L'inaspettato ristoro

[5 Dicembre 2E5 - 9 Dicembre 2E5]

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    Quando arrivarono in cima, Sara rimase senza fiato. Innanzitutto era stupita dalla struttura che gli elfi erano riusciti a creare senza intaccare l'andamento naturale dell'albero, e poi il panorama era mozzafiato. Da lassù si vedevano le cime della moltitudine di alberi che si ergevano fino a dove riusciva a spaziare lo sguardo, ma tra le fronde luccicavano le fiaccole e le luci magiche, facendo sembrare il tutto un paesaggio vivo e fantastico. Non tutte le case erano costruite in legno, in lontananza si vedevano zone in cui gli edifici erano costruiti in muratura come le case dei villaggi che aveva visto fino a quel momento. Probabilmente non tutti gli elfi erano così intimamente legati alla natura e alla magia, si disse Sara, magari alcuni di loro conducevano vite più vicine a quelle che potevano essere quelle degli umani. Si scorgevano un sacco di persone camminare per la città, erano solo puntini ma si potevano vedere quando passavano affianco a una luce. Benchè fossero molto in alto, non era possibile vedere cosa ci fosse oltre alla città, il paesaggio oltre agli alberi era indistinto e scuro, d'altronde era ormai sera.
    La ragazza rimase a osservare quello che la circondava con occhi stupefatti e pieni di meraviglia, e dopo un tempo che sembrò infinito, rispose alla domanda di Aedelwen.
    "E' tutto bellissimo, ho come l'impressione che questa città sia piena di cose da scoprire." disse continuando a scrutare gli alberi e le case sotto di loro. Poi si rivolse verso l'amica con sguardo pensieroso.
    "So che se non fosse stato per tua nonna non sarei probabilmente stata libera di entrare così facilmente, ma se volessi restare per un po' di tempo credi che ci sarebbe il modo di..non si..affittare una casetta, o una stanza di albergo forse..?" disse incerta, facendo gesti vaghi con le mani, sapendo che probabilmente stava dicendo qualche castroneria.

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    Nome: Sara Quil | Sesso: F | Età: 21 | Provenienza: Lithoscaelia | Razza: Umano | Des;Int;Cos;For |




    Abilità:
    Riparazione Immediata: 「4/4 cariche」
    Gli abitanti di Lithoscaelia possiedono una preparazione perfetta riguardo cosa ci sia da fare in caso di guasti al loro equipaggiamento. Possono riparare qualunque cosa praticamente all'istante, ma l'integrità dell'oggetto ne risente, permettendogli di essere rimesso in funzione velocemente aumentando però la sua usura. Grazie a questa speciale capacità sono molto bravi nel creare oggetti improvvisati partendo dai singoli materiali, e a comprendere il funzionamento di un meccanismo a prima vista.

    Deflagrazione Acida: 「2/2 cariche」
    Inserendo il contenuto di un sacchettino di polvere da sparo in uno scomparto a scomparsa, è possibile girare al contrario l'Escova e usare lo stesso meccanismo usato per espellere le cartucce vuote per sparare fuori la cartuccia in uso in modo che deflagri e faccia danni da acido a spargimento. Ovviamente ha effetti diversi a seconda della quantità di acido presente nella cartuccia.

    Mina Solforica: 「3/3 cariche」
    Questa mina in legno della grandezza di un piattino, puo' contenere una dose di acido solforico e una di acqua. Se rotta in qualche modo, fa entrare in contatto l'acqua con l'acido, provocando pericolosi schizzi di questa sostanza estremamente corrosiva. Gli schizzi arriverebbero dai piedi alle ginocchia di chiunque nel raggio di 3 metri dalla mina, provocando importanti e dolorose ustioni. Inoltre inizierebbe a disperdere un aereosol di acido solforico, che inalato in quantità eccessive puo' avere conseguenze negative sull'organismo. Per essere usato, prima di tutto deve essere assemblata la mina, che Sara porta con sè in parti separate (contenitori vuoti di legno, fialette di acido e acqua).

    Equipaggiamento:
    - Escova
    - Pugnale
    - Cartucce per l'Escova (30 ml) 3/5
    - Polvere da sparo 1/2
    - Materiali grezzi per la polvere da sparo
    - Pomata lenitiva 2/5 usi
    - Sacca
    - Blocco da disegno e matita
    - Kit di riparazione per l'Escova
    - Sfera trasmittente di Xotiko

    Note Giocatore:
    La finitura dei suoi abiliti lascia a intendere che siano molto costosi. Non ha l'aria di una combattente.
    Oltre ai normali attacchi, l'Escova puo', ruotando la ghiera in senso orario o antiorario, espellere tutto l'acido della cartuccia inserita sotto forma di nube o come un getto di liquido.
    Le proprietà corrosive dell'acido non sono molto pericolose, non puo' provocare ustioni gravi nè sciogliere qualunque materiale.
    Sara sa creare l'acido che usa per l'Escova da sola, è brava quando si tratta di usare la chimica per creare alcune sostanze, ma essendo autodidatta ha ancora molto da imparare.


