Soledad Ciaran (Lady Cyan)

Nome: Soledad Ciaran (Lady Cyan)
Sesso: F
Età (età apparente): 24
Data di Nascita: 18 Settembre 1E1871
Luogo di Nascita: Daevan (Dagmatem)
Razza: Umana


Carnagione: Chiara
Peso: 60 Kg
Altezza: 1,79 m
Occhi: Ocra
Capelli: Grigio chiaro, a caschetto
Corporatura: Molto snella e attraente
Particolarità: La sua vista ha il dono della Lettura dell'Anima, che le consente di vedere il veri colori delle persone, celati proprio all'interno dell'anima.

Comportamento: Molto schietta, diretta e un po' egoista in certe situazione, ma quando si tratta di difendere sua sorella sarebbe disposta ad andare contro un'intera città.
Ha la lingua lunga, affilata e tagliente quanto una spada e si diverte ad utilizzare vocaboli altolocati quando ne ha l'occasione.
Ai più superficiali potrebbe apparire come una ragazza altezzosa e dal pessimo carattere, ma i suoi modi di fare stravaganti riescono sempre a porre Soledad al centro dell'attenzione.
Disprezza qualsiasi forma di fanatismo ed è una grande amante della natura.
Cerca sempre di non indossare "maschere", apparendo per quello che è veramente dando per scontato che nessun'altro abbia il suo stesso dono, reputandosi altrimenti una persona scorretta e meschina.

Abbigliamento: Abito smanicato completo di colore blu molto attillato per far risaltare maggiormente il proprio corpo, con colletto largo, lungo fino a poco sopra le ginocchia, terminando in una gonnellina.
Guanti in cuoio lucido sempre di colore blu e collant attillati che terminano con degli stivali sempre in cuoio lucido, sempre di colore blu.
In testa porta un piccolo berretto.
Equipaggiamento: - Mazzo di 40 carte normali, utilizzato da Soledad per il combattimento standard.
Queste carte sono rivestite di energia arcana, che le rende taglienti come rasoi e delle ottime armi da lancio.
Sul fronte di queste carte è rappresentato il simbolo nullo, lo 0 che ha infinità di strade davanti a sé, lo Stolto.


