Umani ed Elfi

[22 Dicembre 2E5]

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    Che stanchezza, credevo che dormire all'aperto sarebbe stato un toccasana per mente e corpo, invece non è successo altro che svegliarmi con un torcicollo infernale!
    Non è stato per niente romantico dormire sotto le stelle, mi chiedo come sia stata la nottata per Madden e Bios, nella peggiore delle ipotesi Bios ci avrà guadagnato un mal di schiena.
    Forse avere il torcicollo non è poi così grave, se ci penso meglio.
    Sarà meglio rimettersi in viaggio, anche se ad essere sincera credo di non voler ancora tornare a casa, potrei approfittare della posizione in cui mi trovo ora per raggiungere un posto che vorrei visitare bene.
    Salgo sulla carrozza, massaggiando il collo per guadagnarci un po' di sollievo, potrei anche chiedere ad una delle mie guardie di massaggiarlo al posto mio, ma per come arrivo a trattarle a volte, non credo quanto gioverebbe alla mia incolumità farle avvicinare così tanto al mio collo.

    Ragazzi, ho avuto un ripensamento... non torneremo ancora a Grisolyum, ho intenzione di allungare ancora un po' il viaggio!
    Esclamo con fermezza, nel mentre gli sguardi dei miei due guardaspalle lasciano trapelare quanto siano felici delle mie intenzioni.
    ...Qualcosa da ridire?
    Dico con fare minaccioso, nel mentre il loro sguardo a questo punto si sposta piuttosto rapidamente sui cavalli e sulla strada.
    Bravi ragazzi, mi piace quando c'è intesa tra di noi.
    La meta che desidero raggiungere in questo momento è un villaggio che è riemerso nella mia mente, ne feci accenno a Funetsumi, Bios e alle altre due ragazze, e a quel mago di Dagmatem.

    Si va verso Altais, la sapete la strada.
    Altais, la cittadina abitata da una comunità di elfi e di umani, che hanno lavorato e continuano a lavorare in sintonia, trasformando una foresta in rovina in un florido villaggio cosparso di natura.
    La vista di quel villaggio è stata una delle più belle che mi sia mai capitata sott'occhio negli ultimi anni, devo assolutamente visitarlo nella sua interezza, non solo per un motivo di piacere ma anche di dovere personale.
    Un gruppo di Necromanti di Dagmatem rapì diversi ragazzi ad Altais, a causa di quell'evento la città ha passato un momento di turbolenza, la quale ha messo alla prova i legami tra le due razze che convivono, come se avessero giocato una partita di palla avvelenata gli uni contro gli altri.
    Per arrivare a destinazione, si stima un intero giorno di viaggio, in carrozza a passo spedito...il mio desiderio di arrivare il prima possibile a destinazione m'impedisce di fare una qualunque sosta, a meno che essa non sia urgente, ovviamente per i miei due compagni di viaggio almeno la metà delle soste che hanno domandato venivano classificate come "urgenti", infidi scansafatiche.
    Contro ogni pronostico, il fatidico giorno passa relativamente in fretta, i cavalli si meritano senza dubbio il resto del tempo in totale riposo, nel mentre la nostra carrozza viene accolta dalla vista delle prime case del villaggio: ognuna di esse aveva il proprio giardino di fiori, curato in maniera quasi maniacale, il quale condivideva lo stesso spazio con un orticello; su alcune casa stava anche cominciando a crescere qualche cespuglio d'erba e qualche rampicante.
    La via sulla quale ci troviamo, costantemente osservata da delle case sia sulla parte destra che sulla parte sinistra, si snoda al termine di essa, lasciando spazio ad un monumento di medie dimensioni del quale mi sfugge per adesso il significato, non tarderò a fare domande a riguardo, voglio conoscere il più possibile di questo luogo e raccontare tutto a Luna.
    Alla fine della via, la quale da lì si snoda a destra e a sinistra, si allarga una grossa piazza adibita a centro città e a mercato cittadino.
    In questa piazza c'è abbastanza spazio per poter parcheggiare la carrozza e, finalmente, scendere sulla terraferma.

    Altais, finalmente.
    Sussurro a braccia conserte, nel mentre attiro sin da subito lo sguardo di diversi cittadini di ambedue le razze, mi dimentico sempre di quanto il mio abito risalti più del dovuto in un paesaggio verdeggiante.