     
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    Un gruppo di luci si sollevò verso l'alto, oltre i rami, fino a circondarci. Erano come lucciole che illuminavano tutto e si avvicinavano al cielo.
    In quel posto mi sentivo serena. Era un rifugio quando scappavo via dalla gente che mi maltrattava. Il poter osservare dall'alto tutto quanto mi dava un senso di potere, di consapevolezza. Guardando giù mi rendevo conto che la mia città, seppur così magnifica era solo un granello di sabbia in un vasto mondo.
    Sara me era affascinata, come darle torto, nei miei viaggio nulla di più bello i miei occhi erano riusciti a vedere.
    Sara inoltre mi fece una domanda particolare, voleva alloggiare per un po' di tempo a Telaurëlhin. Rimasi un po' interdetta.
    Credo che non ci siano problemi.. i viandanti sono rari ma ci sono delle stanze adibiti per essi, l'accoglienza se data è molto prestigiosa. Basterà chiedere a Mulieth e ti condurrà in una stanza. Puoi restare anche a casa mia, una stanza libera per te c'è feci una pausa e un sorriso.
    Vuoi fermarti qui per un po' di tempo? le chiesi curiosa.
    Non mi sarei fermata molto, il mio viaggio sarebbe presto ricominciato, la sorgente e la magia di nonna mi avevano dato maggior vigore e non volevo sprecarlo.
    Torniamo a casa ora le dissi, precedendola nel scendere dall'albero.
    Camminammo lentamente verso la valle, scendendo dagli scalini. La gente si era un po' diradata da prima e le luci erano diventate molto più soffuse e blu.
    Eravamo ora arrivate a casa senza incontrare nessuno.
    Nonna era nella sua stanza, forse stava creando qualche incantesimo.
    Mostrai a Sara la frutta e dopodichè le indicai la sua stanza.
    Un giaciglio intagliato in un tronchetto di un albero caduto. Vi erano morbide foglie e fiori che lo profumavano.
    Se hai bisogno di qualsiasi cosa mi troverai nella mia stanza. Non preoccuparti di svegliarmi, non dormo molto le sorrisi, scostando la porta fatta di un'edera cadente.


    Hb3wq0V
    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




    Abilità:
    Danza delle ombre: ?2/2 cariche?
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.


    Arco arcano: ?3/3 cariche?
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.

    Equipaggiamento:
    -Arco
    -Pugnale
    -Faretra con 42/50 frecce
    -Borsellino

    Note Giocatore:

    Quando entra in stato alterato nessuno può comunicare con lei.
    Solo con l'arco può lanciare magie.
    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
    Sta cercando anche suo padre Owdreth.




     
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    Aedelwen si dimostrò disponibile come sempre, spiegando a Sara che aveva diverse opzioni, e tra queste vi era anche il restare a casa sua.
    "Vuoi fermarti qui per un po' di tempo?" le chiese.
    "Mi piacerebbe rimanere un paio di giorni, quanto basta per vedere il più possibile della città e se possibile studiare qualcosa che mi possa tornare utile." rispose la ragazza con gli occhi che piano piano si ingrandivano al pensiero di tutte le cose che poteva vedere e scoprire stando lì.
    Infine tornarono a casa, e l'elfa le mostrò la sua stanza e le disse che in caso di necessità poteva anche svegliarla.
    "Ti ringrazio davvero Aedelwen.." iniziò a dire un po' in imbarazzo, poi le prese le mani tra le sue, avrebbe voluto aggiungere qualcosa ma le parole non venivano fuori, quindi si limitò a ripetere "..grazie."
    Rimase sveglia ancora una mezz'oretta, osservando ogni minimo dettaglio della stanza e del letto, e persino della porta fatta di edera. Era così curiosa verso quel posto così strano per lei.
    Avrebbe voluto prendere il blocco da disegno e immortalare quella parte di casa, ma appena si fu seduta sul letto sentì una stanchezza immane pervaderla. Era come quando ci si distende dopo un bagno caldo, forse gli effetti della magia di Muileth erano ancora attivi. Non riuscì a resistere, si stendette sul comodo letto e si abbandonò a un sonno senza sogni.
    Quando fu mattina e Sara si svegliò, si sentiva riposata come se avesse dormito per giorni. Ora che ci pensava era da un sacco di tempo che non dormiva in un letto comodo, l'ultimo era stato proprio il suo letto a Lithoscaelia.
    'Dovrei proprio tornare a casa quando non avrò altro da fare a Telaurëlhin' si disse strofinandosi le mani sugli occhi. Non si era nemmeno tolta i vestiti la sera prima, quindi una volta in piedi cercò di lisciarli con le mani, notando che non si erano minimamente sgualciti.
    'Anche i vestiti sembrano fatti con materiali speciali..o forse sono fatti con la magia?' si chiese mentre con le mani si sistemava i capelli.
    Dopo un sonoro sbadiglio si diresse verso la cucina, scostando la tenda di edera e strofinandosi nuovamente gli occhi, ancora non del tutto abituati alla luce solare.
    'Chissà che ore sono..'

