelli lunghi fino alle spalle, un po' mossi e di un color biondo come il nettare. Aveva dei riccioli che gli contornavano il volto evidenziando i lineamenti dolci e gli occhi grandi, color verde. Aveva una camicietta e dei pantaloni e i piedi scalzi.
    La madre invece era quasi una mia coetanea, aveva 10 anni in più di me ma dimostrava in apparenza la mia stessa età. Lunghi capelli biondi, raccolti da una grande treccia che partiva a livello delle spalle. Aveva un vestito simile al mio.
    Quando il figlio si avvicinò a Sara io e la donna, di nome Fearylin, ci girammo verso Lendolein, il figlio.
    Sua madre le disse velocemente che Sara non poteva capire quello che lui e chiedeva perchè non sapeva la loro lingua. E Lendolein fece un'espressione molto triste, aveva visto il suo disegno e Sara le piaceva.


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    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




    Abilità:
    Danza delle ombre: ?2/2 cariche?
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.


    Arco arcano: ?3/3 cariche?
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.

    Equipaggiamento:
    -Arco
    -Pugnale
    -Faretra con 42/50 frecce
    -Borsellino

    Note Giocatore:

    Quando entra in stato alterato nessuno può comunicare con lei.
    Solo con l'arco può lanciare magie.
    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
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    Sara era così immersa nel disegno che non si accorse dello scorrere del tempo. Quando Aedelwen si rivolse a lei dicendo che potevano andare, le sembrò di ridestarsi da un sogno. Era da molto tempo che non aveva modo di disegnare in un ambiente così tranquillo, riguardando quello che aveva fatto le sembrò addirittura che fosse uno dei disegni più belli che avesse mai fatto. Probabilmente l'ultima volta che era stata in un luogo che la ispirasse tanto era stato quando scalava gli edifici di Lithoscaelia per vedere il panorama dall'alto. Era così tranquillo lassù, nessuno la disturbava e la vista era mozzafiato.
    L'amica disse anche che sarebbero potute tornare domani, e a quella notizia Sara non potè fare altro che rispondere con un sorriso entusiasta.
    Proprio in quel momento si avvicinò a loro una famiglia composta da padre, madre e un bambino molto bello. La madre e Aedelwen iniziarono a parlare in elfico, e il bambino che si era avvicinato alla ragazza sembrò farle delle domande che lei non poteva comprendere. Sara rivolse uno sguardo smarrito ad Aedelwen, prima di guardare nuovamente il bambino. Sembrava triste e guardava sia lei che il suo disegno, sembrava che gli piacesse molto.
    Sorridendogli, Sara gli indicò la ragazza ritratta nel suo disegno e poi Aedelwen, ripetendo il suo nome per far capire al bambino di chi si trattasse, e poi si portò una mano al petto indicando sè stessa e scandendo anche il proprio nome un paio di volte per presentarsi. Prese poi la matita e con la sua migliore calligrafia tracciò la scritta 'Sara' in un angolo del disegno, in modo che fosse leggibile ma non intaccasse il soggetto dell'opera. Probabilmente anche la scrittura elfica era diversa dalla lingua comune, ma quando l'avesse imparata sarebbe stato in leggerla e di ricordarsi di lei. Arrotolò poi il foglio con cura e usò un lungo filo d'erba per richiuderlo, come fosse un nastro. Lo porse al bambino con un sorriso caldo e gentile, prima di rivolgersi ad Aedelwen.
    "Avevo intenzione di regalarlo a te, ma sono certa che te ne potrò fare uno nuovo domani." le disse felice di poterle donare qualcosa che venisse dal cuore e che le ricordasse il tempo passato insieme.

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    Sara aveva dato il disegno al piccolo Lendolein, vedendoselo dare il bambino sprigionò un'energia talmente positiva da riempire il cuore di gioia alle persone che gli stanno vicino, i suoi occhi sembrano ancora più grandi di quello che in realtà erano.
    Sara mi si avvicinò confidandomi che quel stupendo disegno dal tratto così reale e personale era in realtà per me. Le sorrisi, lo avrei apprezzato molto.

    Ci congedammo dalla donna e il figlio con il sorriso sulle labbra, era sera, non avevo fame ma non sapevo se Sara voleva mangiare qualcosa così le chiesi: Hai fame? sorridendole ma con mantenendo uno sguardo un po' pensieroso.
    Stavamo camminando in direzione nord, dove il bosco era più fitto e le case sorgevano per lo più ad altezze molto alte. Il passaggio era libero e la gente passeggiava, si sentivano molte voci, nonostante l'ora la gente continuava a popolare la città. Ogni tipo di elfo era presente, dai pià piccoli come Lendolein, insieme ai genitori oppure con altri compagni che giocavano, elfi più adulti, anziani, guardie.
    Eravamo un insieme di gente ma nessuno si scontrava con gli altri, quasi che ognuno avesse il suo piccolo spazio nel quale nessuno poteva entrare, rendendo tutti quanti quasi delle entità della natura che si inseriscono in essa senza distruggerla con il rumore o con gesta inusuali.