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    Nome: Soledad Ciaran | Sesso: F | Età: 24 | Provenienza: Daevan | Razza: Umano | Int;Des;Cos;For |




    Abilità:
    Carte Magnetiche: 「3/3 cariche」
    Soledad infonde in una o più carte una speciale aura arcana di colore blu intenso, tale carta/e viene piazzata sul terreno permettendo a Soledad di teletrasportarsi nel punto esatto dove si trova la carta in qualunque momento, potendo però teletrasportarsi una volta sola per carta.
    [N° di cariche utilizzate = N° di carte utilizzate]

    Laser Arcano: 「2/2 cariche」
    Soledad fa roteare davanti a se un glifo magico composto da 5 carte che genera un raggio laser magico perforante davanti a sé, con un raggio d'azione pari a 10m.
    [N° carte richieste per l'attivazione = 5 carte]

    Equipaggiamento:
    - Carte da lancio arcane (40/40)
    Note Giocatore:
    Ha uno sguardo penetrante ed intenso, inoltre spesso tiene in mano una delle carte del suo mazzo, per puro sfizio.
    La Letture dell'Anima le consente di riconoscere il vero carattere delle persone.






    Edited by Pappo il Barbone - 12/11/2016, 14:30
     
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  2. Aerith˜
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    E' una notte stellata. Non vi sono nubi nel cielo e il mio cuore si sente sereno. Un'altra notte tranquilla.
    E' passato un po' di tempo da quando mi separai da Sara. Chissà che sta facendo ora?.
    Ripensando a Sara mi tornarono in mente le vicende avvenute a Chinerea.
    Era stata un'avventura che mi aveva portato allo stremo delle forze ma la cosa che mi faceva più rabbia era la scomparsa di quella ragazza.. Funetsumi.
    Non avevo più avuto sue notizie da quell'evento. Neppure Bios l'avevo più vista. Forse si sono riuscite a ricontrare. Chissà.
    Nel mentre pensavo alle mie compagne di quel viaggio un nome irruppe nei miei pensieri. Altais dissi ad alta voce.
    I giovani di Altais erano stati rapiti dai Dagmatiani e questo aveva portato la povera cittadina a degli asti interni.
    Nonna mi aveva accennato che vi erano degli scontri tra elfi e uomini e che molti elfi facevano spesso sempre più tappa a Telaurëlhin per evitare di restare ad Altais.
    Per quanto riguardava me invece non ci mettevo piede da molto tempo.
    L'ultima volta che vi ero stata era per una fiera del paese, piena di festa, gioia e gente.
    Era ricolma di festoni, i fiori erano brillanti e le danze e i canti erano pieni di vita.
    Fu uno spettacolo devo dire piacevole anche per me che preferisco la tranquillità di una notte stellata come questa.
    Visto che nonna mi ha parlato di questi asti sarebbe bene scoprire se le cose si sono sistemate, lei di sicuro ne sarà già informata.
    Mi trovo nel mio bosco quando decido di partire alla volta di Altais.
    Non è un lungo viaggio quindi decido di non chiamare Nahier, il mio cavallo.
    Approfitto dei colori della notte per viaggiare in solitaria senza alcun disturbo.
    Il vento mi accarezza la pelle e la luna mi illumina il viso.
    Fra circa un ora dovrei già essere li
    Esco dal bosco e prendo il sentiero che attraversa una radura piena di cespugli.
    Non c'è nessuno in viaggio, siamo solo io e la notte.
    Ci metto davvero poco a raggiungere Altais, si può dire che siamo vicini di casa, probabilmente fu una scelta degli elfi per non allontanarsi troppo da Telaurëlhin.
    Quando giungo ad Altais è l'alba.
    Fa capolino repentina illuminando le case allineate sulla strada. Decido di attendere su un albero che si faccia giorno. Gli alberi di Altais erano davvero piccoli in confronto a quelli di casa ma era sempre un piacere scalare la vetta. Attesi che il sole si alzasse. Dalla vetta dell'albero riuscivo a vedere una parte di Altais. Il mio sguardo costeggiava le case seguendo i tetti verdeggianti fino ad arrivare alla piazza. ll sole si riflesse su una superficie diversa. Sembrava una carrozza ma non ne ero completamente certa.
    Un leggero languirino mi richiama l'attenzione.
    La scorsa sera non avevo mangiato nulla, ero entrata in uno stato di meditazione profonda con il bosco.
    Meglio mangiare qualcosa. pensai scendendo dall'albero.
    Intrapresi la strada principale.
    La gente era già in movimento, gli elfi dopotutto non hanno bisogno di dormire molto, infatti notai più miei simili che uomini.
    Solo qualche lavoratore come i panettieri si infiltravano tra i volti elfici.
    Salutai cordialmente la gente che incontravo finchè giunsi alla piazza.
    Sentii subito un leggero brusio, vi era più gente del previsto e sembravano attirati da qualcosa nel loro passare.
    Mi avvicinai e vidi riflettere il sole come avevo notato dalla vetta dell'albero.
    Ancora più incuriosita mi feci strada fra la gente e la vidi voltata di spalle.
    Lady Cyan mi pare si chiamasse.. pensai avvicinandomi con passo tranquillo e con i capelli che ondeggiavano ad ogni mio passo.
    Ben ritrovata dissi con tono dolce ma allo stesso tempo distaccato, cercando di non spaventarla.



