Aedelwen

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    Nome: Aedelwen
    Sesso: Femmina
    Età (età apparente): 100 (25)
    Data di Nascita: 07 Febbraio 1E1794
    Luogo di Nascita: Telaurëlhin
    Razza: Elfa


    Carnagione: Grigio chiaro al sole, grigio scuro al buio
    Peso: 48 kg
    Altezza: 1.85 cm
    Occhi: Giallo tendente al bianco
    Capelli: Lunghissimi, neri con riflessi blu
    Corporatura: Normale ma atletica, pur non avendo muscoli molto evidenti
    Particolarità: Quando entra in stato alterato le compaiono due ombre sotto gli occhi, come fossero tinte, ma in realtà è la pelle che diventa particolarmente scura in quella posizione contemporaneamente i suoi capelli prendono vita muovendosi come onde oscure. Ha scelto di non praticare la magia allo stesso modo degli altri, ha fatto un voto e solo tramite il suo arco può praticare la magia.

    Comportamento: Aedelwen è una donna di poche parole ma accuratamente scelte, non si perde in lunghi discorsi e non le piace parlare troppo di sè, sopratutto con le persone che non conosce. Essendo schiva tende a restare sulle sue nonostante sia tra le più coraggiose ed altruiste della città, poichè è sempre in prima linea per aiutare la sua gente, anche nelle più semplici situazioni. Ha un indole molto gentile ma presenta un lato oscuro quando si arrabbia: diventa tutt'altra persona come posseduta dalla notte, ed è impossibile discutere con lei quando è in questo stato.
    Abbigliamento: Indossa un armatura di colore verde scuro con sfumature di verde smeraldo, è leggera per permetterle di muoversi agilmente e senza fare troppo rumore ma è fabbricata con un materiale molto resistente. Indossa inoltre un mantello con cappuccio del medesimo colore dell'armatura. Colori per confondersi bene con la natura.
    Equipaggiamento: Porta con sè il suo prezioso arco fatto con il legno dell'albero della vita e per questo gli è estremamente legata. E' un arco particolare poichè strettamente collegato allo stato di Aedelwen, nel suo legno scorre l'energia dell'albero della vita che si interseca all'energia di Aedelwen. Se è stanca i lanci con il suo arco non saranno molto efficaci, al contrario se è al pieno delle forze anche i suoi attacchi ne risentiranno. Porta con sè una faretra con frecce, un pugnale elfico corto e un borsellino in cui contiene erbe medicinali.
    Ha inoltre due pugnali lunghi con le incisioni forza e velocità.


    Background:

    Il voto
    Anno 1E1800 5 maggio

    Ero in castigo come spesso accadeva quando mi arrabiavo. La nonna non si era limitata con le parole di rimprovero questa volta. E mi aveva rinchiuso in camera mia sbarrando porte e finestre..
    Quella mattina me ne stavo tranquilla su un'alto albero e guardavo il paesaggio di fronte a me, sognando terre lontane, gente mai vista. A Telaurëlhin non c'erano mai faccie nuove, niente di nuovo, sempre la solita malinconia. Almeno io così mi sentivo, gli altri sembravano stare bene in questa condizione. Volevo uscire da li, ma non potevo, solo al compimento dei 50 anni potevamo, forse uscire dalla città.
    Così mi accontentavo di guardare il paesaggio da lassù. Sentìì che qualcuno mi chiamava così scesi a vedere chi mi volesse, era strano, poichè non avevo amici che mi potessero cercare e quella non era la voce di mia nonna, ma di qualcuno a me coetaneo. Si trattava infatti di un gruppo di ragazzi che odiavo. Erano i figli dei capi, i più viziatelli tra noi elfi. Volevano canzonarmi come al solito, prendendomi in giro vista la mia pelle scura rispetto alla loro, alla mancanza di genitori e via dicendo. Iniziarono a lanciarmi delle piccole magie, come dei piccoli pizzicotti luminosi. All'inizio non facevano male e non reagì, come di consueto.. Ma poi il capetto del gruppo sperimento una nuova magia su di me, un dardo incantato che mi colpì sul petto. Mi accascia a terra, faceva malissimo, un dolore profondo, come una pugnalata dritta ai polmoni..
    Da quel momento i miei ricordi sono molto confusi, ricordo ombre e esplosioni di luce e poi sangue.
    Quando mi ripresi ero dentro la mia camera. Mia nonna visto che avevo ripreso conoscenza aveva iniziato a rimproverarmi. Questa volta ero andata totalmente fuori controllo, avevo usato la magia per fare del male al capetto che mi aveva colpito, ma era stato un incantesimo molto forte, e gli avevo fatto perdere una mano, la stessa con cui lui mi aveva attaccato. La città era in collera con me, questa volta l'avevo fatta grossa, sopratutto avevo fatto del male alla persona sbagliata...
    Grazie alle doti magiche della vecchia saggia la mano gli era stata risistemata ma la cattiveria negli occhi della gente mi spinse a fare un voto. Avrei praticato la magia solo tramite il mio arco e non attraverso il mio corpo..

