Mr. Madden

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    Nome: Mr. Madden
    Sesso: M
    Età (età apparente): 25
    Data di Nascita: 5 Dicembre 1E1869
    Luogo di Nascita: Mugtjat
    Razza: Umano


    Carnagione: Chiara
    Peso: 76 kg
    Altezza: 1.87 m
    Occhi: Grigi
    Capelli: Neri tendenti al viola
    Corporatura: Ha un fisico muscoloso ma non abbastanza da risaltare eccessivamente sotto i vestiti.
    Particolarità: Ha dei tatuaggi che gli coprono le braccia, le scapole, e il retro del collo, sono di colore blu sbiadito. Quando usa la magia emanano una leggera luce, tuttavia in genere sono coperti dai vestiti, quindi non si nota.
    Sebbene gli piaccia definirsi un mago, la verità è che non ha mai studiato per diventarlo, la magia che gli permette di manipolare spazio e tempo deriva dagli effetti del Cataclisma.
    Ha un pacemaker che sfrutta sia la sua energia vitale, che la magia per funzionare. E' collegato con un meccanismo al suo cervello, che inizialmente gli doveva fornisce l'energia elettrica. E' un dispositivo antiquato in confronto alle tecnologie mediche più all'avanguardia, non potrebbe funzionare senza magia, e il suo collegamento al cervello fa spesso udire a Madden dei ticchettii fastidiosi che gli altri non sentono.

    Comportamento: Estremamente opportunista, dove c'è un guadagno di qualche tipo lui agisce, in caso contrario difficilmente fa qualcosa che lo distolga dai suoi obiettivi.
    Tuttavia è molto lungimirante. Non cerca guadagni immediati, se qualcosa gli porterà vantaggi in futuro, lo considera comunque un buon motivo per agire.
    'Il tempo scorre' è il suo motto, il che ha diverse valenze. Puo' voler dire che non ha tempo da perdere, esattamente come potrebbe significare 'non ha importanza', 'le cose si risolveranno in qualche modo', oppure puo' anche essere un riferimento alla 'temporaneità' delle persone, al fatto che non ha senso darsi pena per loro essendo che dovranno morire comunque. Paradossalmente, pur essendo questo il suo motto è sempre il primo a perdere tempo.
    Giudica le questioni morali o legate all'orgoglio stupide, tutto puo' essere messo sulla bilancia e valutato, tutte le persone, tutte le situazioni e tutte le scelte.
    Ha un comportamento bizzarro ed eccentrico, spesso incomprensibile, a volte al limite della pazzia. Ama fare giochi di parole che abbiano a che fare con il tempo, e ha una particolare simpatia per chi si dimostra affascinato dalle sue capacità magiche. Tuttavia non parla mai delle origini della sua magia, spacciandosi per un comune mago.
    Spesso non resiste alla tentazione di flirtare con le ragazze che incontra, cercando di sedurle con semplici giochi di magia. Ma la maggior parte delle volte lo fa solo per gioco, raramente si interessa realmente a qualcuno.

    Abbigliamento: [click] Porta dei pantaloni bianchi infilati in stivali fino al ginocchio, e una canottiera beige coperta con un giubbotto di pelle nera. In genere indossa una sciarpa grigia molto larga attorno al collo, che alza fino a coprirsi parte del volto quando viaggia.
    Indossa dei guanti di cuoio coperti da placche metalliche e strani congegni. Nascondono un piccolo coltello da lancio ciascuno.
    Non viaggia mai senza il suo cilindro, su cui sono posti pezzi di metallo, ingranaggi, e strane piume. Al suo interno è marchiata una runa magica, che gli permette di utilizzare l'abilità Spatium Temporis.
    Il cilindro serve anche come posto su cui poggiare gli occhialini quando non li indossa.
    Tiene nella tasca della giacca un orologio da taschino. E' fermo da anni ormai, tuttavia lo guarda spesso per sapere l'ora, e stranamente la sa sempre con precisione.

    Equipaggiamento: Madden combatte usando un particolare martello dalla testa rotonda e schiacciata, come un disco, di diametro 50 cm e di spessore 15 cm. E' in pesante metallo, e su entrambi i lati vi è inciso un orologio. Quando usa la magia attraverso il martello, le lancette girano come se fosse un normale quadrante, anche se ovviamente non è così. L'asta del martello è marchiata con la stessa runa che vi è sul fondo del cilindro, ripetuta più volte per tutta la sua lunghezza. Puo' riporre ed estrarre l'arma dal cilindro, come se venisse adagiata temporaneamente in uno spazio extradimensionale. Non puo' farlo con nessun altro oggetto.

    Martello, cilindro, guanti, occhialini, orologio da taschino, 2 piccoli coltelli da lancio, mazzo di carte.