Background:
Per chiunque pensi che la mia storia possa essere davvero qualcosa di importante, ho un messaggio molto chiaro: si sbaglia di grosso.
La mia storia è solo un contorno, la storia che merita di essere raccontata è quella di mia sorella, una Santa della Luce, la Sesta Santa.
"La grande martire"...come viene definita da quelle pecore fanatiche.
Tuttavia, le nostre storie sono comunque legate, in maniera importante.
Potrei partire dai bellissimi ricordi che conservo con cura delle giornate passate con Luna, a giocare nel giardino fiorito attorno alla grande cattedrale centrale della nostra città natale, Daevan.
10 anni di differenza e non sentirli affatto, la maggior parte dei miei ricordi più importanti parte a 6 anni, quando i nostri genitori, entrambi sacerdoti del culto della luce, mi portarono per la prima volta all'interno della grande cattedrale, dove sapevo che mi attendeva la mia amata sorella nonostante fosse la prima volta che la vidi.
I miei genitori mi parlavano in maniera incessante di lei, facendomi sentire così orgogliosa e così impaziente di conoscerla.
Ed eccola qui, sedicenne, a giocare insieme a me in maniera così gioiosa, come se quasi sentisse il bisogno di una sorella, di un'amica.
I miei genitori non mi riportarono a casa, quel giorno, e non lo fecero mai, le uniche interazioni con loro divennero delle sporadiche visite di cortesia, a tutti gli effetti quella grande cattedrale sembrava esser diventata la mia nuova "casa".
Ero così piccola e ingenua, non riuscivo a capire perché dovevo rimanere lì, devo aver pianto per parecchio tempo e parecchi giorni.
Volevo tanto stare appiccicata a mia sorella, ma per la maggior parte del tempo entrambe dovevamo stare in stanze differenti, entrambe in compagnia di un paio di "tutori" che non mi andavano già allora per niente a genio.
Dicevano un sacco di cose, non ascoltavo molto i loro discorsi, ricordo solo che parlavano di una sorta di "dono", qualcosa di innato latente in me con una grande importanza per il bene della città.
I primi periodi si limitarono a lasciarmi libera in una stanzetta per farmi giocare e sfogare, ma io non volevo giocare da sola, volevo mia sorella.
Era molto facile sgattaiolare fuori da quella stanzetta, ero davvero una peste da piccola, cominciavo a manifestare il mio spirito ribelle, puntualmente venivo rimproverata dai sacerdoti tutori, ma per lo meno riuscivo a sbirciare ogni tanto nella stanza dove tenevano mia sorella.
Ciò che riuscivo a vedere era lei, accerchiata da qualche chierico, con in mano una sfera di cristallo e con gli occhi che brillavano in maniera maestosa e inquietante allo stesso tempo, fissi su quella sfera.
Al tempo non capii nulla, ma pochi giorni dopo quel fatto, un gruppo di necromanti tentarono d'intrufolarsi all'interno della grande cattedrale, tuttavia vennero intercettati all'istante, come se i chierici di guardia conoscessero la loro posizione esatta.
Era stata Luna a prevedere la loro comparsa a sorpresa?
Passarono un paio di anni, mia sorella era diventata da poco maggiorenne e non aveva più bisogno di rimanere sotto sorveglianza, in quanto decise di diventare una sacerdotessa della gran cattedrale, a quell'età così giovane.
Nel mentre, io compio 8 anni ed è il primo compleanno che passo in maniera abbastanza festosa, in compagnia di Luna e i miei genitori, tuttavia non riesco a sentirmi a mio agio in quella cattedrale, non mi piaceva stare in quel posto, e in qualche modo Luna lo aveva capito, le bastava guardarmi negli occhi, così decise di farmi due regali, uno molto simbolico e l'altro capirò essere la mia ancora di salvezza, per non intraprendere la stessa strada percorsa da lei.
Mi regalò un ciondolo, il suo ciondolo per l'esattezza, raffigurante una mezzaluna di colore avorio, mi disse che quello era un modo per essere unite in maniera indissolubile a prescindere dalla distanza e dalla lontananza, come il sole e la luna, destinati a non incontrarsi mai.
L'altro regalo fu semplicemente il diventare la mia tutrice, del resto aveva il potere per imporsi come mia tutrice, essendo ormai una sacerdotessa d Daevan.
Insieme a lei il tempo passava troppo in fretta, quanto vorrei quei momenti indietro, riviverli di nuovo insieme a lei, prima di quel maledetto giorno.
Con lei come tutrice, ancora non riuscivo a comprendere cosa dovessi esattamente fare all'interno di quella struttura così sacra, insieme a lei tutto quello che facevo era...giocare con un mazzo di carte, insieme a lei, imparando qualche piccolo trucchetto d'illusionismo divertendomi un sacco, eppure ogni tanto mi chiedeva di guardare intensamente delle carte specifiche.
La cosa bella era che, insieme a li, sembrava tutto così innocente.
"Allora Soledad, che ne dici di fare un giochino?
Cosa ne dici di abbinare ad ognuna di queste carte il primo colore che ti viene in mente? Questo gioco può tornarti utile per allenare la mente in modo semplice...se ti piace, potremmo farlo un po' più spesso, che ne dici?"
Mi fidavo parecchio di mia sorella, e così feci questo piccolo esercizietto per diverso tempo, abbinando ai simboli presenti sulle carte un colore, sempre diverso, fantasticando su vari abbinamenti di essi, parlandone con mia sorella e, puntualmente, sentendola ridere dei nomi che mi creavo per essi, davvero infantili e stupidi: come ad esempio il rosso notturno che altri non era che il rosso mischiato al blu, oppure il sole raffreddato, ovvero il giallo con il bianco che era semplicemente un giallo solo un po' più chiaro.
Sentirla così divertita mi faceva sentire molto stupida, ma del resto lo ero, ogni colore ha già un nome tutto suo e ovviamente mia sorella dovette farmi una piccola lezioncina a riguardo.
"Ehi Luna, che colore è il Cyan?" Chiesi incuriosita da quel nome così strano.
"è il colore che si ottiene mescolando il blu con il verde, è una tonalità leggermente più chiara dell'azzurro."