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    Le due ragazze ripresero a camminare in mezzo agli abitanti della città, questa volta dirigendosi verso nord. Sara quasi non notò la leggiadria con la quale gli elfi sembravano non avvicinarsi mai abbastanza gli uni agli altri senza scontrarsi, era troppo concentrata a guardare il panorama fantastico che la circondava.
    Aedelwen le chiese se aveva fame, al che lei ci dovette pensare: era così piena di emozioni che quasi non sentiva altro, che fosse ancora sotto gli effetti della magia di Muileth?
    "A dire la verità al momento non mi sembra di avere fame.." disse massaggiandosi la pancia "Probabilmente la cosa migliore è mangiare un frutto prima di andare a dormire, anche se non sento la fame adesso, la potrei sentire stanotte, e ho sempre gli incubi quando mi viene fame di notte!" aggiunse con un sorriso e lo sguardo pensieroso.
    'Adesso le cose vanno meglio, ci siamo riposate e anche i brutti avvenimenti di ieri sembrano lontani..non voglio interrompere questa quiete con dei brutti sogni..'
    Di tanto in tanto passavano accanto a degli alberi molto alti, e Sara non poteva fare a meno di notare quanto sembrassero resistenti. C'era un pensiero che le girava per la testa da un po' e non sapeva bene come agire. Tuttavia appena si voltò per guardare Aedelwen, si rese conto che si stava arrovellando su problemi inutili, bastava parlarne.
    "Aedelwen io..vorrei chiederti una cosa, ma dopo tutto quello che avete fatto per me sia tu che tua nonna mi sento un po' a disagio a parlarne." incominciò a dire dopo aver fatto un bel respiro. La sua educazione da Lithoscaeliana di buona famiglia a volte la faceva essere un po' rigida su alcune questioni di etichetta, ma era più forte di lei.
    "Ho sempre ammirato il tuo arco, è davvero bellissimo e sembra molto resistente, e anche ora sto notando che il legno dei vostri alberi sembra essere così solido..deve essere ottimo per la creazione di oggetti che vengono posti spesso sotto sforzo." aveva assunto un tono quasi professionale, il lavoro nell'officina a Lithoscaelia le aveva insegnato tanto, e il suo maestro le ripeteva sempre che l'oggetto finale sarà sempre scadente se i materiali di partenza non sono di qualità.
    "Insomma..per quanto non voglia chiedertelo, ormai lo sto facendo, tanto vale non girarci troppo intorno." decise alla fine con un sorriso un po' imbarazzato "Vorrei ricostruire il mio Escova con dei materiali più resistenti, in grado di reggere se decido di usare un acido più potente..ed è mia intenzione usarlo. Abbiamo visto che genere di pericoli ci sono là fuori, io non ne avevo idea, e adesso sento di dovermi preparare meglio se voglio portare avanti il mio viaggio." lo sguardo di Sara era determinato, sapeva di dover diventare più forte, e da qualche parte doveva pur iniziare.
    Decise di spiegare brevemente all'amica di cosa aveva bisogno, che si sarebbe procurata le parti metalliche a Lithoscaelia, dove avrebbe anche assemblato il tutto, ma che le serviva del buon legno e dei crini per la testa del pennello. Le spiegò che era riuscita a trattare i crini per il vecchio modello di Escova in modo che non si rovinassero con l'uso dell'acido, ma che era pur sempre una sostanza poco dannosa, e che se la voleva sintetizzare meglio per renderla più pericolosa anche i crini dovevano essere più resistenti. Tuttavia l'unico modo che le veniva in mente per ottenere cià era la magia.
    Il discorso era un po' confuso, cercava di spiegare le cose in modo tecnico, ma allo stesso tempo con semplicità per far sì che fosse tutto chiaro, con il risultato di saltare da una parte all'altra delle spiegazioni in modo un po' confusionario.
    "Scusa, spero di essermi spiegata bene.." si scusò passandosi una mano tra i capelli "Potrei spiegarti meglio facendoti uno schema del progetto per il nuovo Escova, ma in fondo non ti servirebbe a nulla vederlo. Insomma, in parole povere..mi servirebbe del legno resistente e dei crini trattati con la magia per resistere all'acido." riuscì a sintetizzare alla fine, arrossendo per l'imbarazzo di aver fatto un gran discorso quando le bastava dire quello.
    "Pensi che potrei procurarmene qui a Thelaurëlin?"