    Background:
    Mando giù in un colpo l'ultimo sorso del mio drink.
    "Parlami ancora di Lithoscaelia!" mi dice la barista, una ragazza dai capelli corvini e due occhi azzurri che sembrano zaffiri.
    Mi guardo intorno, sembra non esserci nessuno nel bar a parte un paio di vecchi ubriaconi in un angolo. Me la rido tra me e me, su che genere di storia potrei puntare stasera?
    "Sei sempre così entusiasta, perchè non la visiti tu stessa?" le chiedo mentre ci penso, porgendole il bicchiere vuoto per farmelo riempire.
    La ragazza mi guarda sbarrando gli occhi, poi arrossisce e distoglie lo sguardo, spostandosi imbarazzata una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
    "Non dire idiozie..lo sai che non si puo'." sussurra prendendo la bottiglia dallo scaffale alle sue spalle. In quel mentre, i capelli le scivolano oltre la spalla, e le scorgo il retro del collo: una serie di minuscoli occhietti le spuntano dalla pelle come un'eruzione cutanea. Questi mi fissano mezzo secondo, quanto basta per farla paralizzare.
    "Non mi guardare così.." sussurra perentoria.
    "Così come?" le rispondo con la voce più calma del mondo, continuando a guardare quei piccoli occhietti di tutte le dimensioni, i più grandi simili a bottoni, i più piccoli simili a delle teste di spillo.
    "Così!" si volta furiosa "Come se fossi un fenomeno da baraccone!" mi dice quasi con le lacrime agli occhi.
    Ridacchio facendole segno di non lasciare il lavoro a metà e versarmi il mio wiskey. Lo fa un po' riluttante, forse preferirebbe spaccarmi la bottiglia in testa piuttosto che servirmi.
    "Avanti, prendine uno anche tu e vieni a sederti qui accanto a me" dico picchiettando una mano sullo sgabello accanto al mio, mentre riprendo a bere. E stranamente lei segue il mio consiglio.
    Sembra ancora sulle sue, ma cerca di dimostrarsi calma e tranquilla iniziando a sorseggiare il suo drink con noncuranza. Ogni tanto la vedo guardarmi di sottecchi, finchè non prende il coraggio di parlarmi di nuovo.
    "Mi piacciono le tue storie. Ma non posso nascondere che il tuo atteggiamento..mi irrita. Vieni qui con quell'aria fiera, a parlare di quanto sia bello il mondo là fuori, pur sapendo che non lo vedrò mai." ha un'aria piuttosto affranta.
    "Sai benissimo che nulla ti vieta di andartene."
    "Sì ma probabilmente non potrei ritornare. Non tutti possono entrare e uscire dalla città liberamente come fai tu."
    "E chi dice che vorrai tornare?" le chiedo poggiando sul bancone il mio bicchiere nuovamente vuoto.
    Lei rimane in silenzio per un paio di minuti, le mani abbandonate in grembo, lo sguardo basso.
    "Non trattarmi così." mi dice a voce così bassa che riesco a sentirla a malapena.
    "Così come?" le chiedo per la seconda volta.
    Ma questa volta non si arrabbia, sembra solo infinitamente triste.
    "Lo sai. Mi parli di queste cose come se io fossi..come te. Come gli altri là fuori. Ma lo sai che non è così." ha la classica aria di chi cerca rassicurazioni "Tu sei a posto. Il tuo corpo è perfetto, non sei..strano. Non ti guardano male quando cammini per le strade di..di..di Lithoscaelia! Come guarderebbero me invece?"
    Credo sia colpa mia dopotutto. Le ho riempito io la testa di storie sul mondo fuori di qui, sulle persone che ci vivono. Se non l'avessi fatto probabilmente non la penserebbe così. Sarebbe come tutti gli altri mutanti, che nati e cresciuti in questo maledetto cubo, neanche sanno cosa ci sia fuori da quella fottuta porta.
    Proprio in quel momento, un ticchettio si insinua nella mia mente. Inizia piano, quasi come un rumore di sottofondo, fino ad aumentare di volume quel tanto che basta per impedirmi di udire i rumori intorno a me. Il suono della città, di solito assordante, adesso è solo un ronzio leggero, del tutto sopraffatto dal ticchettio. Fa male. Molto. Anche se ci sono abituato non è mai un'esperienza piacevole. Mi porto una mano alla fronte voltandomi dall'altra parte, aspetto qualche secondo che passi.
    "..tto bene?" il mio udito ritorna quello di prima, la barista ha poggiato una mano sulla mia gamba e mi sta osservando preoccupata. Mi riprendo in fretta, non do mai molto peso alla cosa. Ma so che in genere, il mio comportamento inizia a diventare un po' più..sopra le righe dopo questi attacchi.
    Prendo la sua mano tra le mie, me l'avvicino al viso e poggio le labbra delicatamente sul dorso, lasciandovi un leggero bacio. Poi la guardo dritto negli occhi, sembra stupita da questo comportamento. Le scosto una ciocca di capelli dal viso.
    "Spero ti guardino come faccio io, solo così potranno vedere la bellissima ragazza che sei." sembra sussultare dalla sorpresa, arrossendo visibilmente "Il tuo corpo..non ha niente che non va. Ma se preferisci posso controllare meglio." le dico in un sussurro prima di avvicinarmi per baciarla.
    Qual'era il suo nome?
    - - - - - - - -
    "Non posso credere che tu non sapessi nemmeno il suo nome!" esclama Tent quasi sputandomi addosso la birra che stava bevendo.
    Lo guardò a metà tra il disgustato e il divertito.
    "E invece è proprio così vecchio mio. Forse tempo fa me lo aveva anche detto ma..non riesco a ricordarlo per quanto ci provi" dico asciugandomi la fronte dal sudore con un panno.
