Umani ed Elfi

[22 Dicembre 2E5]

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  1. Pappo il Barbone
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    Una discussione? Tsk, ma che tempismo.
    Commento a bassa voce, accorgendomi dell'elfo e dell'umano che cominciano ad alzare i toni della voce.
    Non potevo scegliere momento migliore per fare visita a questa cittadina... ciononostante non ho alcuna intenzione di sprecare tempo a cercare di fare da balia a qualche individuo che vuole litigare.
    Non faccio in tempo ad aprire bocca, però, che Aedelwen non perde tempo, fiondandosi nei pressi dei due litiganti e della giovane elfa, fissando con sguardo deciso il litigante elfico poggiando le mani sulle sue.
    Dopodiché, comincia a parlare a lui, in lingua elfica? Affascinante, non capita tutti i giorni di assistere ad un discorso pronunciato in lingua elfica.

    Ah... Avrei scommesso tutta la mia ricompensa per aver salvato Wannyr su Aedelwen che ficcato un paio di frecce nel cranio di quel pover'uomo... evidentemente è molto più orgogliosa della sua specie di quanto si possa pensare.
    Penso ad alta voce, con aria pensante, nel mentre penso a quanto denaro avrei perso se avessi scommesso seriamente su questa cosa.
    Alla fine, mi avvicino anchio alla scena, un po' controvoglia, del resto preferirei vederli sbrigarsela da soli questa faccenda...

    Come siamo avventati, mia cara...
    Dico in direzione di Aedelwen, lanciando un'occhiata verso il giardino del litigante elfico.
    A prima vista, non sembra essere avvenuto nessun furto, tuttavia è possibile notare delle sezioni d'erba calpestate senza troppo tatto, cosa che il padrone del proprio giardino non farebbe mai.

    Bene bene...sembra che qui non ci sia stato alcun furto, bensì un tentativo fallito di furto... vedo un certo risentimento verso un tale maestoso giardino, ti dispiacerebbe dare qualche spiegazione? Fai attenzione però, divento parecchio irritabile quando ho fame.
    Dico in direzione del litigante umano, cercando di fulminarlo già solo con lo sguardo, ignorando per il momento l'altro litigante e la giovane elfa, la quale adesso si è rialzata da terra.

    Al tocco e alle parole di Aedelwen, il litigante elfico spalanca lo sguardo, percependo calma, ma al contempo rimprovero, nelle azioni della sua simile.
    "Parli la nostra lingua...vieni da Telaurëlhin..."
    Senza pensarci due volte, l'elfo molla la presa sull'uomo, tenendo lo sguardo chino verso il basso, come a provare vergogna per il suo gesto avventato.
    "Mi sono lasciato prendere dalle emozioni... però questo Sh'mlen (umano) deve confessare..."
    Prosegue a parlare, alzando lo sguardo verso l'altro litigante, il quale viene a sua volta additato, o meglio quasi minacciato, da Cyan.
    "I-Io... grrr... sì, va bene! Volevo rubare i tuoi stupidi fiori... sai, erano i preferiti di mia figlia, quando era piccola... hai presente? Una delle ragazze che VOI orecchie a punta ci avete impedito di proteggere dai negromanti di Dagmatem!!"
    Confessa l'umano, con tono pieno di odio e risentimento.
    "Ancora con questa storia? Quella gente avrebbe disintegrato Altais!
    Nessuno di noi ha idea di cosa avrebbero potuto fare con una semplice imposizione delle mani... per quanto mi porterò nella tomba l'immagine di quei ragazzi caricati su quel rimorchio, non potevamo condannare l'intero villaggio..."

    Lo scambio di toni tra i due litiganti prosegue, in maniera sempre più colma di risentimento, nel mentre la folla di gente che osservava, ora ha ripreso a camminare, tuttavia ogni volta che questo genere di cose accade, si viene a creare come una divisione involontaria tra elfi e umani anche tra i passanti.
    Alla fine, l'umano si allontana, prendendo interesse nel voler onorare il ricordo di sua figlia, una delle vittime del rapimento di qualche settimana fa, rientrando in casa convinto che nessuno gli avrebbe concesso di raccogliere quei fiori.
    Nel frattempo, la giovane ragazza elfica ha assistito alla scena, lasciandosi prendere da un silenzio dettato dal peso dell'atmosfera che si è venuta a creare, silenzio rotto qualche minuto dopo dall'uomo elfico, che richiama a sé la giovane ragazza.

    "Ish'la... fammi un favore... ti andrebbe di portarli davanti all'uscio della casa di quell'uomo? Preferirei che non bussassi alla porta."
    L'elfo consegna alla ragazza un bouquet di rose del suo giardino, chiedendole di essere discreta e di non bussare alla porta dell'uomo.
    Mh, ho capito... faccio io, non preoccuparti.
    "E voi... beh, se volete fare un giro per Altais, vi consiglio di seguire Ish'la, tra le altre cose è un'ottima guida turistica!"
    Conclude l'elfo, riferendosi ad Aedelwen e Lady Cyan con un tono di voce un po' più divertito, per quanto non riesca a mascherare uno sguardo particolarmente rattristito dalla scenata di poco fa.


    njaUBQx
    Nome: Soledad Ciaran | Sesso: F | Età: 24 | Provenienza: Daevan | Razza: Umano | Int;Des;Cos;For |




    Abilità:
    Carte Magnetiche: 「3/3 cariche」
    Soledad infonde in una o più carte una speciale aura arcana di colore blu intenso, tale carta/e viene piazzata sul terreno permettendo a Soledad di teletrasportarsi nel punto esatto dove si trova la carta in qualunque momento, potendo però teletrasportarsi una volta sola per carta.
    [N° di cariche utilizzate = N° di carte utilizzate]

    Laser Arcano: 「2/2 cariche」
    Soledad fa roteare davanti a se un glifo magico composto da 5 carte che genera un raggio laser magico perforante davanti a sé, con un raggio d'azione pari a 10m.
    [N° carte richieste per l'attivazione = 5 carte]

    Equipaggiamento:
    - Carte da lancio arcane (40/40)
    Note Giocatore:
    Ha uno sguardo penetrante ed intenso, inoltre spesso tiene in mano una delle carte del suo mazzo, per puro sfizio.
    La Letture dell'Anima le consente di riconoscere il vero carattere delle persone.




     
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