    Hb3wq0V
    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




    Abilità:
    Danza delle ombre: 「2 cariche」
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.

    Arco arcano: 「3 cariche」
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.


    Sonno: 「2 cariche」
    Con quest'abilità Aedelwen richiama la magia del sonno nel suo arco, per addormentare i suoi nemici. Carica una freccia che quando viene lanciata a seconda della potenza dell'attacco può suddividersi magicamente fino a 5 freccie, come se fossero illusorie, come un sogno. Come minimo una freccia, quella reale arriva a destinazione.


    Equipaggiamento:
    -Arco
    -Pugnale corto
    -Due pugnali lunghi
    -Faretra con 30 frecce
    -Borsellino con erbe medicinali

    Note Giocatore:

    Quando entra in stato alterato nessuno può comunicare con lei.
    Solo con l'arco può lanciare magie.
    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
    Sta cercando anche suo padre Owdreth.
    Ha un cavallo nero come la notte di nome Nahier.




     
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    Ehi, per caso non avete mai visto un vestito blu? Fatemi spazio!
    Esclamo irritata, in direzione di un piccolo gruppo di bambini che, attirati più dal mio abito che dal mio fascino, si sono accerchiati intorno a me, come se fosse la prima volta che vedono un abbigliamento del genere.
    Che bello! Dove l'hai preso? Lo voglio anchio! Anchio anchio anchio!
    Esclama con foga una bimba, con uno sguardo incredibilmente felice e sognante.
    Maledizione, non sono molto brava a parlare con dei marmocchi... soprattutto se hanno uno sguardo così interessato ad un qualcosa di mio, inimitabile.

    Ehm...E-Ecco...Io dovrei...
    Non sembrano volermi dare molta tregua questi bambini, finchè alle mie spalle non sento una voce vagamente familiare.
    Giro lo sguardo e noto una ragazza elfica, che non riconosco subitissimo ma tempo qualche secondo di ricerca mnemonica ed eccola lì.
    Aedelwen, mi pare si chiami eh?

    Oh! Eccoti qua! Sei in ritardo Aedelwen, sai? Su su, non perdiamo tempo! Mi avevi promesso un giro turistico della città no? Andiamo dai!
    Esclamo con un tono di voce spedito, avvicinandomi a lei prendendola a braccetto, lasciandomi alle spalle il gruppo di bambini, i quali si sono zittiti subito non appena ho improvvisato quella scena.
    Comincio a camminare a passo spedito, tenendo Aedelwen sempre a braccetto, nel mentre i bambini continuano a fissarci con una faccia confusa e un po' delusa, nel mentre ci allontaniamo di qualche metro dalla piazza, in direzione del monumento che troneggia su Altais.

    Fiu... finalmente mi stanno ignorando, certo che i bambini sanno essere così insistenti!
    Sussurro tra me e me, voltando lo sguardo verso di loro, vedendoli sparpagliarsi tra il via vai di gente che cammina per la piazza.
    Mollo la presa su Aedelwen, sedendomi su di una panchina situata a lato del monumento, massaggiandomi il collo per via di quel maledetto torcicollo che non vuole andare via.

    Scusa per la scenata, mia cara...Nessun rancore, spero.
    Dico voltando lo sguardo verso l'elfa, accennando un lieve sorriso.
    Non pensavo di vedere un volto conosciuto da queste parti...è bello vedere che ne siete usciti tutti interi da Chinerea, l'unica che credo di non aver ancora incrociato è quella ragazza, Sara...oh, e quel mago di Dagmatem ma non credo m'interessi sapere se sia vivo o meno.
    Aggiungo al discorso, facendole cenno con una mano di prendere posto anche lei sulla panchina.