    Il deserto scorre sotto di noi, basterebbe una folata di vento o un movimento brusco per cadere e diventare solo delle macchioline sulla sabbia.
    Butto giù anche io un sorso di birra pensando a quanto tempo è passato da quella volta a Mugtjat. Giorni? Mesi? Anni? Lo scorrere del tempo è così strano, sembra variare a seconda delle situazioni. Non che mi dispiaccia.
    "E quindi poi che è successo?" mi chiede Tent curioso. Lo conosco da molto tempo, anche se non saprei dire quanto. Forse dalla prima volta che sono capitato a Lithoscaelia, cercavo un lavoro e mi sono fatto assumere come manutentore. Non avrebbero mai assunto qualcuno dall'esterno senza credenziali come me, ma si sono dovuti ricredere quando ho mostrato le mie capacità. O forse li ho convinti con la mia parlantina? Non ricordo. Ad ogni modo sono stato assegnato alla squadra di Tent, siamo quelli che si occupano delle riparazioni esterne della città, e io controllo che non cada nessuno. E quando succede vado in loro soccorso: non è difficile quando si è un mago bravo come me. C'è da dire che sono una squadra esperta, sanno come cavarsela anche da soli, e io ho tutto il tempo di starmene seduto comodo sull'impalcatura a guardare il mondo sotto di me e a raccontare storie al mio caro Tent. E' il genere di compagnia che è meglio tenersi stretti, è grazie a lui che ogni volta che torno in città posso riprendere il mio lavoro senza problemi.
    "Che vuoi che ti dica.." inizio bevendo un altro sorso di birra "Lei voleva vedere il mondo esterno e io ci ho provato. Ho provato a farla uscire dal cubo. Ma ci sono state delle..complicazioni. E lei è rimasta indietro." gli spiego in tutta tranquillità.
    "E andrai a trovarla quando tornerai a Mugtjat?" mi chiede guardando l'orizzonte pensieroso.
    "Non credo." rispondo sbrigativo.
    Come potrei? Si è fatta ammazzare. E c'è mancato poco che per colpa sua non mi facessi ammazzare anche io.
    Si è fatta prendere dal panico al momento dell'uscita e ci hanno voluti perquisire pensando che fossimo gente sospetta. A quel punto non potevo fare altro che andarmene da solo, se avessero trovato i segni della magia su di me sarei stato spacciato. C'è stato un gran trambusto, sono volate molte pallottole, e alla fine mi sono teletrasportato fuori, esattamente come avrei fatto fin dall'inizio se fossi stato da solo. Credo se ne sia beccata una in fronte. E' un peccato, era molto bella.
    E soprattutto mi offriva sempre da bere.
    "E adesso che farai?" Tent ama fare domande. Ascoltare le mie storie, e fare domande. Ormai è il tramonto, il nostro turno è finito.
    "Non lo so. Credo che andrò verso ovest. Ci sono delle cose che mi interessa vedere."
    "Cose da vedere, ragazze da sedurre..deve essere una bella vita la tua." mi dice ridacchiando, mentre si rialza tenendosi ai supporti dell'impalcatura.
    E' un attimo, i supporti cedono, ne salta uno, poi ne salta un altro, e in meno di un secondo la fiancata dell'impalcatura viene giù, facendo sbilanciare Tent che viene trascinato verso il vuoto. Scatto verso di lui appena in tempo per afferrargli una manica mentre cade, fortunatamente sono ancora seduto o sarei finito giù con lui e tutta l'impalcatura.
    "R-ragazzo..bella presa.." mi dice mentre sta lì, sospeso nel nulla, con solo il mio braccio come supporto. E' pesante, digrigno i denti dallo sforzo mentre provo a cercare qualcuno con lo sguardo. Ma tutti se ne sono andati prima di noi, siamo soli. E altri due supporti dell'impalcatura cedono. Non ci vuole un genio per capirlo, la struttura è compromessa, e noi pesiamo troppo.
    Tent mi guarda spaventato, ma gli ci vuole meno di un battito di ciglia per nascondere la paura, e ora mi guarda con determinazione.
    "Non ci reggerà entrambi ragazzo, non preocc.." non fa in tempo a finire la frase che sta già volando verso il suolo da un'altezza che non lascia scampo. Non mi spreco nemmeno a guardare la sua faccia sconvolta e delusa mentre si allontana ad altissima velocità, mi sono già rialzato e con pochi movimenti raggiungo la scaletta e risalgo verso la parte alta di Lithoscaelia.
    E' un vero peccato.
    Credo non mi assumeranno più per questo lavoro.
    - - - - - - - -
    "Nessun rimorso e nessuna esitazione eh? Mi piace." dice Ewgene infilandosi con cura la tunica nera e passandovi sopra le mani per lisciarne le pieghe.
    E' una donna bellissima, ha lunghi capelli rosso scuro raccolti in una treccia stretta, occhi neri come il fondo di un pozzo, il fisico di una dea. Non dimostra affatto la sua età, pur non avendogliela chiesta intuisco che abbia almeno una decina di anni in più di me. Peccato che nasconda quel corpo perfetto sotto a un sudario nero così triste, ho dovuto usare tutto il mio charme per convincerla a toglierselo. Ma ne è valsa la pensa, devo ammettere che incontrare una donna così rigorosa e severa ha avuto i suoi..lati positivi.
    "Chi ti dice che non provo alcun rimorso?" le chiedo appoggiandomi con la schiena alla testata del letto mentre cerco pigramente con lo sguardo i miei vestiti. Non ricordo dove siano finiti.