    La gara
    Anno 1E1844 3 giugno

    Avevo compiuto da qualche mese 50 anni, un battito di ciglia per il mio popolo ma comunque un grande traguardo, era l'età giusta per poter partecipare alla Gara.
    Ogni anno il 3 giugno tutti coloro che avevano 50 anni in sù e che non avessero ancora acquisito il diritto di uscire potevano partecipare, iscrivendosi per tempo. Telaurëlhin aveva delle regole ferree e un nome da far rispettare, solo gli elfi più meritevoli possono uscire dalla città e prendere contatto con le altre razze. Solo il meglio dev'esser mostrato, tutto il resto dev'esser celato. E per la città io ero una cosa da celare. L'uscire dalla città mi sarebbe servito a far vedere chi ero, che di me potevano fidarsi, che ero un elfa anche io come loro.
    La Gara consiste in una giornata fatta interamente di sfide per dimostrare le proprie abilità.
    Il numero massimo di partecipanti è 15 e solo 5 possono acquisire il diritto di uscita, solo al raggiungimento di una soglia di punteggio.
    Le sfide consistevano in: corsa, arrampicata, tiro con l'arco, magie curative e magie elementali.
    Sulle prime tre sfide non avevano nessuna paura, credevo al 1000% nelle mie capacità ma sulle magie..avevo paura.
    Iniziarono i giochi, a competere con me c'erano anche i figli dei capi, con i loro sorrisetti e sguardi malsani.
    Lempe,Kinta,Nelde,Atta,Er.. Via! partimmo in una corsa contro il tempo. Fecero di tutto per ostacolarmi ma riuscii a prevalere su di essi. Arrivai per prima come mi aspettavo, ci misero qualche secondo in più prima di arrivare al traguardo.
    Ora toccava all'arrampicata, ci saremmo tutti arrampicati sullo stesso albero, il più difficile di Telaurëlhin, con pochi rami e distanti fra loro, era tra i più antichi del bosco ed era fra i più alti. Aveva un grosso tronco e rami possenti, con foglie dai colori verdi con sfumature giallo oro, profumava di muschio.
    Fortunatamente era anche quello che scalavo quasi sempre per raggiungere la vetta. Avremmo fatto a turno, e ci avrebbero preso le tempistiche. Io ero l'ultima ad arrampicarmi. Avevano totalizzato dei bei punteggi ma sapevo che potevo fare di meglio. Era il mio turno. Mi diedero il via e partii. Un balzo e fui sul primo ramo, poi sempre più su, fino a che arrivai alla vetta, suonai la campana alla cima per segnalare il mio arrivo nel punto più alto e scesi di nuovo velocemente, un ramo dopo l'altro.
    Increduli nel risultato mi attribuirono la vittoria, avevo surclassato i miei avversari. Sui 5 minuti che ci aveva messo il primo in classifica io ne impiegai 4.
    Toccava al tiro con l'arco, mi piazzai anche qui per prima senza molti problemi. Ora il vero terrore consisteva nelle prove di magia.
    La prima fu la magia curativa. Al contrario degli altri l'unico modo in cui poteva utilizzarla era tramite le erbee medicinali, mentre gli altri potevano anche usare il contatto diretto delle mani, ed era una magia molto più potente. Avremmo dovuto curare tutti la stessa tipologia di ferita procurata a dei cervi.
    Avevo le mie erbe, una bacinella d'acqua e tanta paura. Ci diedero il via e mi concentrai il più possibile, Aa’ lasser en lle coia orn n' omenta gurtha, Aa’ lasser en lle coia orn n' omenta gurtha, Aa’ lasser en lle coia orn n' omenta gurtha pronunciavo mentre un bagliore di luce si insediava nella bacinella, era ora di porgere le erbe sulla ferita e continuare a pronunciare la formula. Alla fine si rimarginò ed io era sfinita. Non ero nè la prima ne l'ultima ad aver finito, mi ero piazzata per quinta in questo caso. Ero fiera di me.
    L'ultima prova la magia elementale sarebbe stata più complicata, avrei dovuto usare il mio arco per poterla impiegare. All'ultimo, vedendo che stavo andando troppo bene decisero che era contro le regole usare le armi per questa sfida, era necessario che venissero usate le mani, solo ed esclusivamente le mani. Lo avevano fatto apposta, sapendo del mio voto infrangibile.
    Guardai gli altri che si dilettavano con la magia e ovviamente in questa sfida mi classificai per ultima.
    Era ormai sera ed era arrivato il momento di nominare le nuove reclute che potevano uscire. Tutta la città si era riunita intorno all'albero delle vita, i giudici della gara e le più alte cariche di Telaurëlhin si trovavano su di un palco. Il buoi era arrivato e le luci della notte avevano preso il posto di quelle diurne, era così bella di sera Telaurëlhin. Ci chiamarono tutti in fila. Dopo un lungo discorso presentativo era arrivato il momento di sapere i risultati. Al primo posto vi era il figlio del re, per secondo, terzo e quarto vi erano gli altri ragazzi nobili. Mancava un posto. Doveva essere mio. Ed ora l'ultimo posto è stato assegnato a... il presentatore assunse una faccia innoridita e sbalordita allo stesso tempo.. Avevo capito che si trattava del mio nome.. Aedelwen, la scura Ombra disse. Balzai dalla felicità e mi diressi alla fila dei vincitori. Era arrivato il momento del mio riscatto.