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    Lady Cyan era alla prese con dei bambini e quando la salutai fui rapita dal suo braccio.
    Mi usò probabilmente per fuggire da quella situazione ma essere strattonata via così da una persona quasi sconosciuta non mi piaceva molto.
    Dopotutto però era una persona abbastanza esuberante, e i suoi vestiti lo dimostravano, quindi glielo lascia fare, non sarebbe stato difficile svincolarmi.
    Ci spostammo in direzione del monumento di Altais, con passo spedito e attirando l'attenzione qua e la della gente.
    Non mi piaceva molto essere osservata così, sopratutto per colpa non mia.
    Arrivammo quindi dal monumento, i bambini curiosi che avevano accerchiato Lady Cyan erano ormai lontani.
    Mi mollò dalla sua presa e si sedette in un panchina a lato del monumento.
    La guardavo mentre si massaggiava il collo.
    Che stia male? pensai scrutando una lieve espressione di dolore.
    Si scusò per quello che era appena avvenuto e mi fece un lieve sorriso.
    Ne rimasi felice, almeno se ne era resa conto, e non mi avrebbe portato nessun giovamento aver dei rancori con lei quindi le sorrisi a mia volta.
    Non preoccuparti...i bambini a volte possono essere fin troppo curiosi.. le dissi.
    Sara? Sara l'ho portata in salvo io da quella missione suicida. L'ho fatta incontrare con mia nonna la grande curatrice della mia città e quando ci siamo lasciate stava molto bene e pronta per qualsiasi avventura..ci siamo distaccate da qualche giorno. le dissi sorridendole.
    Quindi hai le altre due ragazze?.. Stanno bene?
    Le chiesi con volto un po' preoccupato, sopratutto pensando alla ragazza dai capelli rossi, e mi sedetti vicino a lei come mi aveva invitato a fare.
    La mia pancia gorgogliò nuovamente.
    Ho bisogno di mangiare qualcosa appena concludo questa conversazione pensai attendendo le risposte di Cyan.
    Intanto la gente passava ed aumentava, il sole era alto e riscaldava il corpo.
    Ogni tanto qualche passante si fermava ad osservarci, ma credo guardassero con curiosità Lady Cyan e il suo vestito sgargiante.


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    Ah, quindi vi eravate rifugiate a Telaurëlhin... tra tutte siete state le più fortunate, in un certo senso.
    Rispondo in risposta alle richieste di Aedelwen, attendendo che anch'essa si sieda sulla panca.
    Bios l'ho vista fino ad un paio di giorni di fa...ci siamo trovate in una situazione abbastanza movimentata in compagnia di due gentiluomini.
    Un soggetto di scarsa compagnia...per lo meno ha la testa sulle spalle, anche se non mi piace per niente il suo atteggiamento.

    Proseguo con un tono di voce un po' irritato, per far capire quanto non sia il genere di personaggio che sopporto facilmente: troppo analitica, a tratti anche subdola, che pensa troppo a soddisfare i suoi desideri fregandosene delle conseguenze.
    Per quanto riguarda Funetsumi, l'ho vista...allegra? Era in compagnia di una nobilfanciulla di Dagmatem e la sua domestica, mi piacerebbe sapere come c'è finita in una simile compagnia? Tuttavia, per quanto il titolo nobiliare di quella donna non mi andava a genio, la ragazza era il buone mani e con il sorriso sulle labbra...sono passati diversi giorni però, ora potrebbe essere ovunque o anche in pericolo...o peggio ancora, potrebbe essere lei il pericolo per qualcun altro.
    Continuo a rispondere, con un tono però più serioso e a tratti anche preoccupato.
    Non so se Aedelwen sia al corrente delle "condizioni" di Funetsumi ma ogni giorno che passa potrebbe celare in sé una tragedia scatenata proprio da quella povera ragazza.
    Se fossi una persona cinica, sarei la prima ad optare per l'abbattimento di un soggetto come lei...ma non se lo merita, lei non ha colpe, immagino.
    Questo genere di pensieri meglio tenerli per me, non vorrei venir fraintesa, specialmente in compagnia di una persona che conosce Funetsumi.
    In quel momento, riesco fin io a sentire il brontolio della pancia di Aedelwen, al che non resisto dal fare una piccola risata, seguita puntualmente dal brontolio della mia pancia.
    Anche una donna di classe, a volte, non riesce a contenere la fame.

    C-Credo sia meglio cercare qualche chioschetto per mettere qualcosa sotto i denti, che dici?
    Dico con tono un po' imbarazzato, per poi alzarmi dalla panca, attendendo una risposta dalla ragazza elfica.
    Ora che ci penso dovrebbe quasi essere mezzogiorno, me n'ero completamente dimenticata, anche a causa dell'insieme di eventi che si sono susseguiti con il mio arrivo ad Altais.


    Nel frattempo, a pochi metri di distanza dalla nostra posizione, comincia poco alla volta a nascere una discussione accesa tra due uomini, uno umano e l'altro elfo, che partono parlando ad un tono di voce non troppo alto, fino a discutere con particolare animazione, a tono di voce sostenuto da ambedue le parti.
    "Che diamine vuoi da me? Io non ho fatto niente al tuo giardino! Non ho strappato nessun fiore o gettato rifiuti in questa foresta amazonica che definisci "giardino"."