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    Sara mi prese le mani e mi ringrazio. Con quel gesto mi sembrò volesse trasmettermi tante cose, ma con paura di dirle. Le sorrisi e la lascia nella sua stanza mentre io mi diressi alla mia.
    Mi tolsi il vestito e misi una veste leggera per la notte. Mi distesi nel mio giaciglio e guardai il soffitto su cui da giovane avevo inciso pensieri e poesie. Mi rendevano un po' nostalgica e tra le tante frasi avevo scritto anche il nome di mio padre. Forse era stata l'ultima cosa che avevo scritto, come promemoria della mia missione affettiva, trovare mio padre, ovunque esso sia.
    Alla fine trasportata dal pensiero di mio padre chiusi gli occhi e mi addormentai subito.
    Nel sonno una leggera brezza mi accarezzava la pelle e mi sentivo cullata, era la magia della nonna che completava il suo percorso. Ora tutta me stessa era rigenerata, mente, corpo, anima.
    Quando aprì gli occhi la luce che si inflitrava in casa era lieve, doveva essere molto presto e il sole doveva ancora sorgere. Qualche cinguettio cercava di farsi sentire, ma ancora stanco e ancora debole. Mi alzai e presi il vestito che avevo appeso. Mi rivestei e mi diressi verso la cucina. Nonna era ancora nella sua stanza, forse aveva fatto tardi ma poco dopo che mi affacciai alla finestra della cucina comparve.
    Ci scambiammo qualche parola, le raccontai cosa avevo mostrato a Sara e delle domande che mi aveva posto. Mulieth era, come pensavo, d'accordo nel far restare Sara nella nostra casa, anzi non le dispiaceva affatto quella ragazza.
    Nel frattempo il sole era riuscito a fare capolino nella valle, la luce solare era comunque contenuta, filtrata dagli alberi.
    Dalla sua stanza uscii Sara, ancora un po' assonata e con gli occhi semichiusi.
    (Buon mattino)‘ Quel amrun dicemmo in coro io e nonna voltandoci verso Sara.
    La tavola era imbastita di frutta fresca e frutta secca. Inoltra vi era una scodella con del latte fresco.
    Vieni, la colazione è servita, ti serviranno energie oggi le disse Mulieth sorridendole mentre io acconsentivo con la testa.
    Hai dormito bene? le chiesi io.
    Appena sei pronta usciamo