    Scoperta
    Anno 1E1889 2 marzo

    Mia madre non era un'elfa normale. Fin da quando era piccola si è sempre comportata in modo diverso, come se non si sentisse parte della città, estranea tra gente che era, apparentemente, uguale a lei. O almeno così mi hanno raccontato. Non l'ho conosciuta, morì poco dopo avermi dato alla luce, e quel giorno, il 7 febbraio 1E1794 tutti ricordano cosa successe.
    Non credendo alle storie che mi venivano raccontate sulla mia nascita, decisi di cercare indizi, informazioni, oggetti di mia madre che potessero parlarmi di lei, per poterla conoscere.

    Un giorno, ricordo ancora, era una giornata cupa, in lontananza si sentiva il vento ululare e il temporale avvolgeva tutto, ma a me piaceva. Ho sempre amato il temporale e qualcosa mi spinse ad allontanarmi dalla città, oltre il sentiero segreto e oltre la cascata, mi sentivo come richiamare da qualcosa, qualcuno.
    Seguendo il mio istinto arrivai infine in un luogo che fino ad allora non avevo mai visto, e in realtà quando mi fermai mi resi conto di non sapere come fossi giunta li. Era un fitto bosco, ricco di vegetazione ma non vi era anima viva. Ricordo che iniziò a piovere, risento risuonare nelle mia mente le goccie che cadevano sulle foglie. Finchè sentì un suono che stonava in quella melodia. Un suono come metallico. Lo seguì ed ecco, qualcosa dentro di me successe, sentivo irradiarmi da un calore, mai sentito fino ad allora, era dolce. Mi avvicinai e vidi che era uno scrigno metallico di fattura elfica. Era circondato dall'edera che lo teneva come impringionato, ma in realtà sembrava più proteggerlo. Non mi fu difficile raccoglierlo, mi bastò accarezzare l'edera ed essa si scostò. Lo ripulì e notai due lettere, SA, erano le iniziali di mia madre Shamyez Anwynë.

    Qualcosa mi spinse a pronunciarlo ad alta voce e così facendo lo scrigno si aprì. Una lieve luce circondata da ombre fuoriuscì in un nano secondo e scomparve. Ora i miei occhi si erano posati sui pochi oggetti presenti: un ritratto di mia madre, era bellissima, nessuno me lo nascose, in molti mi dissero quanto fosse bella, aveva lunghi capelli castani con sfumature nere, occhi rossi come le rose e labbra carnose;

    tbTPIOe


    un sacchettino color borgogna contenente erbe essicate; un pettine di legno intarsiato ed infine, nascosto sotto un fazzoletto che profumava di rose, una lettera, era chiusa e sul fronte era scritto molto chiaramente il mio nome. Sulsuttai leggendolo e incomincia a tremare. Presa la lettera appoggiai lo scrigno a terra. La fissavo e fantasticavo sul suo contenuto. Desideravo ardemente delle risposte.