    "Ti ho colto sul fatto, ha strappato delle rose dal mio giardino fregandotene del fatto che fosse proprietà privata...è inutile, voi umani siete tutti uguali, non potrete mai avere pieno rispetto per la natura o per il prossimo..."

    Cosa!? Come ti permetti!? Voi miserabili orecchie a punta siete stati accolti a braccia aperte qui e continuate a trattarci come dei criminali??"

    "V-Vi prego, basta litigare...!"
    A quella discussione apparentemente banale che vedeva l'elfo accusare l'umano di aver usurpato il suo giardino, una giovane ragazza elfica tenta inutilmente di soffocare la discussione, tentando in diversi modi di farli arrivare ad un compromesso.
    N-Non è che forse ti sei sbagliato? Magari stava solo raccogliendo qualcosa di suo che era finito oltre il tuo giardino!... No?
    La sua voce sembrava entrare nelle loro orecchie per poi uscire all'istante dall'altra parte, come se fosse solo una folata di vento che fischia leggermente.
    Vedendosi ignorata completamente, tenta addirittura di frapporsi tra i due litiganti, cercando di catturare la loro attenzione rischiando di aizzare però le ire su di lei.

    "Stanne fuori, Ish'la! Vai a ficcare il naso da un'altra parte!!!"
    Esclama violentemente l'umano, per poi spingere la ragazza usando il braccio, con abbastanza furia da buttarla a terra, magari anche senza averne l'intenzione.
    Ahi!
    Al che il litigante elfico prende l'umano per il colletto del vestito, infuriato dal vedere una sua simile trattata con tale sufficienza.
    Tra non molto sarebbe scoppiata una rissa se nessuno riesce a placare i due litiganti.
    Parte degli altri abitanti viene attirata da quella scenata, senza però intervenire , rimanendo ferma ad osservare la scena con estremo disagio.



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    Ascolto molto interessata alle risposte che Lady Cyan era pronta a darmi.
    Rimango felicemente stupita nel scoprire che Funetsumi è stata vista allegra e in compagnia. Sapendo ciò mi convinco che sta bene e che forse le nostre strade si incroceranno di nuovo. La parte del discorso che mi sembrò molto assurda fu che la compagnia della ragazza era caratterizzata da una nobile di Dagmatem.
    Non credo ci si possa fidare della gente di Dagmatem, ma potrei sbargliarmi.
    Quando la mia pancia borbottò dalla fame Lady Cyan fece una risatina ma poco dopo anche la sua pancia rispose.
    Era ora per entrambe di mangiare qualcosa, ormai era ora di pranzo.
    Ci alzammo dalla panca ma mentre ci instradammo udimmo che a pochi metri da noi si stava aizzando una discussione.
    Restai in disparte a guardare ed ascoltare. Si trattava di un elfo e un uomo.
    Era una cosa che temevo di vedere, le due razze discutere, soprattutto per un malinteso probabilmente.
    Le parole cominciano a scaldarsi fino a quando una ragazza elfica si intromette nel discorso cercando di fermarli. Le sue parole non vengono neppure udite e quando si mise in mezzo con il proprio corpo non servì a bloccarli, anzi, venne buttata per terra e questo alimentò ancor di più la discussione.
    A quel punto non potevo più restare in disparte, sarebbe scoppiata una rissa.
    Con balzo felino dalla mia posizione raggiungo il lato della strada con poca gente e corro velocemente verso i due.
    Arrivata a destinazione velocemente sposto la ragazza ormai impaurita dalla discussione e mi intrometto tra i due appoggiando le mani sulle mani dell’elfo, mentre le teneva sul colletto dell’uomo.
    Mani naa lle umien? (cosa stai facendo?) Smettila, non ci comportiamo così.
    State attirando tutta la gente.
    Gli dissi guardandolo intensamente. Tira ten’ rashwe! (attento) porti disonore alla nostra razza reagendo in questo modo.
    Cercai di allontanare le sue mani dal colletto.



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    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
    Sta cercando anche suo padre Owdreth.
    Ha un cavallo nero come la notte di nome Nahier.




     
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    Una discussione? Tsk, ma che tempismo.
    Commento a bassa voce, accorgendomi dell'elfo e dell'umano che cominciano ad alzare i toni della voce.
    Non potevo scegliere momento migliore per fare visita a questa cittadina... ciononostante non ho alcuna intenzione di sprecare tempo a cercare di fare da balia a qualche individuo che vuole litigare.
    Non faccio in tempo ad aprire bocca, però, che Aedelwen non perde tempo, fiondandosi nei pressi dei due litiganti e della giovane elfa, fissando con sguardo deciso il litigante elfico poggiando le mani sulle sue.
    Dopodiché, comincia a parlare a lui, in lingua elfica? Affascinante, non capita tutti i giorni di assistere ad un discorso pronunciato in lingua elfica.