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    Aedelwen e Muileth erano in cucina, e dopo aver dato il buongiorno a entrambe, Sara si sedette a fare colazione. La frutta che si trovava a Telaurëlhin sembrava più buona di quella che c'era nel resto di Seyfert, o almeno più buona di quella che aveva mangiato lei fino a quel momento.
    "Sono pronta!" disse la ragazza quando ebbe finito, dirigendosi con l'amica fuori di casa. Prima di uscire si rivolse nuovamente a Muileth ringraziandola dell'ospitalità, e una volta all'aperto rimase abbagliata dalla luce del mattino che filtrava tra le foglie degli alberi. Vi era una quiete innaturale, come se la città si svegliasse piano piano, allo stesso ritmo della natura.
    Sara chiese ad Aedelwen di vedere nuovamente l'Albero della Vita, pensò che proprio come aveva ringraziato sua nonna, sarebbe stato carino ringraziare anche l'albero per la sua ospitalità. Forse iniziava ad abituarsi al modo di vivere degli elfi, ringraziare la natura per tutto quello che fa per le persone non le sembrava più tanto strano.
    Intorno al grande tronco si stavano già raccogliendo molti elfi, giunti per dare il buongiorno all'albero, e Sara si perse un secondo a osservare ancora i loro volti esotici e bellissimi.
    Dopo una breve preghiera, si diressero verso quello che sembrava un armaiolo. Sara era abituata alle fucine dei fabbri che aveva visto sia a Lithoscaelia che alle Rovine, ma non erano come questo. Era un ampio spazio all'aperto, molto pulito e con strumenti raffinati e lucenti. Non vi erano armi in esposizione, e quando Sara chiese come mai, le venne spiegato che non aveva senso sprecare i materiali della natura per qualcosa che poteva non servire a nessuno, e che quindi il fabbro creava solo armi su misura per chi ne aveva bisogno.
    "Allora saranno molto costose!" esclamò la ragazza, che avendo lavorato in un'officina sapeva quanto cambiassero i prezzi per oggetti sotto commissione, ma a quanto pareva non era la stessa cosa nella città elfica. Quel fabbro in particolare voleva essere pagato solo quanto il cliente decideva di dargli, non era lui a dare un prezzo al suo lavoro. Se il cliente fosse stato soddisfatto anche il guadagno sarebbe stato sostanzioso. Sara rimase molto sorpresa da questo modo di fare, ma si rese conto che in un posto dove le persone erano oneste e disponibili a riconoscere il talento altrui, allora era un metodo che poteva funzionare. Ovviamente in altri posti sarebbe stato impensabile, ma quella non era una città come le altre.
    La ragazza potè chiedere informazioni al fabbro sul tipo di legno che usava per creare gli archi, e lui le spiegò che ne venivano usati di diversi tipi a seconda delle preferenze del cliente, e che tramite incantamenti magici veniva poi fortificato o reso più flessibile, a seconda di quello che serviva.
    Sara spiegò brevemente il progetto per il suo Escova, e riuscì a farsi consigliare del bambù, che sembrava avere le caratteristiche giuste al suo scopo. A Sara serviva solo il materiale, avrebbe creato la sua arma una volta tornata a Lithoscaelia, come aveva deciso il giorno prima, e il fabbro si offrì di cantare per lei alcuni incantamenti che l'avrebbero reso più resistente all'acido senza sacrificarne la leggerezza, assicurandole che sarebbe riuscita a lavorarlo con facilità una volta raggiunta la città volante. Le disse di tornare nel pomeriggio, e Sara lo ringraziò infinite volte, cercando di pensare cosa avrebbe potuto fare per pagare il suo lavoro.
    Aedelwen le fece vedere altre zone di Telaurëlhin che le potevano piacere, tra cui alcune statue create con la magia dal tronco di alberi contorti. Rappresentavano figure astratte, che sembravano cambiare il soggetto a seconda del punto in cui si guardavano, e Sara rimase così affascinata da chiedere all'amica di potersi fermare un secondo a ritrarle. Si era portata il blocco da disegno del giorno prima, e quando giunse l'ora di tornare dal fabbro, metà dei suoi fogli erano stati riempiti di ritratti.
    Sara aveva pensato a lungo a cosa dare al fabbro per ripagarlo del suo lavoro, e quando si trovò davanti il pezzo di legno di bambù che le aveva promesso si rese conto che tutto l'oro del mondo non sarebbe mai bastato a ripagarlo. Il legno era lucido e morbido e duro allo stesso tempo, era massiccio come l'ebano ma allo stesso tempo era leggero come un ramoscello. Sara non aveva mai visto niente del genere.
    Decise di sfoderare le sue conoscenze sulla meccanica, ed ebbe un colloquio di circa un'oretta con il fabbro, dove gli spiegava come apportare alcune modifiche ai suoi strumenti per renderli più funzionali. Non sapeva se gli sarebbe stato davvero utile, l'elfo si dimostrò molto gentile, annuendo e mostrando interesse per le sue parole, ma la sua espressione era indecifrabile e non era facile capire se la stesse davvero ascoltando. Nonostante tutto, Sara sapeva che almeno la metà dei consigli che gli aveva dato sarebbero stati veramente dei miglioramenti al suo metodo di lavoro, e quando verso sera le due ragazze si avviarono verso casa passando davanti alla sua bottega, a Sara sembrò di vederlo armeggiare con alcuni strumenti, apportandovi le modifiche che lei aveva consigliato.
    Sapeva bene che non era un pagamento adeguato, ma al momento non poteva fare molto altro, e decise di continuare a pensare a qualcosa da fare per lui nei prossimi giorni.
    Quando furono tornate a casa, si sentiva esausta. Non era una stanchezza malevola tuttavia, si sentiva felice e serena, ma camminare in lungo e in largo in quell'ambiente non era semplice. Aveva un gran sonno.
    "Ti ringrazio Aedelwen, sei stata molto disponibile oggi. Ho pensato di fermarmi due o tre giorni al massimo se per voi va bene, ci sono ancora un paio di cose che vorrei vedere, e stare qui mi fa stare bene.." disse mordendo una mela, quella sera sarebbe stata la sua cena. Non aveva molta fame, era solo un po' stanca. "Tu sai combattere davvero molto bene, mi chiedevo se ti andrebbe di insegnarmi..me la cavo ma non sono una guerriera, e sono certa che si è notato. Porto un pugnale con me di solito, ma non lo uso spesso perchè non so come maneggiarlo al meglio."
    Si ricordò in quel momento che se ne sarebbe dovuta procurare uno nuovo, e che probabilmente sarebbe dovuta tornare dal fabbro. E in quel momento le venne anche in mente cosa avrebbe potuto fare per sdebitarsi, anche se non era molto. Tuttavia scacciò quei pensieri, e concluse il suo discorso.
    "Se mi mostrassi il modo migliore per allenarmi potrei anche farlo da sola una volta riprese le nostre rispettive strade, non dico di voler diventare una maestra di spada, ma se riuscissi a difendermi da minacce un po' più importanti sarebbe un traguardo." le disse con un sorriso.