"Ma Cyan è un nome ridicolo... non poteva chiamarsi azzurro chiaro?"

"Eh eh, hai ragione piccina, ma se tutte le tonalità di colore primario avessero i loro stessi nomi perderebbero di unicità e bellezza...pensa se si riferissero a te come la "sorella di Luna", diventeresti anonima, e non va bene!
Ricordati sempre che tu...sei tu!"

"Io sarei orgogliosa di essere chiamata "sorella di Luna", perché la mia sorella è la migliore del mondo!"
A quella affermazione così innocente ed infantile, ma comunque convinta e sincera, Luna si commosse come mai prima di allora, come se... avesse bisogno di sentirsi amata da qualcuno, e quel qualcuno al momento potevo essere solo io.
E così, insieme a mia sorella continuavo a passare le giornate tra sorrisi, risate, giochi di carte ed esercizi...ai quali di tanto in tanto lei mi accompagnava con una filastrocca poco orecchiabile, ma che mi entrò stranamente in testa:

I, Il Mago, La magia della gioventù.
II, La Papessa, La saggezza silente.
III, L'Imperatrice, Colei che teme e viene temuta.
IV, L'Imperatore, Colui che brama il bene.
V, Il Papa, La saggezza longeva.
VI, Gli Amanti, Il sentiero che si biforca.
VII, Il Carro, Il ciclone dell'impulsività.
VIII, La Giustizia, La bilancia imparziale.
IX, L'Eremita, La saggezza della solitudine.
X, La Fortuna, La dea dal duplice volto.
XI, La Forza, La calma tempesta.
XII, L'Impiccato, La maledizione del sacrificio.
XIII, La Morte, Il grande cambiamento.
XIV, La Temperanza, L'equilibrio degli elementi.
XV, Il Diavolo, L'egoismo che semina caos.
XVI, La Torre, L'arrogante che precipita.
XVII, La Stella, La luce guida.
XVIII, La Luna, La luce dell'insicurezza.
XIX, Il Sole, La gioia di vivere.
XX, Il Giudizio, Il verdetto finale.
- - - - - - - - - - -
Gli anni passarono abbastanza in fretta, mia sorella con il tempo divenne sempre meno presente ed io cominciai a diventare consapevole del mio potere, del mio "dono".
Come mia sorella, anchio ho una vista particolare, una vista che in tutto quel tempo era stata tenuta in allenamento inconsciamente, del resto era quello che doveva fare mia sorella come tutrice del mio dono.
Quei colori, quei simboli, quelle carte, quella brutta filastrocca, cominciarono a manifestarsi ogni volta che guardavo intensamente qualcuno.
Vedevo quei colori all'loro interno, colori che ormai avevo abbinato ad ogni simbolo impresso su quelle carte, e grazie alla filastrocca sapevo cosa significavano quei simboli...tutto diventò così chiaro, avevo il potere di vedere l'aspetto interiore delle persone.
All'inizio fui spaventata e mi sentii anche tradita da mia sorella, cominciai ad odiarla per avermi trattata come un soggetto da dover far sviluppare...ma poi, l'ultimo giorno che la incontrai prima di quella dannata notte, mi chiarì tutto, mi disse tutto quello che dovevo sapere:

"Ti odio! Hai capito? Ti odio con tutto il mio cuore!"

"Soledad, ascoltami..."

"NO, NO E NO!
Sei stata tu a farmi questo!
Sono stati quegli altri a chiederti di farmi questo, non è così?"

"Soledad..."