    Non aspettai troppo e l'aprì. Aveva un incantamento magico anch'essa e mi sentì irradiare dal profumo di rose. Erano diversi fogli, la scrittura era veloce ma leggibile. Incomincia a leggerlo, il ricordo di cosa lessi è ancora vivido nei miei ricordi:
    " 11 febbraio 1794
    Cara Aedelwen,
    Credo tu abbia sentito le più svariate storie su di me e sulla tua nascita, lascia che te ne racconti una anche io. Mi dispiace non poterne parlare a voce a tu per tu. Non mi sono mai sentita un'elfa come le altre, non ero attratta dalla luce, dai canti melodiosi, dalle danze e da tutto quello che la città offriva. Mi piaceva scappare via esplorando i dintorni alla città. Non riuscì mai a spingermi molto lontano, sono sempre stata molto cagionevole. Il mio posto preferito era proprio questo bosco, è poco distante da Telaurëlhin ma come avrai notato non c'è anima viva. Questo è dovuto a una mia magia, ho creato una barriera che rende questo luogo invisibile agli occhi degli altri. Volevo avere un posto solo mio. So che ti starai chiedendo come io possa aver fatto una magia del genere. Non te lo so spiegare, ma ho un'attitudine all'oscuro, al segreto, al nascosto, al mistero, e per questo riesco a fare magie che nascondono. Purtroppo non sono mai riuscita a nascondere me stessa, per questo nascosi questo luogo. Stavo qui per ore e ore, in città si accorgevano della mia assenza molto raramente, non partecipavo mai alle attività con gli altri, quindi la mia presenza non era degna di nota.
    Un giorno, una giornata tempestosa e scura mi trovavo come sempre qui e leggevo un libro su Seifert, non potendomi allontanare fantasticavo su quello che c'era al di fuori di Telaurëlhin attraverso le mie letture. Ero immersa nella lettura quando un lampo cadde vicino al bosco ed illuminò tutto, alzai lo sguardo e davanti a me illuminata dalla luce vi era un ombra. Aveva il contorno che ricordava il corpo di un elfo, ma non aveva occhi ne bocca. Credo che un'altra in quella situazione sarebbe fuggita, ma io mi avvicinai. La luce del lampo era scomparsa ma ora anche in assenza di luce potevo vederla quell'Ombra. Si avvicinò anche lei e mi toccò. Con quel semplice tocco, che mi aspettavo freddo ma in realtà era caldo e in un certo senso rinquorante, per la prima volta non mi sentivo sola, non mi sentivo diversa. Non so spiegarti come iniziammo a comunicare, ma ci riuscimmo, e le letture su Seifert ora erano state sostituite da lunghe conversazioni con quest'ombra. Mi disse che si chiamava Owdreth.

    Mi innamorai, impossibile da credere ma sì. Per me era la cosa più naturale del mondo, ormai davanti a me non vedevo più un'ombra era un elfo. Ed in realtà lo era, era stato colpito da un sortilegio da un mago di Daevan, mentre era in viaggio esplorando Seiferti. Si rifiutò di aiutarlo nelle sue patriche oscure e questò fù il risultato. Nessuno si ricordava di lui, poichè parte del sortilegio enunciava che per tutti era come se non fosse mai esistito. La risoluzione del sortilegio però era sconosciuta. Si innamorò anche lui di me e dal nostro amore ti formasti tu. Era pur sempre un'ombra e quindi fu molto strano quello che successe dentro di me. Rimasi incinta, anche se non era evidente e per questo riuscii a nasconderlo per molto tempo. Eravamo preoccupati di come tu potessi nascere. Finchè arrivò quel giorno.