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    L'avventura giornaliera ebbe inizio dopo una sostanziosa colazione a base di frutta secca, noci e nocciole e bacche.
    Salutata la nonna uscimmo di casa, le feci un gesto con la mano per dirle di non preoccuparsi che sarebbe andato tutto bene.
    Per prima cosa ci dirigemmo verso l'albero della vita.
    La gente si era già riunita intorno a lui, durante la notte comunque restava sempre qualcuno a vegliare su di lui.
    La luce del giorno filtrava tra le sue foglie e veniva riflessa con una tonalità quasi verde.
    Restammo in contemplazione per un breve tempo e poi ci spostammo verso l'armaiolo.
    Sara sembrò restare stupita da come era organizzato il lavoro, sopratutto dal luogo, la natura si infiltrava nel contesto come fosse una parte necessaria al lavoro, nelle altre civiltà invece la natura veniva completamente tenuta fuori da un ambiente lavorativo come la creazione di armi. Qui le radici correvano sul pavimento e sui buchi creati dai loro intrecci venivano appoggiati attrezzi di lavoro vari.
    Sara aveva bisogno di materiale per la ricostruzione del suo Escova mentre io avevo deciso che mi sarei fatta creare due pugnali lunghi.
    Avevo capito quanto il nemico fosse temibile e la prossima volta non mi sarei fatta sopraffare, avevo bisogno di poter combattere corpo a corpo all'evenienza e non solo a distanza con il mio arco. Il mio pugnale corto non bastava, era studiato principalmente per permettermi di adoperarlo durante la mia danza delle ombre, leggero, corto e facile da gestire in uno stato in cui la rabbia mi domina.

    Mentre Sara interagiva con un fabbro mi avvicinai all'altro.
    Era poco più grande di me, lunghi capelli neri e occhi color verde come le foglie.
    Gli iniziai a parlare in elfico, era un armaiolo fidato, mi ero affidata a lui nella creazione del mio pugnale e nell'aiuto a fabbricare il mio arco.

    .. Ho bisogno che siano leggeri da portare con me e affilati come zanne di lupo. gli dissi e lui annuendo con la testa e sorridendomi poi mi chiese se volevo creare degli incantamenti particolari.
    Vorrei gli donassi forza e velocità gli risposi sorridendogli.
    Ci avrebbe messo almeno un giorno per crearmeli ma avevo ancora tempo.
    Sara intanto aveva concluso con il suo fabbro così li salutammo e proseguimmo nel nostro cammino. Sara era rapita dalla bellezza della città, della natura che prendeva forma. Io intanto le mostravo tutte le zone e le sorridevo raccontandogli qualche aneddoto sul posto.
    Le mostrai anche il percorso prestabilito per la gara annuale.
    Era strano anche per me ripercorrerla, con tranquillità, mi riportava alla mente i ricordi di quella gara e mi sentii fiera di me stessa. Ne era passato di tempo da quel giorno.


    Alla fine della giornata ritornammo a casa, era ormai ora di cena, Sara mangiò un frutto mentre io mangia un po' di verdura condita con limone.
    Sara poi mi fece una richiesta alla quale rimasi inizialmente un po' stupita ma poi molto lusingata.
    Non credo di essere una brava insegnante ma mi farebbe piacere provare a insegnarti quello che so le dissi sorridendole.
    Il mondo la fuori è pericoloso, chissà se Funetsumi stà bene dissi in modo un po' pensieroso.
    Nonna comparve uscendo dalla sua stanza con in mano un pacchetto composto da grandi foglie. Lo porse a Sara sorridendole.
    Aprilo le disse poi.

    La giornata era ormai giunta al termine, ero contenta di aver condiviso quelle cose con Sara, e in futuro sperava di poter vedere la sua città che solcava i cieli.



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    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




    Abilità:
    Danza delle ombre: ?2/2 cariche?
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.


    Arco arcano: ?3/3 cariche?
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.

    Equipaggiamento:
    -Arco
    -Pugnale
    -Faretra con 42/50 frecce
    -Borsellino

    Note Giocatore:

    Quando entra in stato alterato nessuno può comunicare con lei.
    Solo con l'arco può lanciare magie.
    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
    Sta cercando anche suo padre Owdreth.