"TI ODIO!"
All'improvviso, Luna m'imprigionò in uno stretto, caldo e amorevole abbraccio, placando all'istante la mia ira.
Nonostante avessi solo 13 anni allora, già cominciai a sviluppare il mio carattere diffidente nei confronti della gente di Daevan e ripensando alla chiaroveggenza di mia sorella, collegai immediatamente le sedute con mia sorella ad uno sviluppo del mio potere per fare in modo che Daevan potesse trarne beneficio, ma la mia ipotesi era del tutto errata.

"Piccola peste, mi sono addossata il peso della tua vista allo scopo di allontanarti dalla via che io ho percorso...mi sono presa la responsabilità per tenere lontani gli altri sacerdoti, non perché sono persone cattive, ma perché...tu devi essere libera, non posso permettere che il tuo dono ti impedisca di scegliere come vivere...dovevi essere consapevole del tuo dono, per questo l'ho fatto sviluppare, così da potermi promettere che non cederai a nessuno la tua vista, che non ti costringerai a vivere una vita già decisa sin dal principio...non diventare mai come me, ricordi il discorso sulle sfumature di colori? Sii unica, Soledad, promettimelo."
Idiozie, pensai.
Più di ogni altra cosa volevo diventare come mia sorella, ero orgogliosa di lei così come lo sono ora, grazie a quel discorso, pronunciato da lei sul punto di scoppiare in lacrime.
Io, invece, non resistetti.
Comincia a piangere come una bimba (quale ero), sentendomi un mostro per aver additato mia sorella poco prima.

"Facciamo un giuramento? Sai come si fa? Su, alza il mignolo e legalo stretto stretto al mio!"
Facemmo un giuramento, cosicché la nostra promessa sarebbe perdurata fino alla morte.
Fu allora che cominciai a sentire mia sorella sempre più distante da me, a causa del mio dono, a causa di Daevan, a causa di tutto ciò che mi circondava.
- - - - - - - - - - -
20 Febbraio 1E1885
Mia sorella ebbe un'altra visione, una visione macabra, una visione di morte.
Un tentativo d'invasione dei necromanti delle fogne, un'invasione su larga scala che avrebbe provocato perdite elevatissime sul fronte di Daevan, tanto da far cadere con ogni certezza la grande cattedrale nelle mani di quei ratti di fogna.
Spaventata e terrificata, Luna comunicò la visione avuta ai chierici di più alto rango e all'ordine di sacerdoti che salvaguarda il bene della città.
Con la consapevolezza di una disfatta, i maghi bianchi si preparano al meglio che possono, pronti a sfoderare addirittura arti proibite pur di garantire la salvezza delle mura della città.
La notte giunse, ricordo perfettamente quella notte, c'era una bellissima luna piena.
Io e mia sorella eravamo al sicuro all'interno della grande cattedrale insieme ai gran sacerdoti, i cittadini di Daevan vennero intimati di sprangare le porte e un gruppo di maghi specializzati benedì ogni villa, rafforzandola con una barriera magica per permettere almeno a cittadini di sopravvivere ad una sconfitta.
L'ondata di maghi oscuri avanzò in fretta, ingaggiando uno scontro mortale con i Daevaniani, la situazione rimase in stallo per parecchie ore, finchè i maghi oscuri sfoderarono un'arma mai utilizzata prima di allora.
Demoni, spettri oscuri e spiriti maligni fuoriescono da dentro di loro, decimando la nostra linea difensiva davvero in fretta.
Potevamo sentire, le urla strazianti dei Daevaniani uccisi e feriti, trasformando l'avanzata verso la cattedrale un tappeto di sangue e cadaveri, mentre vicino all'entrata dell'edificio venne a crearsi una vera e propria pila di cadaveri.
Le urla erano vicinissime, ancora qualche minuto e i maghi oscuri sarebbero entrati e avrebbero ucciso noi e tutti i maghi rimasti con noi a difendere l'interno, quando, all'improvviso, mia sorella, che mi teneva la mano per rassicurarmi, lasciò la presa e si avvicinò al grande portone che dà verso l'esterno.