    Era il 7 febbraio ed era una giornata tempestosa, credo una delle tempeste più forti di sempre. Ormai la mia famiglia e la città sapeva che ero incinta, l'ultimo mese la pancia era diventata evidente. Io mi stavo preparando, nonostante le contrazioni sempre più frequenti, a dirigermi verso Quincië, il nostro bosco, mio e di tuo padre. Ma la mia famiglia mi bloccò. Urlai come una pazza e cercai di scappare ma ero debole e per loro non fu difficile tenermi li. Avevo fretta, Owdreth mi aspettava e il tempo scorreva inevitabilmente molto veloce. Il tempo era giunto e non potevo più attendere, era ora di spingerti fuori. Uscisti fuori nello stesso momento in cui cadde un lampo in centro alla città, eri avvolta dalle ombre e piangevi. Tutti si spaventarono e mi guardavano innoriditi, mi urlavano: ABOMINIO! Cos'hai fatto? e tu continuavi a piangere, lontana da me perchè ti aveva preso tua nonna che rimase zitta ad osservarti. Finchè mentre io urlavo per riaverti, e mentre mi sentivo insultare, tua nonna fece tacere tutti con un gesto e ti portò verso di me.

    Eri stupenda, nonostante tu stessi piangendo e fossi avvolta da ombre, eri la cosa più bella che io avessi mai visto. Non riuscivo a smettere di guardarti, avevi due ombre sotto gli occhi, che ti rendevano unica. Qualcosa mi spinse a cantarti una canzone che mi insegnò tuo padre. Narrava di posti lontani e di animali selvaggi, poche note che riuscirono a calmarti. All'improvviso le ombre che ti circondavano scomparvero e nel medesimo modo le ombre sotto i tuoi occhi: eri diventata una normalissima piccola e dolcissima elfa, che mi guardava con grandi occhi gialli e mi sorrideva. Rimanemmo tutti stupefatti e tutti scoppiarano in una lunga risata e lacrime di gioia, tranne io che pensavo a tuo padre e mi sentivo sempre più debole. Ti sorrisi e ti ridiedi a tua nonna.

    Nei giorni seguenti tutta la città venne a vederti, incuriositi dalla tua stranezza e dalla tua bellezza. Io ormai bloccata a letto, sentivo che non mi restava più tempo. Ho preso i fogli e ho iniziato a scriverti. Ti stò tenendo in braccio e dormi tenendo tra le tue piccole mani una ciocca dei miei capelli. Non ho notizie di tuo padre, non gli è concesso entrare a Telaurëlhin a cuasa della sua maledizione. Ti prego cercalo, per me e tuo padre sei il dono più grande che il destino potesse darci. Ricordati il suo nome: Owdreth. Questa è l'ultima volta che ti tengo in braccio, l'ultima in cui io ti possa toccare, guardare, sentire il tuo profumo. Sarò per sempre con te amore mio. Non avere mai paura di ciò che sei. TI AMO.".

    Tremai. Caddi a terra inginocchiandomi e lasciai che le lacrime si confondessero con la pioggia.
    Finalmente conoscevo la mia storia. Le ombre mi circondarono e continuavo a piangere. Era uno pianto di sollievo.
    Smise di piovere e io smisi di piangere. Mi asciugai il viso dalle ultime gocce e feci un respiro profondo.
    Mio padre. Fu il mio primo pensiero a mente lucida.
    Dovevo cercare mio padre. Che fosse ancora a Quincië?
    "Owdreth! Owdreth!... Owdreth!" urlai più volte senza ricevere risposta e senza vedere nulla.
    Rimasi ancora un po' di tempo ad esplorare il bosco senza trovare traccie. Raccolsi lo scrigno e mi ridiressi in città. Le mie gambe camminavano da sole come se sapessero precisamente come arrivare a casa, mentre io continuavo a pensare a mio padre, a mia madre, alla mia particolarità.


    Abisso
    15 giugno 1E1889


    Non era una giornata come le altre, non risplendeva il sole ma non c'era neanche il temporale che mi faceva sentire tranquilla. C'erano nuvole nere come carbone e l'aria era diventata pesante. Io mi trovavo a Quincië ed ero sola. Un vento fortissimo cominciò a trascinarmi via, non riuscivo a respirare dalla pesantezza che ricolmava l'aria. Dovevo affrettarmi a tornare a Telaurëlhin, sentivo che stava succedendo qualcosa. Uscita dal bosco vidi gli animali fuggire e dirigersi verso la città, le ninfe urlavano disperate.
    Le nuvole nere si diffondevano sempre di più nel cielo, e l'aria era ormai irrespirabile. A stento riuscii ad arrivare in città, tutti erano raccolti intorno all'albero della vita, si tenevano stretti gli uni agli altri, avevano paura, e anche io l'avevo.
    L'albero incominciò a manifestare una potenza mai vista prima, la sua energia era diventata visibilissima, era di un colore verde smeraldo intenso, scorreva su dalle radici fino alle più alte fronde. Ci faceva sentire al sicuro.
    L'aria in città era respirabile ma il cielo era ormai totalmente nero.
    Il totale silenzio. L'abisso.