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    Mentre passeggiavamo Sara mi rispose che per il momento non aveva fame, ma prima di andare a dormire avrebbe preso con piacere un frutto per contrastare l'eventuale fame notturna che poteva colpirla di notte.
    Era assorta nei suoi pensieri, un po' come lo ero io ma a un certo punto mi sentii fissare, come da un bambino desideroso di chiedere qualcosa ma con tanta paura per poterlo fare. Quando mi voltai verso Sara prese coraggio e mi fece una richiesta che secondo lei era strana ma sembrava la più naturale possibile.
    Il mio arco lo avevo ricavato dal legno dell'albero della vita, era stato un dono molto speciale e che tuttora custodivo con gelosia. Il fatto di praticare la magia solo attraverso il mio arco lo rendeva diverso, aveva bisogno di essere più propenso a resistere agli effetti del magico, e in esso doveva poter scorrere la magia nelle sue varie forme. Tutti gli alberi hanno qualcosa di magico che li distingue ma non abbastanza da poter praticare la magia, l'unico era appunto l'Albero della vita.
    Quando mi chiese del legno resistente per ricostruire il suo Escova non rimasi sorpresa, anzi, me lo aspettavo che me lo chiedesse e le feci un gran sorriso.
    Mi raccontò di tutto il procedimento che avrebbe messo in atto per ricostruirlo. Dalle sue parole e dalla sua sicurezza con cui ne parlava si poteva capire quanto fosse fiera e abile in quel contesto. L'ammiravo per la determinazione che ci metteva. Aveva inoltre una manifestazione reale e materiale della sua passione e determinazione, le sue mani testimoniavano questo.
    Era pressochè impossibile per me dirle di no. Quando riformulò la richiesta sinteticamente allora parlai, prima mi ero limitata ad ascoltarla sorridendole.
    Si, è possibile. Anzi, avevo intenzione di proportelo io, domani, quando le botteghe saranno aperte. A quest'ora non posso reperirti il materiale, per poterlo procurare dall'albero c'è un lungo processo, e non sono competente nel farlo le sorisi. Domani ce ne occuperemo. Io invece andrò dal fabbro. le dissi con sguardo determinato.
    Fra poco dovrai riposare, la rinascita che ci ha procurato Mulieth dopo un bel sonno ristoratore ci accompagnerà per qualche giorno. Ma prima di ricondurti nella mia casa, permettemi di mostrarti uno spettacolo che solo la sera può mostrarci. Seguimi le dissi.

    Avevamo camminato in direzione nord, verso un grande albero su cui sorgeva una lunghissima scala a chiocciola che correva sul tutto il tronco, nascondendosi in alto nella alte fronde. La scala era intarsiata ed illuminata.
    Saliamo. le dissi.


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    Come sempre, Aedelwen si era dimostrata disponibile e gentile, dicendo che il giorno dopo di sarebbero occupate di quello che serviva a Sara. La ragazza non stava nella pelle dall'eccitazione, non vedeva l'ora di mettere le mani e lavorare i favolosi materiali che sarebbero riuscite a reperire a Telaurëlhin.
    'Un giorno mi sdebiterò con lei..lo giuro!'
    Arrivarono a un alto albero su cui sembrava fosse possibile salire grazie a una scala a chiocciola, l'amica disse che prima di tornare a casa a riposare voleva mostrarle una cosa.
    Sara fece un sorriso entusiasta, e con gli occhi pieni di aspettative si diresse verso i primi scalini quasi correndo, non riusciva nemmeno a immaginare cosa ci sarebbe stato alla fine della scala, e oltretutto i posti alti erano i suoi preferiti.
    "Non vedo l'ora!" esclamò portandosi una mano a coprirsi la bocca, il suo sorriso era talmente ampio che sua madre lo avrebbe probabilmente giudicato offensivo e maleducato.
    'Magari da là sopra riesco a vedere i confini della città..e anche l'Albero della Vita! E la cascata!' iniziò a pensare senza riuscire a frenare l'entusiasmo, mentre saliva un gradino dopo l'altro, incurante della fatica che sarebbe stata arrivare fino in cima.

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    Gli abitanti di Lithoscaelia possiedono una preparazione perfetta riguardo cosa ci sia da fare in caso di guasti al loro equipaggiamento. Possono riparare qualunque cosa praticamente all'istante, ma l'integrità dell'oggetto ne risente, permettendogli di essere rimesso in funzione velocemente aumentando però la sua usura. Grazie a questa speciale capacità sono molto bravi nel creare oggetti improvvisati partendo dai singoli materiali, e a comprendere il funzionamento di un meccanismo a prima vista.