    Si volta verso di me finendo di sistemarsi, con un sorrisetto complice, come se condividessimo un segreto.
    "Credi di essere speciale? O forse pensi di essere particolarmente furbo? Non sei il primo che mi racconta una storia del genere, e hai lo stesso identico sguardo di tutte quelle persone. Non vedo alcun rimorso. E sono pronta a scommettere che non ne provi nemmeno per la ragazza mutante." ha un'aria soddisfatta, come se mi avesse smascherato capendo la mia vera natura. "Non capisco di cosa ti preoccupi, non hai bisogno di mentire con me. Soprattutto, ti ho mostrato quanto posso essere persuasiva." aggiunge con uno sguardo eloquente prima di voltarsi e dirigersi verso una specchiera.
    Si scioglie la treccia e si spazzola i capelli, sembrano una cascata di magma. Poi divide la chioma in tre parti e ricompone la treccia. Ha un modo di fare così attento, ogni gesto è calcolato al millimetro, in modo quasi maniacale.
    Ne approfitto per alzarmi dal letto, e senza preoccuparmi della mia nudità inizio a cercare i miei vestiti. Sono stati raccolti da terra e piegati, li trovo su una sedia in un angolo della grande camera. Guardo interrogativo Ewgene, che mi risponde con un'alzata di spalle.
    "Non mi piace il disordine."
    "In questo caso non capisco cosa ti piaccia di me." inizio a rivestirmi con calma, non ho alcuna fretta.
    "Non mi piaci infatti." rimango abbastanza colpito da quelle parole. "Trovo solo che tu sia interessante. Interessante quanto puo' essere un libro che non ho ancora letto. O un artefatto di cui non ho ancora capito il funzionamento." si volta verso di me, ha finito di sistemarsi ed è tornata la donna ordinata e rigorosa che ho conosciuto il giorno prima. Siede composta, la schiena dritta, le mani in grembo, le dita intrecciate. "E come puoi ben immaginare ho questi stessi interessi verso di te. Leggerti e capire il tuo funzionamento."
    Ridacchio tra me e me mentre mi avvolgo intorno al collo l'ampia sciarpa e recupero il cilindro, girandomelo tra le mani.
    "Credevo ne avessimo già parlato, e che avessimo un patto. Io ti parlo della mia magia, e tu mi fai uscire illeso da Dagmatem." la guardo con aria di sfida. Non sa nulla delle mie vere capacità, e per questo non è stata in grado di mettermi in una posizione di stallo finora.
    Ewgene sembra seccata dalle mie parole, arriccia le labbra in segno di disapprovazione. Ma allo stesso tempo c'è una luce nei suoi occhi, vuole davvero sapere tutto di me, vuole conoscere i miei segreti, muore dalla voglia di sentire quello che ho da raccontarle.
    "Sono una donna di parola. Nella cantina di questa casa c'è un passaggio che porta vicino alle mura, una volta lì.."
    "Una volta lì saprò come uscire, grazie." le dico facendo un profondo inchino.
    "Molto bene..quindi immagino sia ora per me di sentire la tua storia. E non parlo delle fandonie che mi hai raccontato finora."
    Fingo un'aria ferita e sconvolta.
    "Fandonie? Ma Ewgene, io ti ho aperto il mio cuore!" le dico portandomi il cilindro al petto.
    "Basta giocare." mi ammonisce in tono secco.
    Non posso fare altro che ridacchiare nuovamente scuotendo la testa, rigirandomi ancora il cilindro tra le mani.
    Ma proprio in quel momento un assordante ticchettio mi rimbomba nel cervello, sembra di stare con la testa in una campana. Rischio di perdere l'equilibrio, mi devo appoggiare a una cassettiera mentre mi porto una mano alla testa.
    "..apere cos'hai?" dopo qualche secondo l'udito torna quello di sempre, ed Ewgene mi guarda con le sopracciglia aggrottate.
    "Nulla! Nulla, solo un giramento di testa. Probabilmente è perchè non ho ancora mangiato nulla." le dico riprendendo il mio modo di fare spensierato, grattandomi la fronte.
    "E va bene. Per prima cosa ti posso parlare di quello che puo' fare questo favoloso cappello. Forse mi hai visto usarlo durante la mia fuga, ne hai capito il funzionamento?" le chiedo continuando a passarmi il cilindro da una mano all'altro, mentre lo sguardo della donna è attento, segue i suoi movimenti come ipnotizzata. Sembra concentratissima, come se stesse sfogliando migliaia di tomi di magia nella sua testa cercando la risposta.
    "No.." ammette infine con riluttanza. "Ma credo sia un oggetto molto potente, ho notato come te lo tenevi stretto, facendo attenzione a non perderlo." dice continuando a osservare il cappello.
    "Esatto!" esclamo entusiasta, avvicinandomi a lei. "E' il fulcro della mia magia, vedi senza di esso non potrei fare nulla." le dico con tono serio. "E' tutto merito di queste rune." capovolgo il cappello in modo che possa vedere al suo interno.
    Le scruta molto attentamente, ma posso ben vedere che non le riconosce. Di questo ne sono abbastanza stupito, credevo fosse una magia abbastanza comune.
    "Non riesco a decifrarle. In che modo aiutano la tua magia?" mi chiede ansiosa di sapere, convinta di aver scoperto come potenziare le sue capacità.
    "Il processo è un po' complesso, faccio prima a mostrartelo che a spiegartelo." le dico con un sopracciglio inarcato, mentre mi rigiro un ultima volta il cappello tra le mani. "Con il vostro permesso.." dico con un mezzo inchino e un sorriso ammiccante, facendo gesto di starle per posare il cilindro sulla testa.