    Anno 2E0 16 giugno
    Riaprii gli occhi, ero nel medesimo poste in cui li avevo chiusi, eravamo ancora tutti li, colmi di domande. Cos'era successo?
    Qualcosa di istintivo ci fece alzare lo sguardo verso
    l'Albero della vita. I suoi colori sgargianti si erano spenti. Sembrava morto e mi sentii come morire. All'improvviso piccoli bagliori incominciarono ad illuminare le sue foglie: ERA VIVO!
    Ma noi tutti ci sentivamo diversi. Avevamo perduto qualcosa.


    Partenza
    Anno 2E2 2 marzo

    Sono trascorsi 3 anni da quando avevo deciso di partire, quasi subito dopo la scoperta dello scrigno e della lettera ma Telaurëlhin aveva avuto bisogno di me.
    Alla riunione del consiglio ristretto a cui potemmo partecipare in pochi, mi proposi di cercare la via per poter risanare l'albero della vita. Dovevamo trovare un modo per domare la magia del cataclisma e ridare vigore al nostro Albero.
    Era l'occasione perfetta per intraprendere in contemporanea la ricerca di mio padre, nonostante la poca speranza fosse ancora vivo dopo il cataclisma.
    Seifert mi aspettava.



    Caratteristiche:

    : Destrezza
    : Intelligenza
    : Forza
    : Costituzione


    Abilità: Punti Abilità 31 「7 in riserva」

    Danza delle ombre: 「2 cariche」
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.

    Arco arcano: 「3 cariche」
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.

    Sonno: 「2 cariche」
    Con quest'abilità Aedelwen richiama la magia del sonno nel suo arco, per addormentare i suoi nemici. Carica una freccia che quando viene lanciata a seconda della potenza dell'attacco può suddividersi magicamente fino a 5 freccie, come se fossero illusorie, come un sogno. Come minimo una freccia, quella reale arriva a destinazione.


    Cronologia Quest:

    I sopravvissuti di Setiri
    Chi Semina Vento..
    L'inaspettato ristoro.




    Hb3wq0V
    Nome: Aedelwen | Sesso: Femmina | Età: 100 (25) | Provenienza: Telaurëlhin | Razza: Elfa | Des;Int;For;Cos; |




    Abilità:
    Danza delle ombre: 「2 cariche」
    Quando entra in stato alterato, designato dalla comparsa delle ombre sotto gli occhi, assume una velocità tale da sembrare un'ombra che si muove e danza, evidenziato dalla sua lunga chioma nera che si muove come un mare oscuro, in questo stato predilige l'uso del pugnale, veloce e letale.

    Arco arcano: 「3 cariche」
    Attraverso il flusso vitale che la collega al suo arco riesce a irradiare una magia elementale a scelta nel suo arco. E' l'unico modo in cui possa lanciare magie.


    Sonno: 「2 cariche」
    Con quest'abilità Aedelwen richiama la magia del sonno nel suo arco, per addormentare i suoi nemici. Carica una freccia che quando viene lanciata a seconda della potenza dell'attacco può suddividersi magicamente fino a 5 freccie, come se fossero illusorie, come un sogno. Come minimo una freccia, quella reale arriva a destinazione.


    Equipaggiamento:
    -Arco
    -Pugnale corto
    -Due pugnali lunghi
    -Faretra con 30 frecce
    -Borsellino con erbe medicinali

    Note Giocatore:

    Quando entra in stato alterato nessuno può comunicare con lei.
    Solo con l'arco può lanciare magie.
    Affidabile, di poche parole, coraggiosa e gentile.
    Sta cercando anche suo padre Owdreth.
    Ha un cavallo nero come la notte di nome Nahier.