    Ah... Avrei scommesso tutta la mia ricompensa per aver salvato Wannyr su Aedelwen che ficcato un paio di frecce nel cranio di quel pover'uomo... evidentemente è molto più orgogliosa della sua specie di quanto si possa pensare.
    Penso ad alta voce, con aria pensante, nel mentre penso a quanto denaro avrei perso se avessi scommesso seriamente su questa cosa.
    Alla fine, mi avvicino anchio alla scena, un po' controvoglia, del resto preferirei vederli sbrigarsela da soli questa faccenda...

    Come siamo avventati, mia cara...
    Dico in direzione di Aedelwen, lanciando un'occhiata verso il giardino del litigante elfico.
    A prima vista, non sembra essere avvenuto nessun furto, tuttavia è possibile notare delle sezioni d'erba calpestate senza troppo tatto, cosa che il padrone del proprio giardino non farebbe mai.

    Bene bene...sembra che qui non ci sia stato alcun furto, bensì un tentativo fallito di furto... vedo un certo risentimento verso un tale maestoso giardino, ti dispiacerebbe dare qualche spiegazione? Fai attenzione però, divento parecchio irritabile quando ho fame.
    Dico in direzione del litigante umano, cercando di fulminarlo già solo con lo sguardo, ignorando per il momento l'altro litigante e la giovane elfa, la quale adesso si è rialzata da terra.

    Al tocco e alle parole di Aedelwen, il litigante elfico spalanca lo sguardo, percependo calma, ma al contempo rimprovero, nelle azioni della sua simile.
    "Parli la nostra lingua...vieni da Telaurëlhin..."
    Senza pensarci due volte, l'elfo molla la presa sull'uomo, tenendo lo sguardo chino verso il basso, come a provare vergogna per il suo gesto avventato.
    "Mi sono lasciato prendere dalle emozioni... però questo Sh'mlen (umano) deve confessare..."
    Prosegue a parlare, alzando lo sguardo verso l'altro litigante, il quale viene a sua volta additato, o meglio quasi minacciato, da Cyan.
    "I-Io... grrr... sì, va bene! Volevo rubare i tuoi stupidi fiori... sai, erano i preferiti di mia figlia, quando era piccola... hai presente? Una delle ragazze che VOI orecchie a punta ci avete impedito di proteggere dai negromanti di Dagmatem!!"
    Confessa l'umano, con tono pieno di odio e risentimento.
    "Ancora con questa storia? Quella gente avrebbe disintegrato Altais!
    Nessuno di noi ha idea di cosa avrebbero potuto fare con una semplice imposizione delle mani... per quanto mi porterò nella tomba l'immagine di quei ragazzi caricati su quel rimorchio, non potevamo condannare l'intero villaggio..."

    Lo scambio di toni tra i due litiganti prosegue, in maniera sempre più colma di risentimento, nel mentre la folla di gente che osservava, ora ha ripreso a camminare, tuttavia ogni volta che questo genere di cose accade, si viene a creare come una divisione involontaria tra elfi e umani anche tra i passanti.
    Alla fine, l'umano si allontana, prendendo interesse nel voler onorare il ricordo di sua figlia, una delle vittime del rapimento di qualche settimana fa, rientrando in casa convinto che nessuno gli avrebbe concesso di raccogliere quei fiori.
    Nel frattempo, la giovane ragazza elfica ha assistito alla scena, lasciandosi prendere da un silenzio dettato dal peso dell'atmosfera che si è venuta a creare, silenzio rotto qualche minuto dopo dall'uomo elfico, che richiama a sé la giovane ragazza.

    "Ish'la... fammi un favore... ti andrebbe di portarli davanti all'uscio della casa di quell'uomo? Preferirei che non bussassi alla porta."
    L'elfo consegna alla ragazza un bouquet di rose del suo giardino, chiedendole di essere discreta e di non bussare alla porta dell'uomo.
    Mh, ho capito... faccio io, non preoccuparti.
    "E voi... beh, se volete fare un giro per Altais, vi consiglio di seguire Ish'la, tra le altre cose è un'ottima guida turistica!"
    Conclude l'elfo, riferendosi ad Aedelwen e Lady Cyan con un tono di voce un po' più divertito, per quanto non riesca a mascherare uno sguardo particolarmente rattristito dalla scenata di poco fa.


    njaUBQx
    Nome: Soledad Ciaran | Sesso: F | Età: 24 | Provenienza: Daevan | Razza: Umano | Int;Des;Cos;For |