    Non mi risponde, si limita a fare un cenno affermativo con il capo. Si siede ancora più dritta e composta, sembra una regina in procinto di essere incoronata. Le poso il cilindro sulla sommità della testa, e proprio in quel momento le rune al suo interno su attivano grazie alla mia magia. Tiro il cappello verso il basso, fino all'altezza del mento, e in quel preciso istante, dietro alla donna compare a mezz'aria un disco di luce, da cui emerge la testa di Ewgene, dal mento in su. Mi guarda senza capire, e in quel momento estraggo con un gesto fulmineo il pugnale da lancio dal guanto destro e le recido la carotide. Posso vedere la luce scomparire dai suoi stupendi occhi neri mentre mi guarda terrorizzata.
    Recupero il mio cilindro e il resto dei miei oggetti prima di dirigermi verso la porta. Avrei trovato facilmente il passaggio in cantina anche da solo.
    E' un vero peccato.
    Era stata la migliore di tutte le donne con cui ero stato a letto.
    - - - - - - - -
    "Quindi non le hai rivelato nulla?" chiede il dottor Shan mentre mi esamina il braccio destro.
    "No doc, se le avessi voluto dire qualcosa non ci sarebbe stato bisogno di ucciderla no?" rispondo controvoglia.
    Shan mi guarda da sopra gli occhialini da vista.
    "Che hai ragazzo? Sembri turbato."
    Resto per molto tempo in silenzio, guardando il soffitto della catapecchia in cui vive. Ho la mente vuota, mi è difficile mettere una parola dentro l'altra, sono quasi triste.
    "Non lo so doc..saranno questi continui ticchettii..cinque anni di ticchettii dopo un po' ti fottono il cervello." rispondo passandomi una mano sugli occhi con fare stanco. Poi scoppio a ridere. "Chi lo sa, forse sono diventato pazzo!" esclamo quasi con le lacrime agli occhi.
    Il dottore mi osserva preoccupato, forse addirittura rammaricato. Si allontana dal tavolo su cui sono sdraiato e si avvicina a una cassettiera, prende una pipa e inizia a fumare guardando fuori dalla piccola finestra. Si puo' vedere un fiume di persone dagli strani abiti camminare per quella strada così colorata e piena di vita.
    "Sai Madden, a volte incontro dei giovani ricercatori che posseggono un tipo di tecnologia che io non conosco. Che non ho mai nemmeno sognato. Quando vent'anni fa lavoravo a Mugtjat non avevo a disposizione gli strumenti che esistono oggi, e sai bene che un tipo di tecnologia più avanzata era proibita.." dice grattandosi il mento ispido. "Eppure non posso fare a meno di chiedermi se..se magari con un tipo di tecnologia diverso..con strumenti più avanzati..forse se fossi andato a vivere a Chomer Chayul'i da subito avrei potuto aiutarti in modo diverso. Avrei potuto fare di più." rimane voltato verso la finestra.
    Mi copro il viso con le mani esasperato, ci sono delle persone che non riesco a consolare nemmeno fingendo di interessarmene, e sono quelle come il dottor Shan, vent'anni passati a piangersi addosso e a quanto pare non ha ancora finito.
    "Senti doc.." inizio con grande sforzo sedendomi sul bordo del tavolo. "I mezzi erano quelli che erano, e tu hai fatto del tuo meglio. Mi hai salvato. Un ticchettio di tanto in tanto non è un problema, mi sembra il giusto prezzo per una vita." dico iniziando a rimettermi la canottiera.
    Il vecchio si volta, si toglie gli occhiali e li pulisce con un lembo della camicia.
    "Converrai però..che non avrei dovuto ricorrere alla magia per alimentare il tuo pacemaker se avessi potuto accedere a delle tecnologie mediche più avanzate. E forse ora tu.." si ferma a metà della frase, come se si fosse pentito di averla iniziata.
    Mi metto nuovamente a ridere.
    Avevo cinque anni, vivevo a Mugtjat con mia madre. Eravamo molti umani a quel tempo, anche se si iniziava già a percepire il cambiamento, la nuova razza emergente dei mutanti non contava più solo poche decine di esemplari come i primi anni. Io stavo male, ricordo che dovevo sempre stare attento a non sforzarmi troppo perchè sentivo spesso delle dolorose fitte al cuore. Il dottor Shan si occupava di curare le famiglie più povere che non potevano andare dai medici più esperti, e in breve tempo mia madre si rivolse a lui per un consulto. In realtà il dottore era molto bravo in quello che faceva, era un gran medico e ricercatore, e anche se nei suoi discorsi non emergeva mai chiaramente ed esplicitamente, si capiva come non fosse d'accordo con l'isolazionismo messo in atto da Gregorbovich. Non ho mai capito perchè non abbandonò Sulfur seguendo gli altri scienziati diretti a Chomer, ma non mi sono neanche mai preoccupato di chiederglielo. Disse che avevo bisogno di un genere di cure che lui non poteva fornirmi, e solo dopo che mia madre lo ebbe pregato e scongiurato, accettò di parlarci di un possibile rimedio. Avrebbe impiantato un pacemaker nel mio cuore che avrebbe risolto i miei problemi, collegato al mio cervello di modo da prendere l'energia elettrica necessaria al suo funzionamento da lì. Aggiunse però che questo non sarebbe bastato, che serviva un'ulteriore spinta all'apparecchio per funzionare. Disse che avrebbe dovuto ricorrere alla magia, e che ne avrei portato i segni tutta la vita.