"Hai visto che bella luna piena che c'è la fuori Soledad? E' uno spettacolo davvero unico..."
Urlai con tutta me stessa nel vederla avvicinarsi all'uscita, e tutti i presenti, sconvolti, volevano farla desistere da quella pazzia.
Perché diavolo vuole andare da sola contro di loro?

"Non preoccupatevi, fratelli, vi garantisco che non prenderanno questa città...
Ho un altro dono da mostrarvi.
Aspettami qui Soledad, torno subito, te lo prometto."
Torno subito, disse.
Scoppiai in un pianto incessante, mentre lei esce dal grande porta, mostrando a tutti noi lo spettacolo raccapricciante di morte e distruzione.
- - - - - - - - - - -
Davanti ai maghi oscuri, una sola donna ora si erge, seduta sopra i cadaveri dei maghi valorosi sporcando il proprio vestito di sangue.
In quella pila vide perfino i volti dei nostri genitori, tirando un sospiro di disperazione.
Con la bolla di vetro tra le mani, la luce lunare colpì quest'ultima, facendola brillare di una luce innaturale che pian piano diventava sempre più intensa, fino ad esplodere in un'onda d'urto di proporzioni gigantesche.
Dopo quella frazione di secondo, il silenzio più totale calò sulla città e i maghi oscuri vennero privati della loro linfa vitale, dissolvendosi e lasciando solo la veste nera.
Tutti, ad eccezione di un mago dalla pelle blu.
Sopravvissuto a quella magia ma privo di forze, riuscì a colpire il viso di Luna con una magia maledetta, privandola della cosa che più fino ad ora aveva salvaguardato la città di Daevan e soprattutto la cosa alla quale più tiene: la vista.
Quel singolo sopravvissuto riuscì a battere in ritirata e a salvarsi.
Ma la città, Daevan, era salva.
- - - - - - - - - - -
"Soledad...dove sei? Non riesco a vederti."
Luna venne recuperata da alcuni maghi e riportata dentro la cattedrale.
Seppur io fossi davanti a lei, non riusciva comunque a vedermi.
i suoi occhi...dove sono quei bei occhioni azzurri che mi guardavano con dolcezza e orgoglio? Ora vedo solo uno sguardo vuoto e grigio che pare non riconoscermi nemmeno.

"Luna, Luna...sono qui..sono io, non mi riconosci? Smettila di scherzare, smettila che poi mi arrabbio...non è divertente, sorellona...non è divertente..."
La mia voce era disperata, nel mentre Luna tentava di trovarmi seguendo il suono della mia voce, stringendomi in uno degli abbracci più forti e significativi della mia vita.