    Abilità:
    Carte Magnetiche: 「3/3 cariche」
    Soledad infonde in una o più carte una speciale aura arcana di colore blu intenso, tale carta/e viene piazzata sul terreno permettendo a Soledad di teletrasportarsi nel punto esatto dove si trova la carta in qualunque momento, potendo però teletrasportarsi una volta sola per carta.
    [N° di cariche utilizzate = N° di carte utilizzate]

    Laser Arcano: 「2/2 cariche」
    Soledad fa roteare davanti a se un glifo magico composto da 5 carte che genera un raggio laser magico perforante davanti a sé, con un raggio d'azione pari a 10m.
    [N° carte richieste per l'attivazione = 5 carte]

    Equipaggiamento:
    - Carte da lancio arcane (40/40)
    Note Giocatore:
    Ha uno sguardo penetrante ed intenso, inoltre spesso tiene in mano una delle carte del suo mazzo, per puro sfizio.
    La Letture dell'Anima le consente di riconoscere il vero carattere delle persone.




     
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  8. Aerith˜
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    Dopo il mio intervento mi raggiunse anche Cyan che constatò che vi era stato un tentativo, fallito, di furto.
    Alla mie parole l’elfo si rese conto di ciò che stava facendo e chiese una confessione con sguardo chino e imbarazzato.
    L’uomo finalmente confessò, con voce ricolma di odio. Era un fatto collegato ancora allo scontro in cui rimanemmo coinvolte io e le altre mie compagne, e il mago.
    I due litiganti continuano a inveirsi senza passare alle mani fino a quando l’uomo non si allontana verso la sua casa.
    Finalmente l’elfo mostrò gentilezza e chiese alla giovane elfa che era restata coinvolta nello scontro di portare un bouquet di rose a quell'uomo pieno di risentimento e soprattutto tristezza.
    Mentre guardo la giovane allontanarsi l’elfo ci informa che Ish’la potrebbe farci da guida per fare un giro per Altais.
    Lo ringrazio e poi mi avvicino a Ish’la che ha già consegnato i fiori.
    La guardo e poi mi presento.
    Sono Aedelwen, nipote di Muileth.
    Le dico accompagnando un gesto della mano per salutare.
    Succedono spesso questi litigi fra elfi e umani?
    Le chiedo con sguardo interrogatorio e deluso allo stesso tempo.
    Nonna mi aveva avvisato, ma speravo che le cose fossero migliorate, invece appena arrivata in questa città e già mi trovo dinnanzi a questo scontro.
    Voglio aiutare questa gente..non capiscono il valore di vivere insieme nella stessa città.. penso con lo stesso sguardo di prima.


    Hb3wq0V
    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




    Abilità:
    Danza delle ombre: 「2 cariche」
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.

    Arco arcano: 「3 cariche」
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.


    Sonno: 「2 cariche」
    Con quest'abilità Aedelwen richiama la magia del sonno nel suo arco, per addormentare i suoi nemici. Carica una freccia che quando viene lanciata a seconda della potenza dell'attacco può suddividersi magicamente fino a 5 freccie, come se fossero illusorie, come un sogno. Come minimo una freccia, quella reale arriva a destinazione.


    Equipaggiamento:
    -Arco
    -Pugnale corto
    -Due pugnali lunghi
    -Faretra con 30 frecce
    -Borsellino con erbe medicinali

    Note Giocatore:

    Quando entra in stato alterato nessuno può comunicare con lei.
    Solo con l'arco può lanciare magie.
    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
    Sta cercando anche suo padre Owdreth.
    Ha un cavallo nero come la notte di nome Nahier.




     
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    La giovane elfa, con molta calma e compostezza, lascia il bouquet di rose secondo le istruzioni dell' uomo elfico, senza allarmare nessuno in casa, per poi tornare da me e Aedelwen tirando un lieve sospiro di sollievo.
    ...E un peccato vedere due persone un tempo amiche trattarsi così.
    Dice con tono malinconico la giovane elfa.
    Quella situazione era abbastanza incresciosa, ma che descriveva perfettamente la situazione attuale di questo posto, un piccolo ponte di collegamente tra tue razze così simili ma allo stesso tempo così diverse.

    Oh, scusatemi!
    Non vi ho nemmeno ringraziata per avermi dato una mano a sedare quella discussione... anche se avete fatto tutto voi, il mio intervento non è servito a nulla, ehehe.