     
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    Aedelwen rispose positivamente all'ennesima richiesta di Sara, ma più di tutte le altre questa era estremamente importante per lei, e il motivo emerse dal loro discorso poco dopo, quando Aedelwen disse "Il mondo la fuori è pericoloso, chissà se Funetsumi stà bene".
    Sara abbassò lo sguardo. Fino a quel momento il tempo era passato in modo piacevole, e lei aveva cercato di non pensare all'accaduto, ma adesso non poteva fare altro che guardare in faccia la realtà. La loro amica era stata rapita, e per quanto lei avrebbe voluto correre immediatamente a salvarla, non era abbastanza forte da riuscirci.
    Aveva mille pensieri per la testa, si sentiva inutile e impotente davanti a qualcosa di brutto che accadeva a una persona a lei cara. Prima di tutto per quel motivo voleva diventare più forte, era l'unico modo per evitare che lo scontro di Chinerea si ripetesse in quelle che erano state le sue conseguenze, e soprattutto voleva andare ad aiutare Funetsumi.
    "Spero che resista. Deve aspettare solo un altro po'.." si disse Sara stringendo i pugni adagiati sulle ginocchia.
    Ma quel momento venne spazzato via dall'entrata nella stanza di Muileth, che portava tra le mani un pacco fatto di foglie. Anche solo la sua vista tranquillizzò la ragazza, che si sentì un po' più tranquilla. Porse il pacco a Sara, che lo prese con mani esitanti.
    "Io..non..non era necessario.." provò a dire in imbarazzo. Non sapeva come comportarsi, non avendo chiare le usanze degli elfi era difficile dire se li stava offendendo, così si limitò a poggiare il regalo sul tavolo, scartandolo delicatamente.

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    Nome: Sara Quil | Sesso: F | Età: 21 | Provenienza: Lithoscaelia | Razza: Umano | Des;Int;Cos;For |




    Abilità:
    Riparazione Immediata: 「4/4 cariche」
    Gli abitanti di Lithoscaelia possiedono una preparazione perfetta riguardo cosa ci sia da fare in caso di guasti al loro equipaggiamento. Possono riparare qualunque cosa praticamente all'istante, ma l'integrità dell'oggetto ne risente, permettendogli di essere rimesso in funzione velocemente aumentando però la sua usura. Grazie a questa speciale capacità sono molto bravi nel creare oggetti improvvisati partendo dai singoli materiali, e a comprendere il funzionamento di un meccanismo a prima vista.

    Deflagrazione Acida: 「2/2 cariche」
    Inserendo il contenuto di un sacchettino di polvere da sparo in uno scomparto a scomparsa, è possibile girare al contrario l'Escova e usare lo stesso meccanismo usato per espellere le cartucce vuote per sparare fuori la cartuccia in uso in modo che deflagri e faccia danni da acido a spargimento. Ovviamente ha effetti diversi a seconda della quantità di acido presente nella cartuccia.

    Mina Solforica: 「3/3 cariche」
    Questa mina in legno della grandezza di un piattino, puo' contenere una dose di acido solforico e una di acqua. Se rotta in qualche modo, fa entrare in contatto l'acqua con l'acido, provocando pericolosi schizzi di questa sostanza estremamente corrosiva. Gli schizzi arriverebbero dai piedi alle ginocchia di chiunque nel raggio di 3 metri dalla mina, provocando importanti e dolorose ustioni. Inoltre inizierebbe a disperdere un aereosol di acido solforico, che inalato in quantità eccessive puo' avere conseguenze negative sull'organismo. Per essere usato, prima di tutto deve essere assemblata la mina, che Sara porta con sè in parti separate (contenitori vuoti di legno, fialette di acido e acqua).

    Equipaggiamento:
    - Escova
    - Pugnale
    - Cartucce per l'Escova (30 ml) 3/5
    - Polvere da sparo 1/2
    - Materiali grezzi per la polvere da sparo
    - Pomata lenitiva 2/5 usi
    - Sacca
    - Blocco da disegno e matita
    - Kit di riparazione per l'Escova
    - Sfera trasmittente di Xotiko

    Note Giocatore:
    La finitura dei suoi abiliti lascia a intendere che siano molto costosi. Non ha l'aria di una combattente.
    Oltre ai normali attacchi, l'Escova puo', ruotando la ghiera in senso orario o antiorario, espellere tutto l'acido della cartuccia inserita sotto forma di nube o come un getto di liquido.
    Le proprietà corrosive dell'acido non sono molto pericolose, non puo' provocare ustioni gravi nè sciogliere qualunque materiale.
    Sara sa creare l'acido che usa per l'Escova da sola, è brava quando si tratta di usare la chimica per creare alcune sostanze, ma essendo autodidatta ha ancora molto da imparare.