    Deflagrazione Acida: 「2/2 cariche」
    Inserendo il contenuto di un sacchettino di polvere da sparo in uno scomparto a scomparsa, è possibile girare al contrario l'Escova e usare lo stesso meccanismo usato per espellere le cartucce vuote per sparare fuori la cartuccia in uso in modo che deflagri e faccia danni da acido a spargimento. Ovviamente ha effetti diversi a seconda della quantità di acido presente nella cartuccia.

    Mina Solforica: 「3/3 cariche」
    Questa mina in legno della grandezza di un piattino, puo' contenere una dose di acido solforico e una di acqua. Se rotta in qualche modo, fa entrare in contatto l'acqua con l'acido, provocando pericolosi schizzi di questa sostanza estremamente corrosiva. Gli schizzi arriverebbero dai piedi alle ginocchia di chiunque nel raggio di 3 metri dalla mina, provocando importanti e dolorose ustioni. Inoltre inizierebbe a disperdere un aereosol di acido solforico, che inalato in quantità eccessive puo' avere conseguenze negative sull'organismo. Per essere usato, prima di tutto deve essere assemblata la mina, che Sara porta con sè in parti separate (contenitori vuoti di legno, fialette di acido e acqua).

    Equipaggiamento:
    - Escova
    - Pugnale
    - Cartucce per l'Escova (30 ml) 3/5
    - Polvere da sparo 1/2
    - Materiali grezzi per la polvere da sparo
    - Pomata lenitiva 2/5 usi
    - Sacca
    - Blocco da disegno e matita
    - Kit di riparazione per l'Escova
    - Sfera trasmittente di Xotiko

    Note Giocatore:
    La finitura dei suoi abiliti lascia a intendere che siano molto costosi. Non ha l'aria di una combattente.
    Oltre ai normali attacchi, l'Escova puo', ruotando la ghiera in senso orario o antiorario, espellere tutto l'acido della cartuccia inserita sotto forma di nube o come un getto di liquido.
    Le proprietà corrosive dell'acido non sono molto pericolose, non puo' provocare ustioni gravi nè sciogliere qualunque materiale.
    Sara sa creare l'acido che usa per l'Escova da sola, è brava quando si tratta di usare la chimica per creare alcune sostanze, ma essendo autodidatta ha ancora molto da imparare.


     
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  15. Aerith˜
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    Stavamo camminando, le luci, via via che salivamo verso l'alto di quella scalinata cominciavano ad esser sempre più diradate. La folta fronda dell'albero non permetteva di guardare giù ma si potevano osservare nidi di uccelli dai più vari colori, alcuni parevano illuminarsi nell'oscurità. C'era quiete e il canto degli elfi a quell'altezza arrivava come un sussurro di una persona che ti da il bacio della buonanotte e di augura di fare sogni tranquilli.
    Eravamo quasi alla vetta, la scalinata mentre saliva diventava sempre più stretta. All'inizio si poteva camminare anche tre persone una di fianco all'altra mentre ora solo una persona per volta.
    Stavo facendo strada a Sara ed ora eravamo all'ultimo punto. Quello che ci avrebbe portato alla sommità dell'albero. La scala terminava ed ora si doveva scalare una breve scala a corda, costituita da 5 scalini. Essa sbucava su di una superficie non molto ampia, adatta a due persone.
    Non era pericolosa la scala a corda e non era difficile usufruirne quindi non mi sembrò il caso di dire nulla. Arrivai all'apice e poggia i piedi sulla superficie.
    Era accerchiata da una palizzata che permetteva di non far cadere giù e sorgeva sull'ultima parte di tronco, un po' più fine, infatti tutta la superficie oltre ad essere incastonata nel tronco ergeva su delle colonne che sembrava dei rami, attaccati al tronco.
    Era molto resistente nel complesso e la vista era mozzafiato.
    Che te ne pare Sara? le chiesi sorridendole, illuminata dalla luce della luna che era così alta e così vicina a noi e da una fievole e solitaria luce sulla palizzata.
    Eravamo molto alti, ma si potevano vedere bene molte cose, le fronde degli alberi non impedivano l'osservazione.

    Ti lascio la parte dell'osservazione, poi nel mio prossimo post magari aggiungo anche io :mki:



    Hb3wq0V
    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




    Abilità:
    Danza delle ombre: ?2/2 cariche?
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.


    Arco arcano: ?3/3 cariche?
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.

    Equipaggiamento:
    -Arco
    -Pugnale
    -Faretra con 42/50 frecce
    -Borsellino

    Note Giocatore:

    Quando entra in stato alterato nessuno può comunicare con lei.
    Solo con l'arco può lanciare magie.
    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
    Sta cercando anche suo padre Owdreth.




     
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54 replies since 9/2/2016, 15:26   647 views
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