"Piccola peste...te l'ho detto che sarei tornata, no?
Certo...non potrò...non potrò mai più...rivedere il tuo viso...però..."
Tentò di sorridere, ma non riuscì nemmeno a terminare quella frase che anche lei, insieme a me, cominciò a piangere come una bimba.
- - - - - - - - - - -
Da quel giorno, Luna divenne una figura importantissima per Daevan e per il culto della luce.
Venne proclamata Santa della Luce, la Sesta, per la precisione, era da tempo che qualcuno non ricevette tale titolo onorifico, pari ad una figura eroica e divina, inoltre Luna fu la prima donna a diventare Santa.
Proclamata anche "La grande martire" per aver salvato Daevan dalla distruzione certa, sacrificando la sua vista a questo scopo.
Hanno un bel coraggio questi ratti a trasformarla in una misera icona religiosa, senza nemmeno impegnarsi a curare la sua cecità, strafregandosene probabilmente.
Da quel giorno, inoltre, Luna ed io non riuscimmo più ad avere contatti concreti se non qualche breve visita di cortesia, essendo l'unico familiare ancora in vita della "grande martire"...questi cafoni sperano di vedermi diventare un'icona anchio? No...io e mia sorella abbiamo un giuramento, lo devo a lei, inoltre non ho più nulla da spartire con Daevan e il suo stupido culto...
- - - - - - - - - - -
16 Gennaio 2E0
Il giorno del Cataclisma.
L'evento che stravolse la vita come la conosciamo.
L'evento che decretò la condanna della nostra città.
Senza la chiaroveggenza di Luna, Daevan non poté prevedere l'attacco imminente dell'intero culto di Dagma, portandoci ad una resa immediata e ad una sconfitta totale.
Molti cittadini rimasero all'interno di Daevan, altri decisero di seguire gli emigranti, ora privi di un tetto e di una casa.
Io e mia sorella fummo tra gli emigranti, tuttavia non ebbi nemmeno la possibilità di stare al fianco di mia sorella nel mentre c'incamminammo verso la nostra nuova destinazione: Grysolium, nostra alleata da sempre.
Nel mentre mia sorella venne circondata da chierici per farle da guardia, io rimasi indietro, insieme al resto dei cittadini, avevo tanto bisogno di sentire mia sorella vicino, ma quei maghi...me la stavano portando via.
passarono i mesi e alla fine riuscimmo a raggiungere la città di Grysolium.
Ci accolsero senza indugio, giurando di proteggerci con la loro vita, nonostante il culto della luce era compromesso, senza la città.
Mia sorella mantenne il suo status di Santa, venendo comunque adorata e pregata da molti cittadini per quello che fece al suo tempo, tuttavia scelse una vita più tranquilla per lei.
Non decise di restare all'interno della città ma scelse di spostarsi al vicinissimo villaggio di Ova, in modo tale da garantirsi una vita tranquilla e serena, promettendo comunque ai suoi cittadini di averli premiati con la sua presenza di tanto in tanto.
Io, invece, decisi di non restare né a Ova né a Grysolium.
Se nessuno vuole curare la cecità di ma sorella, lo farò io stessa!
Con il cuore ricolmo di frustrazione, saluto mia sorella, promettendole che avrei fatto tutto il possibile per lei e che la sarei comunque venuta a trovare molto spesso, non posso fare a meno di vederla, la sua mancanza è sempre con me ogni volta che viaggio.
Ovviamente, ho bisogno di una carrozza per partire, ma la fortuna di avere una Santa come sorella mi ha aiutato parecchio in questo.
Una carrozza modificata personalmente, un duo di guardie del corpo, uno scopo per cui viaggiare e un'idea per guadagnarmi da vivere...non è un utilizzo molto glorioso del mio dono ma finchè non spezza la promessa fatta a Luna sono a posto con la coscienza.
Ho solo bisogno di uno pseudonimo, un nome d'arte...
La scelta è piuttosto immediata.
Non dimenticherò mai il periodo in cui mia sorella m'insegnò la tavolozza di colori.
Te lo prometto, Luna...quando riaprirai gli occhi e mi guarderai, vedrai una tua tonalità ma, per quanto fiera di esserlo, sarò comunque io, unica, diversa da te...sarò Lady Cyan.

Lo so, è un nome ridicolo.

Caratteristiche:

1°: Intelligenza
2°: Destrezza
3°: Costituzione
4°: Forza


Abilità: Punti Abilità 15 「15 in riserva」

Carta Magnetica: 「3 cariche」
Soledad infonde in una o più carte una speciale aura arcana di colore blu intenso, tale carta/e viene piazzata sul terreno permettendo a Soledad di teletrasportarsi nel punto esatto dove si trova la carta in qualunque momento, potendo però teletrasportarsi una volta sola per carta.
[N° di cariche utilizzate = N° di carte utilizzate]

Laser Arcano: 「2 cariche」
Soledad fa roteare davanti a se un glifo magico composto da 5 carte che genera un raggio laser magico perforante davanti a sé, con un raggio d'azione pari a 10m.
[N° carte richieste per l'attivazione = 5 carte]

Nome abilità da apprendere 「0 cariche」 0/0



Cronologia Quest:

Chi Semina Vento... (Come Png)
✘ Un mare in tempesta