     
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  8. Aerith˜
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    Sara iniziò a scartare il pacco con molta calma, i pacchi elfici erano molto semplici da scartare. In cima vi era una chiusura, un laccio che teneva intrecciate le foglie, tolto quello le foglie si aprivano come un fiore in primavera rivelandone il contenuto.
    All'interno del pacchetto vi erano gli abiti di Sara, nonna aveva deciso di riparare i suoi vestiti, aveva pensato che avesse un legame con quell'abito altrimenti non l'avrebbe scelto per quel lungo viaggio. Il lavoro era stato così fine e preciso che sembrava fossero stati realizzati da zero. Il tessuto aveva ripreso vigore e con le parti di stoffe elfiche aveva assunto leggerezza e forza tipiche del nostro popolo.

    Dopo aver parlato ancora per qualche momento andammo a riposare.
    La notte trascorse tranquilla, sognai mia madre e mio padre che parlavano nel loro bosco.
    La giornata seguente la passammo ad allenarci. Cercai di istruire il più possibile Sara nella pratica con il pugnale.
    Le fece prima fare un po' di allenamento di riscaldamento, dopo il trattamento alla sorgente non avevamo più sforzato il nostro corpo e dovevamo riprendere con calma.
    Le mostrai le basi, l'importanza del tenere nel modo giusto l'arma e di affidarci alla sua lama.
    Spendemmo molto tempo in questa pratica ma alla fine dell'allenamento, il sudore e la fatica avevano dato i loro frutti.
    In un momento di pausa in cui avevo lasciato Sara riposare per un po' per riprendere le energie mi ero allontana e diretta verso il fabbro. Volevo controllare a che punto fossero le mie armi e volevo commissionargliene un'ulteriore.
    Le mie armi erano a buon punto, non me le mostrò perchè voleva farlo solo a lavoro finito. Ma dal suo sguardo era molto soddisfatto.
    Gli chiese poi di fabbricarmi un pugnale di media lunghezza con l'impugnatura di bambù e acciaio. Come incisione gli chiese di scrivere Wie.
    Era primo pomeriggio e mi disse che sarebbe riuscito a farmelo avere per sera insieme alle mie armi.

    A fine allenamento avevamo ancora del tempo e decisi di mostrare la seconda uscita a Sara.
    Ci dirigemmo verso l'estremo nordo, oltre il bosco. La gente era molto più diradata e le case erano molto meno frequenti, vi erano campi di raccolti.
    Giungemmo alla fine alla porta secondaria. Si stagliava di fronte a noi come un grande muro di radici spesse e possenti.
    Vi erano delle guardia in loro prossimità ma non ci badarono molto.
    Per poter far in modo che le radici creassero un varco serviva conoscere una semplice ed unica parola, segreta a coloro che non dovevano sapere.
    Weere il cui significato era fedeltà.
    Gliela dissi all'orecchio e le le proposi di dirla lei stessa per poterne verificare l'efficacia.
    Quando la pronunciò le radici si spostarono intrecciandosi in vari modi. Si aprìì un varco, non molto ampio, poichè solo una persona aveva formulato la richiesta.
    Era abbastanza grande da far passare due persone, una affianco all'altra e un carretto.
    Le radici erano molte e spesse, creando un vero e proprio tunnel al di fuori del quale un vasto bosco accerchiava tutto.

    Quando tornammo dall'armaiolo il suo lavoro era completo. Prima mi diede le mie armi, erano perfette, le sollevai verso il cielo e le luci della sera si rispecchiavano nelle lame. Le incisioni correvano lungo tutta la lama e il manico era il medesimo del mio pugnale.

    Hanta
    (grazie) gli dissi con occhi colmi di gioia.
    Il mio pagamento erano monete elfiche e e reperirgli un materiale che avrei trovato solo verso Nord, oltre le rovine di Tereldan.
    Mi porse poi il pungnale per Sara, era impacchettato come gli avevo chiesto.
    Lo porsi a Sara e le sorrisi. Questo è per te.
    Sulla lama è scritto coraggio.. Domani partirò e volevo che tu fossi pronta per tornare a casa. Mi dispiace non accompagnarti ma non posso attendere oltre, devo partire

    Trascorremmo gli ultimi momenti in tranquillità, passando dall'albero della vita e danzando a una festa in onore della luna.
    La mattina seguente Sara stava ancora dormendo. Non volevo svegliarla e non sapevo bene come salutarla così mi diressi nella sua stanza e le diedi un bacio sulla fronte e le sussurrai all'orecchio:
    Aa’ menle nauva calen ar’ ta hwesta e’ ale’quenle (Possano le tue strade essere Verdi e possa il vento accompagnarti)
    Uscì dalla stanza e mi congedai da mia nonna. Mi fece una benedizione di protezione e con un sorriso ci separammo.
    Uscì dalla mia casa ancora con le luci della notte che si intersecano con quelle del giorno.