    Dice la giovane elfa ridacchiando un po' di sè stessa, per poi voltarsi su Aedelwen, guardandola con ammirazione.
    Andaran atish’an sorella... o forse era Aneth ara? No no, aspetta è Dareth shiral!... Forse?
    Prosegue la giovane in direzione di Aedelwen, chiaramente in difficoltà e abbastanza imbarazzata.
    Suppongo stia parlando in linguaggio elfico, tuttavia nemmeno lei sembra sapere ciò che sta dicendo... il che è molto buffo, considerando che si tratta di una ragazza elfica... chissà cosa sta passando per la testa di Aedelwen in questo momento? Ora potrei davvero scommettere tutta la ricompensa per aver salvato Wannyr su di lei che potrebbe fulminare questa ragazza per aver oltraggiato le sue origini o qualcosa del genere...

    Che ragazza peculiare che sei... mhmhmh!
    Rispondo non riuscendo a celare una lieve risata divertita, causando un ulteriore imbarazzo nei confronti della giovane.
    Oddio, scusatemi tanto!!
    Pensavo di voler fare bella figura di fronta ad un altra sorella ma purtroppo non conosco molto bene il nostro linguaggio... sono una terribile, terribile, terribile elfa!
    Abbiate pietà della mia povera anima!

    Risponde immediatamente con energia la giovane Ish'la, facendo un inchino ad ogni "terribile" che pronuncia.
    Che melodrammaticità, non mi sarei di certo aspettata un pentimento simile.

    Su su, tranquilla... non è successo niente, vero Aedelwen?
    Comunque il mio nome è Cyan, Lady Cyan... e il tuo nome se non vado errato è... Ish'la?

    La giovane si accorge così di non essersi nemmeno presentata per prima, sprofondando ulteriormente nell'imbarazzo.
    Oh no, scusatemi di nuovo!
    Sono una frana, frana, frana!

    Prosegue l'autopentimento di Ish'la... con conseguenti inchini ad ogni "frana" ripetuto... stavolta mi prendo la colpa di aver prolungato questa situazione patetica...
    Mi passo una mano sulla fronte, facendo cenno ad Aedelwen di riprendere a camminare, eventualmente Ish'la ci sarebbe venuta dietro.


    Dopo qualche passo di silenzio, Ish'la riprende a parlare in maniera un po' più tranquilla.
    Vedete, io... sono figlia di un umana e di un elfo, tuttavia da piccola non sono mai stata interessata nelle mie origini elfiche, per questo purtroppo non conosco il nostro linguaggio... e purtroppo alcuni elfi di questa città, da quel giorno, sono diventati abbastanza diffidenti anche nei miei confronti... essendo io una mezzosangue... sarà difficile seguire le orme di mio padre in queste condizioni.
    Ultimamente questi litigi stanno lentamente aumentando, ho paura che se non faremo subito qualcosa, la nostra città potrebbe incappare addirittura in una rivolta da una delle due parti... non voglio che accada!

    Racconta Ish'la con malinconia, nel mentre attraversiamo la grande piazza centrale della città, troneggiata da quel grande monumento dal significato ignoto.
    Oh, ma adesso che tu seii qui posso sapere di più riguardo alla nostra città natale... Dimmi dimmi, com'è vivere a Telaurëlhin? Come sono gli altri elfi? e Tua nonna è una figura importante?
    Prosegue ulteriormente Ish'la, guardando Aedelwen con occhi brillanti.
    Io intanto ascolto ed osservo le due ragazze elfiche con parziale interesse, dal momento che mi sento leggermente fuoriluogo in questi discorsi... perciò lancio qualche occhiata al paesaggio.



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    Nome: Soledad Ciaran | Sesso: F | Età: 24 | Provenienza: Daevan | Razza: Umano | Int;Des;Cos;For |




    Abilità:
    Carte Magnetiche: 「3/3 cariche」
    Soledad infonde in una o più carte una speciale aura arcana di colore blu intenso, tale carta/e viene piazzata sul terreno permettendo a Soledad di teletrasportarsi nel punto esatto dove si trova la carta in qualunque momento, potendo però teletrasportarsi una volta sola per carta.
    [N° di cariche utilizzate = N° di carte utilizzate]

    Laser Arcano: 「2/2 cariche」
    Soledad fa roteare davanti a se un glifo magico composto da 5 carte che genera un raggio laser magico perforante davanti a sé, con un raggio d'azione pari a 10m.
    [N° carte richieste per l'attivazione = 5 carte]

    Equipaggiamento:
    - Carte da lancio arcane (40/40)
    Note Giocatore:
    Ha uno sguardo penetrante ed intenso, inoltre spesso tiene in mano una delle carte del suo mazzo, per puro sfizio.
    La Letture dell'Anima le consente di riconoscere il vero carattere delle persone.




     
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8 replies since 12/11/2016, 02:36   282 views
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