    Mia madre era disperata era la mia unica occasione, e infine accettò per il mio bene, dicendo che se ci fossero stati problemi avremmo lasciato Mugtjat e non avremmo mai e poi mai fatto a nessuno il nome del dottor Shan. Riuscimmo a far entrare in città un mago, dovemmo pagare molte guardie perchè guardassero da un'altra parte, ma alla fine potemmo iniziare l'operazione. Era necessario tatuarmi le braccia con una particolare polvere minerale proveniente da Covtendruz, a quanto pare avrebbe assorbito l'energia da tutto il mio corpo per convogliarla dietro alla nuca, ovvero il punto dove il pacemaker di collegava al cervello, e il punto dove i tatuaggi si univano. Disse che non sarebbe stato altro che un tatuaggio agli occhi di chi lo guardava, ma se sottoposto a rilevazioni specifiche avrebbe potuto mostrarsi per quello che era, qualcosa di magico. Mia madre era ancora intenzionata a proseguire, così potemmo dare il via alle danze. Non ricordo molto dell'intervento, so solo che fu estremamente lungo e doloroso.
    Alla fine dovetti rimanere a letto per una settimana prima di essere pronto a rialzarmi. Inizialmente i tatuaggi mi privarono di molta energia, ma piano piano mi abituai e fui in grado di non soffrirne più di tanto. Dovetti farmi crescere i capelli per coprire i segni dietro al collo, e fasciarmi le braccia ogni giorno.
    Una sera il dottor Shan corse a casa nostra dicendo che qualcuno aveva fatto una soffiata su quello che era successo al governo e che a breve saremmo stati arrestati. L'uso della magia è severamente proibito a Mugtjat, ai loro occhi io dovevo essere una minaccia, e il dottore e mia madre due traditori.
    Fuggimmo. Pagammo nuovamente le guardie per lasciarci uscire di nascosto e fuggimmo, senza le nostre cose, senza soldi, senza nulla più di quello che avevamo addosso. Ci nascondemmo a Grisolyum per un po', non parlammo mai con nessuno del posto da cui venivamo, e io continuai a nascondere i miei tatuaggi. Non avevamo nulla da temere lì ma era sempre meglio essere prudenti. Poi mia madre morì in seguito a una rapina finita male, e Shan si prese cura di me. Finchè non arrivò il giorno del Cataclisma. Ricordo che all'improvviso la magia si abbattè sulle mura della città, e che io mi sentii strano, come se stessi risucchiando energia a non finire. Bruciava, i miei tatuaggi rilucevano di una strana luce blu e io mi sentivo paralizzato. Persi i sensi mentre urlavo a squarciagola e il dottore mi sorreggeva senza capire cosa stava succedendo. Mi risvegliai molto tempo dopo, ormai erano passate due settimane e fu allora che scoprii la magia. A quanto pare la polvere minerale aveva assorbito una quantità spropositata di energia, e dopo il primo momento di shock mi impegnai per riuscire a usarla. Non dovetti impegnarmi più di tanto a dire il vero, era un tipo di magia diverso da quello classico..più intuitivo. Il pacemaker non aveva più bisogno di usare la mia energia, ora poteva continuare a funzionare unicamente grazie alla magia del Cataclisma assorbita. L'unica conseguenza negativa fu che da quel giorno sento spesso dei fastidiosissimi ticchettii nel cervello, sicuramente hanno a che fare con il meccanismo che mi fa funzionare il cuore.
    Ma il dottore ha ragione. Sono cambiato da quel giorno. E non me ne pento.
    "Forse io cosa? Forse io..non sarei diventato pazzo? Non sarei cambiato? Non sarei come sono ora?" continuo a ridermela. Come potrei prendermela, è tutto vero. "Senti doc, non rimuginarci troppo sopra. Io sono felice di come siano andate le cose. Posso fare cose che non avrei mai neanche immaginato, vedere posti, conoscere persone..e le belle donne doc, non dimenticarti delle belle donne." dico facendogli l'occhiolino.
    Il suo viso rugoso mi scruta severo. E' come se le mie parole non facessero altro che alimentare i suoi dubbi. Eppure, anche se non gli piace come sono diventato, non ha mai perso tempo insistendo sull'argomento, sa che sarebbe inutile. Ha continuato fino ad ora a controllare il mio pacemaker quando capito dalle parti delle Rovine di Tereldan, mi vuole bene come una sorta di figlioccio..o forse si sente solo responsabile per la morte di mia madre? Non ne ho idea, ma fintanto che mi fornisce manutenzione gratuita al pacemaker non vedo perchè lamentarmi.
    Mi rimetto il giubotto e recupero tutte le mie cose.
    "Ascolta, hai questa bella casetta e curi i poveretti come hai sempre fatto, sembri felice o sbaglio? Non preoccuparti per me." gli dico finendo di sistemarmi sciarpa e cilindro.
    "Vista la scia di morti che ti porti dietro forse faccio bene a preoccuparmi.." sussurra sovrappensiero con lo sguardo perso nel vuoto.
    Mi fermo di colpo con uno scintillio omicida negli occhi.
    "Scusa..? Non ho capito bene." chiedo con voce melliflua.
    Shan sembra riscuotersi spostando lo sguardo su di me allarmato.
    "Niente. Non ho detto nulla." risponde precipitosamente.
    "..bene." gli sorrido come se non fosse successo niente, e con un cenno del capo lo saluto e me ne vado.
    Una volta fuori decido di seguire i miei piedi, ovunque essi vogliano andare.
    Quel vecchio è sveglio, senza dubbio sa come comportarsi con me, penso mentre ridacchio.
    Beh meglio così.
    Sarebbe stato un vero peccato.