    Edited by essai_demetori - 2/11/2016, 16:24
     
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    Danza delle Ombre 2 Cariche

    Arco Arcano 3 Cariche

    Fai il Background ed è apposto ^^

    P.S. con "pugnale elfico" non è sottinteso pugnale magico, deve essere specificato che è anche magico.
     
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    Grazie :mki: ora penso al background D:
     
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    Scheda Accettata m6oZLSM



    davvero bel background :già:

    "Adesso che la tua scheda è stata accettata ti assegno la Minischeda da completare con i tuoi dati. Devi semplicemente riportare quello che hai già scritto nella tua Scheda PG, cercando di riassumere tutto quello che puo' essere importante per il tuo PG in una quest.
    Inserisci al posto del banner un'immagine del tuo pg di dimensione 200x100 px, puoi usare sia quella che hai usato per la tua scheda che una secondaria.
    Dove dice 'For;Des;Cos;Int' devi semplicemente mettere in ordine le tue caratteristiche in base a come le hai disposte nella scheda.
    Le Abilità le puoi copiare tranquillamente, ricorda però di scrivere le cariche come 0/0 in modo da poter tenere sempre sotto controllo quante te ne restano e quante ne avevi.
    Fai un elenco del tuo Equipaggiamento anche senza spiegare ogni oggetto cosa sia, ma se sono oggetti multipli devi sempre usare la forma 0/0 per dire quanti ne hai.
    In Note del Giocatore scrivi tutto quello che puo' essere utile avere a portata di mano e come le altre persone vedono il tuo PG. Puoi mettere qui qualunque cosa tu voglia, cerca solo di essere riassuntivo.
    Questa Minischeda andrà postata sotto spoiler sotto ogni tuo post in una qualunque quest (tranne quelle libere), quindi ricorda di tenerla aggiornata perchè tutto quello che avrai con te dovrà essere scritto qui."
    CODICE
    <span style="display:block;width:450px; height:535; border:5px double white; background-image: url(http://i.imgur.com/dlboKiC.png);font-size: 8pt">
    <div style="float: left; margin-right: 10px; margin-left: 10px; margin-up: 10px; margin-down: 10px">[IMG]http://i.imgur.com/FohVB.jpg[/IMG]</div>[color=#FF5555]Nome[/color]: Nome | [color=#FF5555]Sesso[/color]: F o M | [color=#FF5555]Età[/color]: 0 (0) | [color=#FF5555]Provenienza[/color]: Tereldan | [color=#FF5555]Razza[/color]: Umano | For;Des;Cos;Int |




    [color=#FF5555]Abilità[/color]:
    <span style="display:block;height:100px;margin-left:10px;overflow-y: scroll;background-color:none">[color=#55FF55]Nome Abilità[/color]: <b>&#12300;0/0 cariche&#12301;</b>
    Descrizione abilità.

    [color=#55FF55]Nome Abilità[/color]: <b>&#12300;0/0 cariche&#12301;</b>
    Descrizione abilità.
    </span>
    [color=#FF5555]Equipaggiamento[/color]:
    <span style="display:block;height:75px;margin-left:10px;overflow-y: scroll;background-color:none">Elenco dell'equipaggiamento.</span>
    [color=#FF5555]Note Giocatore[/color]:
    <span style="display:block;height:100px;margin-left:10px;overflow-y: scroll;background-color:none">Note.
    </span>



    </span>
     
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  7. Aerith˜
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    テーブルの上に猫があります

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    Nella minischeda invece di "frecce" devi scrivere esattamente il numero, non mi importa che siano 50 o 100, basta che il pg possa fisicamente portarle :sisi:
     
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  9. Aerith˜
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    fatto :sisi:
     
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    テーブルの上に猫があります

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  11. Aerith˜
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    She pulled on his hand with a devilish grin.

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    Domanda, come interagisce questo con il fatto che Aedelwen mi pare possa usare la magia solo tramite l'arco?

    Sonno: 2 cariche; 30 PA
     
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  13. Aerith˜
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    Che la uso con l'arco, lol, sono freccie che addormentano :sisi:
     
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    She pulled on his hand with a devilish grin.

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    Quindi come funziona, l'attivi e rende soporifere cinque frecce che se colpiscono agiscono? Explain :mrchuck:
     
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  15. Aerith˜
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    Scritto meglio, va bene?
     
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22 replies since 17/10/2015, 19:07   406 views
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