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    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




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    Sara osservava l'Albero della Vita con timore e rispetto.
    Era incredibile pensare come un semplice albero, seppur così grande, avesse al suo interno una tale quantità di energia magica. La poteva quasi percepire se poggiava una mano sul tronco, anche se non sapeva nulla di magia riusciva a sentire come un battito pulsante che la pervadeva e le faceva provare un calore rassicurante. Si chiese se l'Albero si fosse mai arrabbiato, se quell'energia benefica così forte si fosse mai tramutata in un potere così immenso e spaventoso da far tremare la terra e rabbrividire tutta la foresta. A quel pensiero ritrasse la mano, era spaventoso anche solo provare a immaginarlo.
    Rimase ancora un momento a guardare le sue fronde, così in alto che si potevano distinguere a malapena tra i rami degli altri alberi. Le dispiaceva andarsene, ripensò con affetto ai giorni passati con Aedelwen, a tutto quello che aveva visto e che aveva vissuto, a tutto quello che aveva imparato. Si passò una mano sui vestiti come per lisciarne le pieghe, in realtà voleva solo sentire la sensazione di quel tessuto a lei così familiare sotto le dita, Muileth le aveva fatto un regalo stupendo. E anche se in alcuni punti poteva sentire la differenza rispetto ai vestiti che aveva lasciato a terra per entrare nella fonte, anche se sentiva che vi era qualcosa di diverso..non poteva fare a meno di sentirsi un po' più a casa.
    Fece cadere lo sguardo sull'impugnatura del pugnale che le aveva regalato Aedelwen, era come sempre nello stivale. Aveva passato tutto il tempo a osservarlo e studiarne i particolari prima di addormentarsi, era un oggetto di gran qualità, perfettamente bilanciato e si adattava alla sua mano come se ne avessero fatto un calco. Dopo l'allenamento che aveva svolto insieme ad Aedelwen, riusciva a capire meglio il fascino di quell'arma e ogni volta che la guardava non poteva fare a meno di pensare a tutto quello che l'amica e sua nonna avevano fatto per lei. Aveva salutato Muileth con un abbraccio quella mattina, non sapeva dire se lei se lo aspettasse o meno, ma non dimostrò di esserne dispiaciuta.
    Un giorno avrebbe fatto il possibile per ripagarle entrambe, ma proprio come Aedelwen, anche lei doveva riprendere il suo viaggio. Doveva andare a Lithoscaelia, continuare il suo allenamento, e poi provare ad aiutare Funetsumi. E anche Bios.
    Si voltò dando le spalle al grande albero, e dirigendosi a nord della città. Avrebbe usato l'entrata principale che le aveva mostrato l'amica il giorno prima.
    Quando fu di nuovo all'aperto, si sentì come se fosse uscita dal suo guscio sicuro, come se da quel momento in poi tutto potesse rappresentare una minaccia per lei, le gambe le tremarono ed ebbe la tentazione di girarsi e tornare indietro. Ma strinse forte i pugni, memore di tutto quello che era successo e di tutte le promesse che aveva fatto a sè stessa sull'essere forte. Fece un passo deciso in avanti. Poi un altro. E poi un altro. E così Sara riprese il suo viaggio diretta a Lithoscaelia, la sua città natale.

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    Nome: Sara Quil | Sesso: F | Età: 21 | Provenienza: Lithoscaelia | Razza: Umano | Des;Int;Cos;For |




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    Deflagrazione Acida: 「2/2 cariche」
    Inserendo il contenuto di un sacchettino di polvere da sparo in uno scomparto a scomparsa, è possibile girare al contrario l'Escova e usare lo stesso meccanismo usato per espellere le cartucce vuote per sparare fuori la cartuccia in uso in modo che deflagri e faccia danni da acido a spargimento. Ovviamente ha effetti diversi a seconda della quantità di acido presente nella cartuccia.

    Mina Solforica: 「3/3 cariche」
    Questa mina in legno della grandezza di un piattino, puo' contenere una dose di acido solforico e una di acqua. Se rotta in qualche modo, fa entrare in contatto l'acqua con l'acido, provocando pericolosi schizzi di questa sostanza estremamente corrosiva. Gli schizzi arriverebbero dai piedi alle ginocchia di chiunque nel raggio di 3 metri dalla mina, provocando importanti e dolorose ustioni. Inoltre inizierebbe a disperdere un aereosol di acido solforico, che inalato in quantità eccessive puo' avere conseguenze negative sull'organismo. Per essere usato, prima di tutto deve essere assemblata la mina, che Sara porta con sè in parti separate (contenitori vuoti di legno, fialette di acido e acqua).

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    Interpretazione: ottimo
    Descrizione: ottimo
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    Aerith
    Interpretazione: buono
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    Coerenza: ottimo

    PA: 8

    +1 PA Bonus ad Aerith per aver introdotto bene Mulieth la Curatrice :già:

    Aggiornate le vostre schede mettendo i PA guadagnati e il link alla quest in Cronologia.
    CHIUDO. Per ulteriori delucidazioni usate gli mp :sisi:
     
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