    Caratteristiche:

    : Forza
    : Intelligenza
    : Destrezza
    : Costituzione


    Abilità: Punti Abilità 24 「0 in riserva」

    Spatium Temporis: 「3 cariche」
    Il suo cilindro diventa una porta spazio dimensionale grazie alle rune magiche incise al suo interno. Puo' ad esempio infilarvi un braccio per afferrare qualcosa lontano da lui, o addirittura entrare nel cilindro per ricomparire nelle vicinanze (in questo caso il cilindro si ripiega su sè stesso per seguire il proprietario e ricomparire con lui).
    Questa abilità ha una portata limitata, non puo' creare varchi più lontani di 20 metri da sè stesso.

    Tarda Fluxum: 「3 cariche」
    Puo' far comparire una runa sul terreno di circa un metro di diametro, come se fosse stata incisa a fuoco. Chiunque vi passi sopra subisce gli effetti della distorsione temporale, rallentando sensibilmente i propri movimenti e la propria percezione dello spazio per tutto il tempo che resta sulla runa, e qualche momento dopo averla oltrepassata.

    Tempus Fugit: 「2 cariche」 24/25
    Facendo oscillare il martello come se fosse il pendolo di un orologio, il flusso temporale inizia a scorrere diversamente per i suoi prossimi attacchi. E' in grado di sferrare una serie di colpi a velocità aumentata, come se il tempo attorno a lui si fosse fermato. Dopo l'uso di questa abilità, Madden si sentirà leggermente disorientato.

    Cronologia Quest:

    Un Mare in Tempesta.
    Due Mugtjan in Strada.





    HvYzGiq
    Nome: Mr.Madden | Sesso: M | Età: 25 | Provenienza: Mugtjat | Razza: Umano | For;Int;Des;Cos |




    Abilità:
    Spatium Temporis: 「3/3 cariche」
    Il suo cilindro diventa una porta spazio dimensionale grazie alle rune magiche incise al suo interno. Puo' ad esempio infilarvi un braccio per afferrare qualcosa lontano da lui, o addirittura entrare nel cilindro per ricomparire nelle vicinanze (in questo caso il cilindro si ripiega su sè stesso per seguire il proprietario e ricomparire con lui).
    Questa abilità ha una portata limitata, non puo' creare varchi più lontani di 20 metri da sè stesso.

    Tarda Fluxum: 「3/3 cariche」
    Puo' far comparire una runa sul terreno di circa un metro di diametro, come se fosse stata incisa a fuoco. Chiunque vi passi sopra subisce gli effetti della distorsione temporale, rallentando sensibilmente i propri movimenti e la propria percezione dello spazio per tutto il tempo che resta sulla runa, e qualche momento dopo averla oltrepassata.

    Equipaggiamento:
    - Martello
    - Cilindro
    - Guanti porta oggetti (contengono i coltelli da lancio)
    - Orologio da taschino fermo
    - Piccoli coltelli da lancio (2/2)
    - Mazzo di carte

    Note Giocatore:
    Ha dei tatuaggi che gli ricoprono le braccia e si ricongiungono nel retro del collo, quando usa la magia si illuminano ma essendo in genere coperti dai vestiti non si nota.
    Conserva il martello nel cappello, è l'unico oggetto che puo' essere riposto al suo interno.
    I piccoli coltelli da lancio sono nascosti nei guanti.
    Anche se si proclama un mago non lo è, puo' usare la magia solo grazie al Cataclisma.




    Edited by Key.Sabine - 23/2/2019, 23:07
     
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    Spatium Temporis 3 Cariche

    Tarda Fluxum 3 Cariche

    Tempus Fuggit 2 Cariche e 25 PA


    Davvero un ottimo PG, si sente l'impegno che ci hai messo per crearlo, mi è piaciuto leggere il BG. Ti do un +1 BONUS :già:
     
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    Grazie :fiore: quindi è accettato? :caffè:
     
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    Non lo so, fammici pensare :unsure:

    sì dai, l'accetto :già:
    Sai cosa devi fare con questa u.u

    CODICE
    <span style="display:block;width:450px; height:535; border:5px double white; background-image: url(http://i.imgur.com/dlboKiC.png);font-size: 8pt">
    <div style="float: left; margin-right: 10px; margin-left: 10px; margin-up: 10px; margin-down: 10px">[IMG=FohVB]http://i.imgur.com/FohVB.jpg[/IMG]</div>[color=#FF5555]Nome[/color]: Nome | [color=#FF5555]Sesso[/color]: F o M | [color=#FF5555]Età[/color]: 0 (0) | [color=#FF5555]Provenienza[/color]: Tereldan | [color=#FF5555]Razza[/color]: Umano | For;Des;Cos;Int |




    [color=#FF5555]Abilità[/color]:
    <span style="display:block;height:100px;margin-left:10px;overflow-y: scroll;background-color:none">[color=#55FF55]Nome Abilità[/color]: <b>&#12300;0/0 cariche&#12301;</b>
    Descrizione abilità.

    [color=#55FF55]Nome Abilità[/color]: <b>&#12300;0/0 cariche&#12301;</b>
    Descrizione abilità.
    </span>
    [color=#FF5555]Equipaggiamento[/color]:
    <span style="display:block;height:75px;margin-left:10px;overflow-y: scroll;background-color:none">Elenco dell'equipaggiamento.</span>
    [color=#FF5555]Note Giocatore[/color]:
    <span style="display:block;height:100px;margin-left:10px;overflow-y: scroll;background-color:none">Note.
    </span>



    </span>
     
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    E' stato bellissimo leggerla, era come leggere Bel Ami :mki:
     
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    CITAZIONE (Aerith˜ @ 21/2/2016, 15:42) 
    E' stato bellissimo leggerla, era come leggere Bel Ami :mki:

    Grazie mogliettina wub :fiore: Mi piacciono i romanzi dell'Ottocento e questo non lo conoscevo, credo che ne approfitterò per farmi una cultura
     
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  7. Aerith˜
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    Ottimo, magari trai spunto :sisi:
     
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    Adesso mi do +1 PA per il bell'aspetto :già:
     
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    Ed io ti do -2 per il brutto cilindro :sisi:
     
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